Sui Consorzi di bonifica i nodi stanno arrivando al pettine. La storia è sempre la stessa: la politica siciliana tenta di scaricare sugli agricoltori non soltanto un costo dell’acqua per irrigazione eccessivo, ma anche il pregresso che, in buona parte, è fatto di debiti che non spetta pagare agli agricoltori, se è vero che sono il frutto di una gestione dissennata del personale dei Consorzi di bonifica. In tutto questo la politica siciliana finge di non sapere che quasi tutti i settori dell’agricoltura siciliana sono in crisi, massacrati dall’invasione di prodotti agricoli esteri spesso di pessima qualità ma che hanno il ‘pregio’ di costare pochissimo. In questo scenario si inserisce una nota che la CIA – Agricoltori Italiani Sicilia ha inviato al Governo regionale e ai gruppi parlamentari del Parlamento siciliano: “Non solo la difficoltà di avere acqua a sufficienza per la prossima stagione irrigua, ma con gli stessi problemi di sempre. Alcuni invasi in Sicilia mostrano una grave carenza di volumi invasati tale da rendere la distribuzione irrigua abbastanza problematica con le mancate manutenzioni sulle condotte e sui canali, oltre che le gravi insufficienze strutturali di molti invasi che per ragioni di sicurezza non possono andare oltre il limite consentito di invasamento”. Tradotto: l’acqua c’è (anche se non tanta, considerato che le dighe artificiali, per carente manutenzione, non possono raccogliere molta acqua: non a caso in alcuni casi vengono svuotati!), ma la manutenzione di condotte e canali è carente. Perché esiste l’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana noi, dopo oltre quarant’anni che seguiamo la politica siciliana, non siamo ancora riusciti a capirlo: ci sono gli agronomi, ci sono gli ingegneri, ma la situazione delle dighe siciliane è sempre muru cu ‘u muru cu ‘u spitali…
Oggi la CIA siciliana parla dell’esigenza di poter contare su “un gruppo di lavoro emergenziale che definisca le criticità esistenti e gli interventi prioritari necessari per limitare i rischi di una difficile stagione irrigua e la sospensione di tutti i ruoli per un periodo di sei mesi”. Dalla parte ingegneristica la CIA passa alla arte economica: “Da tempo rivendichiamo un’operazione verità sull’entità del debito e sulla verifica dei creditori per chiudere una pagina che con l’intervento del Governo regionale aiuti la ripartenza per l’attuazione dei nuovi compiti della bonifica – dichiara Rosa Giovanna Castagna Presidente regionale CIA -. Oggi con urgenza va affrontato il problema dei ruoli consortili. Lo impone la difficile situazione economica e sociale causata dall’attuale pandemia e la forte insostenibilità degli stessi emessi con un pesantissimo pregresso accumulato che mette in serie difficoltà gli agricoltori utenti senza tuttavia incrementare le entrate dei Consorzi di bonifica che registrano anno dopo anno pagamenti di gran lunga inferiori a quanto dovuto. In questa situazione la sospensione dei ruoli emessi dai Consorzi di Bonifica della Sicilia relativi al periodo 2013/2019 fino al 30 Novembre 2020 come sancito dall’art.7 della legge finanziaria del 2020 non solo è stato privo di efficacia ma addirittura ha spostato il problema aggravandolo, così come abbiamo avuto modo di denunciare a tempo debito”. I “debiti” di cui parla la presidente della CIA siciliana andrebbero azzerati. Per due buoni motivi. Primo motivo: sono il frutto di una gestione elefantiaca dei Consorzi di bonifica degli anni passati, quando si assumeva perché tanto, ogni anno, ‘mamma Regione’, che ancora aveva i soldi, pagava e sorrideva. Ora i soldi non ci sono più e c’è il tentativo di scaricare il costo dei Consorzi di bonifica, compreso il pregresso, sugli agricoltori. La verità è che il presidente della Regione Nello Musumeci e il nuovo assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, non hanno capito che “s’appiparanu unni chiovi“: soldi, nelle tasche degli agricoltori siciliani non ce ne sono: questi ultimi possono pagare il canone idrico annuo, calcolato con i veri costi dell’acqua destinata all’agricoltura, senza maggiorazioni; il problema del pregresso lo deve risolvere la Regione! Punto.
“Negli anni – dichiara Giosuè Catania, responsabile regionale per la CIA sui Consorzi di bonifica – complice pure il disimpegno finanziario deciso dalla Regione con l’art. 47 della legge 9/2015 i Consorzi di bonifica hanno proceduto ad aumentare i ruoli in modo smisurato creando tra gli agricoltori una rabbiosa reazione per quello che in una situazione normale dovrebbe essere il pagamento di un servizio ricevuto. Minori incassi per i Consorzi, indebitamenti che aumentano anno dopo anno, mancanza di una proposta risolutiva che affronti con trasparenza e razionalità la problematica e determinare un ruolo giusto e proporzionato al servizio che si riceve ricalcolando le tariffe ripristinando gli importi iniziali”. E ancora: “Il principio inalienabile che l’acqua se si riceve si deve pagare al prezzo giusto non è solo un problema economico, ma di giustizia, etico e di democrazia. Quindi un canone base privo degli aumenti imposti negli ultimi anni ed una gestione delle spese più razionale, più selettiva meno superflua e fino in fondo più rigorosa. Lo stesso disegno di legge di riforma dei Consorzi di bonifica nella versione iniziale, proposta all’esame delle Commissioni di merito, prevedeva che la Regione si facesse carico, con una procedura graduale nel tempo (mutuo, Cassa depositi e prestiti) di sanare tutti i debiti pregressi appesantiti peraltro anche da un numero cospicuo di contenziosi con gli agricoltori e il personale. Questo è preliminare rispetto a quanto previsto con la legge di riforma, in quanto se non si affronta il problema del debito accumulato – la cui responsabilità non è certamente degli agricoltori – diventa sempre più difficile la democratizzazione. Solo enti liberi da debiti pregressi e da incrostazioni burocratiche e amministrative possono rappresentare la base iniziale per un governo democratico degli agricoltori”. “Dopo 26 anni di Commissariamenti – conclude – Rosa Giovanna Castagna – la Regione deve esprimere un percorso di chiarezza ed interventi risolutivi. Un’agricoltura di qualità non può che essere sostenuta ed accompagnata da Enti efficienti. La riforma in un’ottica di modernità per il futuro, sarà una scommessa per la Sicilia – conclude il Presidente regionale CIA, ma dovrà essere vista come la normalità dopo lunghi anni di torpore nel campo delle Risorse Idriche”.