Mattinale

Le mitragliate ai pescherecci mazaresi e l’invasione di migranti a Lampedusa: le due facce del ‘nullismo’ di Italia e Ue/ MATTINALE 476

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  • Chi comanda oggi in Libia? Una sola certezza: Ue e Italia sono fuori dai ‘giochi’ 
  • Le esperienze mediterranee di Giovanni Tumbiolo e Lino Motta
  • Eni, Gheddafi e Berlusconi e le verità sepolte
  • Mario Draghi, lo ‘statista’ che non va oltre l’Eurozona
  • Nello Musumeci e l’Europa: Ciaula che scopre la luna
  • Quando la Ue avrebbe sostenuto l’Italia nella questione migranti? L’illusione del Nord Italia che scippa risorse al Sud

Chi comanda oggi in Libia? Una sola certezza: Ue e Italia sono fuori dai ‘giochi’ 

I colpi di mitragliatrice sparati alla cabina di comando dei pescherecci di Mazara del Vallo e l’invasione di migranti a Lampedusa – oltre due mila migranti arrivati nell’isola in poco più di 24 ore – danno la misura di quanto contino oggi l’Italia e l’Unione europea nel Mediterraneo: praticamente nulla. I libici hanno sparato ad altezza d’uomo, hanno provato ad ammazzare i pescatori mazaresi. Non ci sono riusciti, ma ci hanno provato. E lo hanno fatto con motovedette e armi fornite dall’Italia. I due fatti – gli spari ai pescherecci di Mazara e l’invasione di migranti a Lampedusa – vanno inquadrati insieme. Sono un messaggio chiaro, preciso: “Qui comandiamo noi e certe cose le governiamo noi”. Noi chi? I libici? Sì e no, perché non è facile capire che cosa succede oggi in Libia. Quando era vivo Gheddafi tutto era più semplice. Oggi le semplificazioni potrebbero sortire effetti assai sgradevoli. Volendo, i colpi di mitragliatrice ai pescherecci di Mazara potrebbero essere stati un avvertimento. Come a dire: guardate che con la morte di Gheddafi non è cambiato niente… Così come non è cambiato niente nel governo dei flussi migratori verso la Sicilia.

Le esperienze mediterranee di Giovanni Tumbiolo e Lino Motta

Forse ‘ripassare’ un po’ di storia – visto che noi questa storia che inizia negli anni ’80 del secolo passato l’abbiamo vissuta – non fa male. Già allora i rapporti tra le marinerie siciliane e alcuni Paesi del Nord Africa non erano sereni (soprattutto con riferimento alla Marineria di Mazara del Vallo e a qualche peschereccio d’altura di Sciacca e di Licata, i pescherecci di ‘bancarella’). A un certo punto venne creata anche una società tra l’Italia e il Nord Africa, la Stipec, della quale ormai non si trova traccia. Ma le cose non andavano bene, non sono mai andate bene. Forse perché le ‘Paranze’ siciliane avevano ‘raschiato’ in abbondanza i fondali marini di una parte del Mediterraneo? E chi lo sa? La verità è che il dialogo – soprattutto in materia di pesca – tra la Sicilia e i Paesi del Nord Africa non è mai stato facile. Ne sapeva qualcosa il compianto Giovanni Tumbiolo, che pure con il mondo nord africano aveva un ottimo rapporto; e ne sa qualcosa l’onorevole Lino Motta, che con il Coppem ha lavorato molto su questo fronte. Già allora – siamo tra il 2002 e il 2011 – si cercava di capire come convincere Gheddafi a mollare la presa sul golfo della Sirte, zona dove si pesca ancora il Gamberone rosso che in altre parti del Mediterraneo è stato ‘prosciugato’.

Eni, Gheddafi e Berlusconi e le verità sepolte

Allora, in carica, c’era il Governo Berlusconi 2008-2011. E c’erano, soprattutto, rapporti molto stretti tra Eni, Gheddafi e lo stesso Berlusconi. Si parlava di idrocarburi e qualcuno sussurrava di un’apertura dell’allora leader libico sulla pesca. Le cronache hanno sempre riferito di un Gheddafi ‘cattivo’ che, a un certo punto, aveva deciso di violare il Diritto Internazionale per trasformare in acque libiche il ‘mare di tutti’. Si omette, però, di dire che se non fosse stato per Gheddafi non ci sarebbe, oggi, la frenesia per andare a pescare nel mare che i libici si sono presi “violando il Diritto Internazionale”. Si offende qualcuno se scriviamo che, se nel tratto di Mediterraneo contestato, ci sono ancora i Gamberoni rossi lo dobbiamo proprio a Gheddafi? Se nel 2011 i francesi non avessero eliminato Gheddafi, con la ‘benedizione’ del premio Nobel per la pace, sua eccellenza Barack Obama, si sarebbe riaperto ai pescatori siciliani, almeno in parte, il mare diventato libico? Non lo sappiamo. Forse qualcosa di questa storia potrebbero conoscerla Berlusconi e i suoi collaboratori di quegli anni. Quello che sappiamo è che il fatto che la Libia sia oggi diversa dalla Libia di Gheddafi non significa che le condizioni siano mutate. Andare a pescare in quel tratto di mare è sempre un problema. Andare a pescare in quel tratto di mare scortati dai militari italiani, ovvero una ‘soluzione militare’ al posto di una soluzione politica, come pensa qualcuno? Mah…

