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400 impianti fotovoltaici si ‘mangeranno’ mezza agricoltura siciliana. E la politica che fa? Soffia nel vento!/ MATTINALE 474

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  • Gli impianti fotovoltaici al posto del grano, degli olivi, della vite e degli agrumi
  • “… la Sicilia diventa piattaforma produttiva e snodo di enormi flussi energetici che lasceranno a noi terreni disattivati, povertà ed ennesima frustrazione”
  • Si sono già presi la nostra acqua e si prenderanno il nostro mare. Perché non si dovrebbero prendere anche i nostri terreni e la nostra agricoltura?
  • Un grande ‘grazie’ al Governo di super Mario Draghi e a chi gli ha consegnato l’Italia e la Sicilia

Gli impianti fotovoltaici al posto del grano, degli olivi, della vite e degli agrumi

Scrive Giuseppe Li Rosi, tra i protagonisti dell’esperienza di Simenza: “Oltre 400 progetti di megaimpianti FOTOVOLTAICI proposti da ditte straniere in Sicilia e quasi tutti verranno approvati perché non esistono regole serie per la salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente, dei terreni agricoli e dell’economia isolana. Questo accade perché ormai gli agricoltori sono all’ultima spiaggia: vendere o affittare le loro terre per dar da mangiare alle famiglie. Chiaramente non mancano speculatori che nella terra vedono solo un business. Politici siciliani dove siete? Nella mappa intera in ogni pallino è segnato il numero dei progetti presentati in quella zona. Nella seconda mappa i progetti nelle provincie di CT ed EN”.

 “… la Sicilia diventa piattaforma produttiva e snodo di enormi flussi energetici che lasceranno a noi terreni disattivati, povertà ed ennesima frustrazione”

Non è la prima volta che Li Rosi interviene a tutela della Sicilia, segnalando proprio una sorta di arrembaggio ai danni dell’agricoltura siciliana dai signori dell’energia cosiddetta ‘pulita’. “In questi ultimi 20 anni – scriveva un anno fa Li Rosi – abbiamo assistito alla disattivazione dell’agricoltura nella nostra Isola che ha messo in grave sofferenza la maggior parte degli operatori veri. Alla luce di alcune notizie, questa sembra essere un’azione propedeutica affinché le proposte di compravendite o affitti dei terreni agricoli fatte da sensali paraninfi agli agricoltori ‘disfiziati’, per la costruzione di impianti fotovoltaici, vengano accettate. Ad un povero agricoltore non gli sembra vero che qualcuno possa offrire il doppio del prezzo di mercato per un ettaro di terra che non conviene più coltivare. La cosa interessante è che questa masnada di ruffiani del territorio, che contattano i poveri agricoltori per vendere o affittare i loro terreni, gravitano proprio lungo il corridoio dell’elettrodotto Ciminna-Chiaramonte Gulfi che non serve solamente a ‘mettere in sicurezza’ il sistema elettrico e per sviluppare il territorio regionale, come dicono i giornali, ma serve, soprattutto, a chiudere il ‘Cerchio Magico’ che collega l’energia prodotta in Tunisia da una cordata Italo-Tedesca, a quella prodotta in Sardegna ed il potenziamento dell’elettrodotto sotto lo Stretto + il Sicilia-Malta (info: Istituto TerraeLiberAzione). Inoltre, lungo questo corridoio isolano – (“l’anello elettrico funzionale al saccheggio dell’Isola e del Mediterraneo centrale cfr.Istituto TerraeLiberAzione) – vedremo nascere i più grandi parchi di fotovoltaico d’Europa che produrranno energia sui terreni agricoli acquisiti in logiche di Land grabbing 2.0: coi soldi. Quindi, la Sicilia diventa piattaforma produttiva e snodo di enormi flussi energetici che lasceranno a noi terreni disattivati, povertà ed ennesima frustrazione. Quanto alle ‘energie pulite’, di rinnovabile hanno i profitti e le bollette: in breve, paghiamo tutto noi in bolletta. Per 20 anni! In poche parole, questo corridoio assomiglia sempre più alla classica galleria che i ladri scavano per portare via l’oro dal caveau di una Banca”.

