Certo che sti cinesi un po’ dannosi lo sono. Hanno riempito il mondo con un virus – il SARS-COV-2, responsabile della pandemia di Cov-19 – e, adesso, sembrerebbe che un frammento del razzo cinese “Lunga Marcia 5B”, che ha messo in orbita un componente della futura stazione spaziale cinese, starebbe rientrando in modo incontrollato sulla Terra. In modo incontrollato significa che alcune parti di questo razzo che non dovessero disintegrarsi una volta giunte a contatto con l’atmosfera potrebbero cadere sulle teste delle persone. Quando? A metà della prossima settimana. Dove? Ancora gli scienziati non hanno dati precisi, ma tra le aree a rischio – a giudicare da quanto leggiamo qua e là – ci sarebbe anche il Sud Italia! Non ci sono bastati i Savoia, Garibaldi, l’Italia una e indivisibile e i Governi nazionali che derubano sistematicamente Mezzogiorno e Sicilia: adesso c’è anche il pericolo di frammenti di un razzo cinese! Noi la notizia la leggiamo su Focus, e il motivo c’è: in materia di scienza ha una certa dimestichezza e non prevede che parti di questo razzo cadano nel Sud Italia: “Una parte di un razzo cinese, lanciato il 29 aprile 2021, è fuori controllo leggiamo su Focus – sta gradualmente perdendo quota e, almeno per quanto riguarda qualche suo componente, c’è la possibilità che finisca per ricadere nei prossimi giorni sulla Terra… Si tratta dello stadio centrale del razzo cinese Lunga Marcia 5B, che ha portato in orbita il cuore della Stazione Spaziale Cinese. Dove potrebbe cadere? Difficile fare una stima al momento. Jonathan McDowell, un astronomo che tra le sue attività segue gli oggetti in orbita terrestre, ha notato che la traiettoria del razzo spazia in una fascia di latitudine che comprende «New York, Madrid, Pechino, per scendere verso il sud del Cile e sopra Wellingotn, in Nuova Zelanda»”. In queste previsioni il Sud Italia non c’è. Sky tg 24 tira invece in ballo anche il Mezzogiorno del nostro Paese: “Una notizia confermata dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa che sta costantemente monitorando le orbite del razzo. Attualmente la caduta potrebbe avvenire nella fascia compresa fra 41,5 gradi a Nord e 41,5 gradi a Sud, e che comprende anche l’Italia centrale e meridionale, anche se l’orbita potrebbe subire variazioni. Dopo il lancio lo stadio del razzo è stato abbandonato nell’orbita e da allora non dà più segni di vita. L’unica influenza che riceve è il freno dell’atmosfera che lo sta spingendo verso la Terra”.
Noi torniamo a leggere Focus, che ci tranquillizza e ci racconta che i residui di questo razzo potrebbero colpire alcune zone abitate e altre desertiche, “anche se vale la pena ricordare che gran parte di questi grossi oggetti finiscono bruciati nell’atmosfera. Attraverso i radar che seguono gli oggetti attorno alla Terra, si è potuto stabilire che questo grosso detrito spaziale misura circa 30 metri di lunghezza e viaggia ad una velocità di circa 23.400 chilometri orari. Si trova già ad una quota inferiore ai 160 chilometri e ciò significa che risente già molto dell’attrito degli strati superiori dell’atmosfera”. Ancora Focus: “Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi giorni? Stando a Holger Krag, Capo dell’Ufficio del Programma per la Sicurezza Spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea, è difficile valutare quanto materiale potrà arrivare a Terra dopo l’attraversamento dell’atmosfera, tuttavia non è da escludere che ne possa sopravvivere anche il 40 per cento. Dove, nel caso? Solo nelle prossime ore sarà possibile valutare l’effetto freno dell’atmosfera e definire con maggiore precisione le fasce di latitudine dove il frammento del razzo potrà cadere”.
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano