da Potere al Popolo Palermo
riceviamo e pubblichiamo
“Con l’approssimarsi della nuova stagione elettorale, che vedrà le palermitane ed i palermitani tornare a votare per Sindaco, consiglio comunale e di circoscrizione, in una fase totalmente nuova segnata dall’uscita di scena, in qualità di Sindaco, di Leoluca Orlando, dopo quasi un quarantennio di protagonismo; iniziano i balletti di appelli, grandi manovre e posizionamenti. Tornano a farsi vivi i soliti nomi e viene (ri)proposta la formula, cooptata dal quadro nazionale, di un campo largo progressista. Nessun cenno di riflessione autocritica sul Governo cittadino di questi anni. Per alcuni il bilancio è soddisfacente; si tratta solo di rilanciare e mantenere il Governo della città, avendo come fine ultimo l’impedire la vittoria delle destre, che vengono definite tramite l’esclusione dal “confronto ampio”: Lega e Fratelli d’Italia. Invece noi crediamo che nella nostra città, in tutti questi anni, ci siano sì stati dei cambiamenti, ma non sull’ aspetto che riteniamo centrale: la lotta contro la povertà e per l’inclusione sociale. Noi non possiamo rimanere a guardare e sentiamo il bisogno, viste anche le domande che in tante e tanti ci stanno facendo, di dire la nostra.
Esistono al momento sul campo due iniziative: quella raccolta attorno all’appello “La Palermo che vogliamo”, promossa dal gruppo virtuale “Noi Che”, e la raccolta di opinioni, promosse con le sue quattro giornate, da Sinistra Comune. Dall’interno di questa ultima area viene fuori la proposta di Giusto Catania per una “costituente della sinistra”. Crediamo che queste due iniziative abbiano avuto il limite di non partire da un bilancio crudo dell’azione delle due ultime sindacature di Orlando e del ruolo avuto dalle forze politiche che hanno sostenuto queste esperienze in questi anni, arrivando sino a perdere la maggioranza politica in Consiglio comunale. Occorre rispondere ad un quesito: queste amministrazioni e le forze politiche che le hanno sostenute possono dire che si sia registrato un rilevante avanzamento, miglioramento e trasformazione nelle condizioni di vita della parte povera, precaria, disagiata del popolo, delle palermitane e dei palermitani? A noi sembra di no!
Noi crediamo che nella nostra città, in tutti questi anni, ci siano sì stati dei cambiamenti, ma non sull’aspetto che riteniamo centrale: la lotta contro la povertà e per l’inclusione sociale. Palermo rimane la città eternamente divisa tra una parte sufficientemente agiata ed inclusa nei circuiti sociali e culturali, ed il terzo della sua popolazione che vive invece intorno e sotto la soglia di povertà economica e culturale. Le periferie e le borgate popolari sono sempre fuori dai circuiti del benessere globale e rimangono solo territorio di raccolta di consensi elettorali e clientelari. A questa Palermo “dannata” non pensa nessuno, se non le solite politiche di assistenza caritatevole, delegata alla Chiesa ed al privato sociale convenzionato, che non modifica nella sostanza la condizione reale di degrado ed esclusione sociale. Al di là del quadro della povertà estrema, è fortissimo il dramma dell’inoccupazione, femminile e giovanile, della disoccupazione – peggiorata tra le altre cose dalla crisi di tante attività, dovuta alla situazione pandemica- ma anche del lavoro grigio, nero e precario.
Insomma possiamo dire che, anche, quella parte di società palermitana, che non si trova in condizioni estreme, vive comunque in una più che stressante condizione di precaria provvisorietà del tutto inaccettabile.
TUTTO QUESTO DEVE CAMBIARE.
In uno scenario simile, siamo convinti che formule già sperimentate non possano dare alcuna risposta sul nostro territorio. Pensiamo che sia improponibile pensare di guidare una trasformazione radicale della nostra realtà cittadina e degli assetti di potere, legali ed illegal-criminali che la dominano con le stesse forze politiche ed economiche che l’hanno fin qui guidata, dalle destre al centro-sinistra, forze politiche che non hanno mai spezzato il cerchio asfissiante della mafia e dei settori economici forti, tra loro intrecciati negli interessi e nell’azione, mantenendo inalterati i rapporti di forza sociali. Crediamo che non si debbano ripetere gli errori già commessi e che non
Potere al Popolo è nato alla fine del 2017 ed ha sostenuto da subito che non si può vivere di elezioni e non si può cambiare nulla se prima non torniamo a organizzarci e a coordinarci, con pazienza, sul territorio e con i soggetti sociali. Abbiamo bisogno di diffusi e collettivi percorsi di partecipazione popolare dal basso, di spazi di dibattito e di lotta condivisi, ramificati e radicali che, a partire dalle tantissime esperienze che si spendono quotidianamente sul nostro territorio, dai comitati ai movimenti e alle associazioni, rimettano al centro del dibattito pubblico cittadino la vita e i problemi della nostra città e delle persone che la abitano. Ed è proprio a partire da questo che, come Potere al Popolo Palermo, ci rivolgiamo a tutte quelle persone che come noi sono stanche di tutto ciò, che sono quindi interessate alla costruzione di un’alternativa popolare nella nostra città. Che si tratti di singoli o di realtà collettive, l’obiettivo comune deve essere quello di riportare la nostra voce, quella della maggioranza silenziosa – oppressa dall’incertezza, dall’infelicità e dallo sfruttamento – nelle stanze del governo cittadino, attraverso un progetto che guardi al di là delle scadenze elettorali. Costruiamo un’alternativa necessaria, costruiamo il potere popolare, costruiamo “LA Comune di Palermo!”.