Si sono già presi la nostra acqua e si prenderanno il nostro mare. Perché non si dovrebbero prendere anche i nostri terreni e la nostra agricoltura?

Sono tutti ‘puliti’ i protagonisti delle energie del futuro. Peccato che, nella loro ‘pulizia’ e nella loro frenesia di realizzare impianti energetici, sono disposti a passare su tutto quello che gli capita a tiro, terreni agricoli e anche il mare. Sì, anche il mare: al largo delle Egadi si attende il via libera del Governo nazionale di Mario Draghi allo scempio di 18 milioni di metri quadrati di dove verranno realizzati migliaia e migliaia di pale eoliche. Dal nostro punto di vista il sì del Governo Draghi è scontato. Dal nostro punto di vista la Troika sta governando l’Italia: e la Troika significa capitalismo liberista: in questo caso la creazione di un monopolio nella produzione di energia eolica con la privatizzazione di 18 milioni di metri quadrati di mare da consegnare a privati che venderanno l’energia eolica ai cittadini. E poco importa se in questo grande tratto di mare ci potrebbero essere reperti archeologici di tutte le epoche, come ha segnalato Domenico ‘Mimmo’ Macaluso, grande conoscitore dei fondali marini del Mediterraneo. L’importante è fare soldi! Nessuna novità, per la Sicilia che, nel 2004, addirittura anticipando la Troika, ha ceduto per 40 anni la propria acqua e i propri impianti idrici (dighe e acquedotti), realizzati con i soldi dei cittadini siciliani, a una società privata (Sicilacque spa), che si è presa l’acqua che è già dei siciliani per rivenderla agli stessi siciliani: “L’acqua costa 7 cent, Sicilacque compra a 70 cent; e a noi la rivende a 360 cent”. E se parlate con i politici siciliani che hanno ‘chiuso’ quest’operazione ‘intelligente’ vi diranno che è stata fatta una cosa buona e giusta!

Un grande ‘grazie’ al Governo di super Mario Draghi e a chi gli ha consegnato l’Italia e la Sicilia

Acqua, tra un po’ il mare e adesso tocca ai terreni agricoli da trasformare in impianti per la produzione di energia solare. Ad Agosto – sempre a cura del Governo di Super Mario Draghi – arriveranno i sì per ‘spirtusare’ il mare di Sicilia (per la precisione il Canale di Sicilia) alla ricerca di petrolio e gas; e anche il sì per ‘sminchiare’ la terraferma siciliana, sempre per cercare petrolio e gas. Tutto è già scritto: è questa la “Transizione ecologica” che attende la Sicilia: la “Transizione delle minchie che volano”… Di cosa ci dobbiamo stupire? Hanno abbattuto milioni di alberi per fare posto alle antenne del 5 G; si sa che questa tecnologia fa mala agli uomini e, in generale, al mondo animale; ma bisogna correre e con il 5 G la comunicazione sarà più veloce: poi, una volta che la comunicazione sarà più veloce ci daranno un premio… Come il Ponte sullo Stretto di Messina: serve per l’alta velocità. Poi con l’alta velocità arriveranno le ‘medaglie’… E che dire dei vaccini che riconcorrono un Coronavirus? In Microbiologia non si erano mai visti vaccini che vanno dietro ai virus che mutano, ma con le attuali multinazionali farmaceutiche abbiamo anche questo: i vaccini di Achille Piè veloce che inseguono la tartaruga del SARS-COV-2; chissà chi vincerà alla fine di questa corsa… E dei passaporti vaccinali ne vogliamo parlare? Un premio fedeltà a chi si vaccina con un vaccino che dovrebbe al massimo tenere buona la malattia lasciando circolare liberamente il virus che muta e si fa i cavoli propri. Come Lampedusa Covid-free, insomma…

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