Mario Draghi, lo ‘statista’ che non va oltre l’Eurozona

Volendo, è lo stesso discorso dei migranti spinti a Lampedusa da un sistema criminale organizzato e determinato. Organizzare una ‘battaglia navale’ per bloccare il flusso di migranti, come chiedono la Lega e Fratelli d’Italia, ovvero una soluzione militare al posto di una soluzione politica? Mah… La verità è che in politica – soprattutto in politica estera – spesso le forzature, lungi dall’essere manifestazioni di forza, sono testimonianze di debolezza. L’Italia di oggi ha una politica estera? E chi sarebbe lo ‘stratega’ della politica estera italiana, il grillino Luigi Di Maio? Ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando? Da quando Mario Draghi è finito a Palazzo Chigi – non certo con l’ostracismo dell’Europa dell’euro – tanti italiani si beano dicendo che, finalmente, l’Italia ha uno ‘statista’. Ma, a quanto pare, si tratta di uno ‘statista’ che non va oltre i confini dell’Unione europea, perché fuori dall’Eurozona – a cominciare dal Mediterraneo – non è che Draghi conti molto…

Nello Musumeci e l’Europa: Ciaula che scopre la luna

Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – che pur essendo stato europarlamentare non sembra avere molto chiaro il ruolo quasi pari a zero della Ue nel Mediterraneo e nel resto del mondo – davanti all’invasione di migranti a Lampedusa ha detto: “L’Europa ci ha abbandonati”. Ma quando l’Unione europea avrebbe sostenuto l’Italia e la Sicilia? Quando, nei primi anni ’80 – allora si chiamava Cee – faceva arrivare gli agrumi in Europa, calpestando quello che allora si chiamava il “principio di preferenza comunitaria”, massacrando agli agrumi del Catanese e del Siracusano? O abbiamo dimenticato i ‘Piani agrumi’, varati dai Governi italiani di quegli anni, che mettevano ‘pezze’ ai disastri provocati già allora dall’Europa ‘unita’? O quando la Ue ha aperto al pomodoro e alla passata di pomodoro cinese? O quando, circa un decennio fa, ancora la Ue ha ‘allargato’ le maglie del glifosato e delle micotossine nel grano tenero e nel grano duro, per consentire l’invasione del grano canadese che piace tanto alle industrie della pasta? (oggi, in realtà, gli piace un po’ meno…). O quando la Ue ha imposto il CETA senza il voto dei Parlamenti degli Stati della stessa Ue? O forse – e siamo arrivati ai giorni nostri – l’Unione europea sta sostenendo l’Italia prima con lo zuccheraggio dei vini e adesso con l’acqua addizionata al vino?

Quando la Ue avrebbe sostenuto l’Italia nella questione migranti? L’illusione del Nord Italia che scippa risorse al Sud

Quando la Ue avrebbe sostenuto l’Italia nella questione migranti? Ai tempi del Governo Renzi, quando i migranti arrivavano tutti in Italia e solo anni dopo abbiamo scoperto il perché? Anche oggi i migranti del Nord Africa arrivano quasi tutti in Italia, anzi in Sicilia: e arrivano nel pieno di una pandemia, con effetti che in questo momento è impossibile conoscere. Ma una cosa deve essere chiara: Draghi lo ‘statista’ lo può fare tra i banchieri e i capitalisti liberisti che comandano nella ‘presunta’ Unione europea; fuori dall’Europa dell’euro, l’Europa dell’euro conta poco o nulla e l’Italia conta ancora meno. Tant’è vero che il Nord Italia – ormai periferia della Germania – s’illude di sopravvivere scippando al Sud i 70 miliardi e rotti di euro del Recovery Plan o Fund e i 2 miliardi di fondi agricoli. Ma non hanno dove andare, questa volta, gli amici del Nord, perché in quello che resta della Ue (poco, soprattutto con il Covid) l’Europa farà fare al Nord Italia la fine che il Nord Italia ha fatto fare al Sud e alla Sicilia dal 1860 ad oggi. Cari, furbi amici del Nord, dentro la Ue siete come i tonni entrati nella tonnara: lo sapete benissimo anche voi, ma non lo potete dire, soprattutto ora che i leghisti vostri rappresentanti sono diventati ‘europeisti’ insieme on tutto il Partito Unico del Nord… Diceva Palmiro Togliatti:  “La scure è ai piedi dell’albero, l’albero cadrà…”.

Foto tratta da NewSicilia       

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