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Prendere esempio da Eraclea Minoa: trasformare l’immondizia di Palermo in opere d’arte!

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  • Basta con la discarica di Bellolampo e niente termovalorizzatori: diamo tutto in mano agli artisti!
  • I Cretti di munnizza ora immortalati con malta bianca, ora racchiusi nel vetro (anti-proiettile-anti-panormosauri)
  • Dalle discariche a cielo aperto alle ‘installazioni creative’
  • La munnizza e l’Unione europea

Basta con la discarica di Bellolampo e niente termovalorizzatori: diamo tutto in mano agli artisti!

Da Eraclea Minoa, provincia di Agrigento (da ‘qualche anno’ non è più una città, ma rimane ancora un po’ di spiaggia in attesa che la Regione siciliana ‘sfidi a duello’ l’erosione provocata dal mare), arriva un esempio che potrebbe essere risolutivo per Palermo e, magari, per le altre città della Sicilia dove la raccolta differenziata dei rifiuti è fallita: trasformare i rifiuti in opere d’arte! Non è uno scherzo, come potete leggere nell’articolo che abbiamo allegato. Ad Eraclea Minoa lo fanno da tre anni e, a quanto pare, riscuote grande successo. Noi pensiamo soprattutto a Palermo, alle distese di immondizia lasciate marcire nelle strade e nei marciapiedi e alle tante discariche ricche di oggetti che potrebbero dare vita a ‘installazioni’ da fare invidia ai più grandi artisti del nostro tempo, tra Dadaismo e Land Art. Gli artisti contemporanei, anzi, potrebbero essere invitati a dare un ‘contributo’. Noi ci siamo già fatti un’idea di quello che si potrebbe fare. Ovviamente la nostra proposta è suscettibile di essere migliorata da chi ha più esperienza di noi. Ecco la nostra idea in sintesi.

I Cretti di munnizza ora immortalati con malta bianca, ora racchiusi nel vetro (anti-proiettile-anti-panormosauri)

Cominciamo dalla munnizza ‘spicciola’, il così detto umido: residui alimentari, residui di verdure, di frutta, di ortaggi e via continuando. Avete presente il Cretto di Burri a Gibellina? Ecco, noi pensiamo a un sistema di Cretti che, dal centro della città di Palermo, si proietti verso tutte le direzioni, mare compreso. L’umido dovrebbe essere raccolto e ‘immortalato’ ora da una colata di malta bianca, come nel citato Cretto di Burri, ora da vetro antiproiettile (per preservarlo dai ‘panormosauri’ che sicuramente proverebbero a romperlo per vedere l’effetto che fa). Queste colate di munnizza-umida, ora invisibili perché ricoperte dalla malta bianca, ora visibili dai vetri, attraverserebbero la città dal centro verso le periferie e verso il mare. I Cretti in mare dovrebbero essere realizzati in vetro e riempiti di aria affinché galleggino: così potrebbero diventare delle boe artistiche. Mentre in alcune via larghe della città i Cretti di munnizza-umida potrebbero delimitare le piste ciclabili e i percorsi del Tram.

Dalle discariche a cielo aperto alle ‘installazioni creative’

Importante, anche, la riutilizzazione artistica di tanti materiali che oggi ritroviamo nelle discariche cittadine: materassi, pezzi di sedie, tavoli, armadi, lavandini, cessi, ferro, legno, cucine, frigoriferi, e, perché no?, anche la plastica. Ecco, si potrebbe pensare a un concorso internazionale di idee. Ma no come quelli che si fanno di solito, dove si sa prima chi deve vincere: un concorso di idee serio, vero, regolare, libero da appalti & incarichi per gli amici e sodali: un concorso dove dovranno vincere i veri artisti che verranno chiamati a creare installazioni  che, dal centro della città, dovranno ‘irraggiarsi’ verso l’infinito. Pensate un po’ che sollievo per i dipendenti della RAP di Palermo e per gli stessi cittadini palermitani. Se oggi è praticamente impossibile sbarazzarsi di una vecchia lavatrice o di una stanza da letto (non a caso si ricorre ai professionisti dello ‘sbarazzo’), con il binomio arte & munnizza chi si dovrà sbarazzare di un frigorifero o di un divano non dovrà più ricorrere al così detto “umma umma”: dovrà soltanto limitarsi a inviare un E mail agli artisti che si occupano delle ‘installazioni’: “Le serve un bel frigorifero?”, “Le serve un bel divano?” e, oplà!, il gioco sarà fatto.

La munnizza e l’Unione europea

Direte: ma chi paga, considerato che il Comune di Palermo, sotto il profilo finanziario è, come si usa dire dalle nostre parti, “muru cu muro cu ‘u spitali?“. Semplice: si utilizzeranno i fondi europei. Soprattutto dopo i ‘successi’ nella gestione della pandemia, l’Unione europea sente molto il legame con la munnizza: quale migliore occasione per riscoprire le ‘vere radici’ di un’esperienza grandiosa e inimitabile? Con l’occasione si potrebbe risolvere l’annoso problema di Bellolampo, la ‘ridente’ discarica che sovrasta Palermo. Fino ad oggi – pensate che assurdità! – per innalzare le vasche di munnizza di Bellolampo di pochi centimetri occorrono studi, autorizzazioni, ‘caratterizzazioni’ e diavolerie varie. Con la nostra proposta, tutte le sei vasche di Bellolampo potranno accumulare rifiuti ‘a tipo’ grattacieli che, ovviamente, dovranno essere ‘intrappolati’ nella malta di cemento bianco o nel vetro (sempre antiproiettile-anti-panormosauri); l’attuale discarica diventerebbe un parco munizzo-artistico, una sorta di Valle munizz’Art da fare invidia alle più grandi installazioni artistiche del mondo! Noi non siamo gelosi della nostra proposta che, da Palermo, volendo, si potrà estendere a Catania, a Messina e magari a Siracusa. E chissà se i sindaci di Palermo, Catania, Messina e Siracusa non passeranno alla storia come grandi mecenati…

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