Zone Franche Montane della Sicilia: se a Roma sono tutti d’accordo perché Camera e Senato non approvano la legge?

7 maggio 2021
  • Succede una cosa veramente strana: tutti i politici – in Sicilia e a Roma – sono d’accordo sull’istituzione, in Sicilia, delle Zone Franche Montane. Ma il Parlamento nazionale non approva la legge… La manifestazione a Roma 
  • Non c’è un solo politico contrario, ma la legge ancora non c’è!
  • La Cgil siciliana chiede che il disegno di legge venga approvato al più presto dal Parlamento nazionale

di Teresa Frusteri

Succede una cosa veramente strana: tutti i politici – in Sicilia e a Roma – sono d’accordo sull’istituzione, in Sicilia, delle Zone Franche Montane. Ma il Parlamento nazionale non approva la legge… La manifestazione a Roma 

Leggendo i comunicati stampa ufficiali e sentendo parlare i politici non si trova un solo soggetto – parlamentari, Ministri, sottosegretari – che non si dichiari d’accordo con l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia. Tutti sì, dicono. Però, stranamente, il Parlamento nazionale non ne vuole sapere di approvare la legge che le istituisce. Dobbiamo capirli, i governanti italiani: si tratterebbe di consentire a 133 Comuni della nostra Isola di utilizzare agevolazioni fiscali per far decollare l’economia di queste aree. Ma a Roma sono abituati a scippare fondi alla Sicilia, non certo a darglieli. Così si assiste a uno strano balletto: i rappresentati dei partiti politici romani e siciliani si dicono d’accordo per non perdere voti in Sicilia, ma il Governo e il Parlamento romani non approvano la legge. Una farsa! Non è mancata l’ennesima manifestazione a Roma. Una delegazione di 110 sindaci siciliani si presentata in piazza Montecitorio, per chiedere che il Parlamento approvi la legge che istituisce le Zone franche montane sull’Isola. Il Parlamento siciliano ha approvato la legge-voto  il 17 dicembre 2019. Si tratta di un’indicazione che arriva dalla Sicilia, perché le competenze su tale materia sono rimaste allo Stato per mancata applicazione dello Statuto siciliano. Così sono Camera e Senato che debbono approvare la legge. “La legge – commenta Vincenzo Lapunzina, coordinatore del comitato che si batte per l’istituzione delle Zone Franche Montane – intende costituire un incentivo alle attività imprenditoriali del territorio e a quelle che vi si vorranno insediare, con agevolazioni fiscali e previdenziali temporanee, per compensare l’oggettivo e complessivo degrado economico subito dai territori montani siciliani”.

Non c’è un solo politico contrario, ma la legge ancora non c’è!

Non sono mancati gli interventi dei parlamentari nazionali eletti in Sicilia. Ma fino ad oggi alle parole non sono seguiti i fatti. La delegazione di sindaci e comitato dell’Associazione Zone Franche Montane di Sicilia ha espresso apprezzamento per la disponibilità dimostrata dai ministri per il Sud e per la Coesione territoriale, Mara Carfagna e dalla ministra e gli Affari regionali e le autonomie del governo Draghi, Maria Stella Gelmini. “Il ministro Carfagna ci ha ascoltato – aggiunge Lapunzina – e ha detto che nei prossimi giorni studierà il dossier per agevolare la definizione dell’iter legislativo». Nella delegazione ricevuta dal ministro Mara Carfagna erano presenti Antonio Rini, sindaco di Ventimiglia di Sicilia, in rappresentanza dell’Anci Sicilia, Concetto Orlando, sindaco di Roccafiorita, in provincia di Messina, il Comune più piccolo dell’Isola. La ministra Gelmini che ha incontrato una delegazione composta da Franco Ribaudo, sindaco di Marineo, Salvatore Noto, sindaco di Marianopoli e Rosalba Mollica, assessore del Comune di Floresta, il più alto di tutta la Sicilia ha dichiarato: “Ho incontrato i sindaci delle aree montane della Sicilia e il comitato promotore, che mi hanno informato in merito alla possibile istituzione di zone franche per il rilancio di loro territori. Ho ascoltato con attenzione le esigenze di queste comunità. Darò mandato alla Commissione paritetica della Regione Siciliana di approfondire il tema e di assumere le eventuali iniziative necessarie”.

La Cgil siciliana chiede che il disegno di legge venga approvato al più presto dal Parlamento nazionale

“Il sit in di ieri – dichiarano i segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e Lillo Spitale, rappresentante Cgil della zona Alte Madonie – è stato un’iniziativa molto forte. La Cgil chiede che il disegno di legge venga approvato al più presto dal Parlamento nazionale”. La Cgil siciliana ricorda che la legge per le Zone Franche Montane interessa 133 Comuni montani di tutta la Sicilia, ovvero il 33 per cento dei Comuni siciliani e il 25 per cento del territorio regionale, per un totale di 540 mila abitanti e 55 mila imprese, che potrebbero usufruire della fiscalità di vantaggio e dei contributi sociali per le aziende che assumono. “Misure strutturali – continuano i sindacalisti – indispensabili a favore delle imprese e delle aziende che – concludono Ridulfo e Lillo – insistono su queste aree e per contrastare lo spopolamento del nostro territorio con nuova occupazione e investimenti”. Anche l’Anci Sicilia appoggia l’iniziativa. “Si tratterebbe – dichiara il presidente Leoluca Orlando – di un traguardo importantissimo in grado di compensare, almeno in parte, il deficit competitivo anche attraverso una fiscalità di sviluppo. L’istituzione delle Zone Franche Montane è una priorità per dare a questi territori, in grave difficoltà economica, una prospettiva di sviluppo e per contrastare la desertificazione demografica ed economica che rischia di avanzare inesorabilmente anche in seguito all’emergenza sanitaria”. I sindaci siciliani, nel pomeriggio, hanno incontrato lo staff tecnico del presidente della Camera Roberto Fico, insieme ai deputati del M5s Andrea Giarrizzo e Roberta Alaimo: “Chiediamo l’impegno della Camera perché la legge non subisca rallentamenti come invece sta accadendo al Senato”.

 

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