Abbiamo appena finito di contare lo scippo di 77 miliardi di euro al Sud e alla Sicilia a valere sulle risorse del Recovery Plan o Fund. Un ennesimo furto ai danni della Regioni del Mezzogiorno d’Italia ad opera del Governo di Mario Draghi con l’appoggio incondizionato di Lega, PD, Forza Italia, grillini, Liberi e Uguali e di quasi tutta l’informazione. L’ultima vergogna di un’Italia alla deriva, Paese dove la gestione della pandemia è stata e continua ad essere tra le più disastrose del mondo. Un Nord ridotto ormai a una male affastellata periferia della Germania, un Nord colpito duramente dalla pandemia anche a causa dell’inquinamento dovuto a un eccesso di industrie, a un eccesso di trasporti, a un eccesso di tutto ciò che può essere definito “investimenti produttivi” (ovvero per portare soldi ai privati, non certo benessere alla popolazione: vedi la privatizzazione della sanità lombarda con gli effetti devastanti nella gestione della pandemia), un Nord ormai azzoppato dal folle sistema economico imposto dall’Unione europea dell’euro – produrre per esportare, respirare per esportare, vivere per esportare, esportare esportare esportare come se i mercati fossero infiniti – un Nord che s’illude di continuare a vivere scippando al Sud e alla Sicilia tutto quello che può ancora scippare: lo scippo di 77 miliardi di euro del Recovery Fund e lo scippo di 2 miliardi di euro ai Piani di Sviluppo Rurale (PSR) delle Regioni del Sud e della Sicilia (solo all’agricoltura siciliana lo scippo costerà oltre 400 milioni di euro!) e, adesso, un altro scippo all’agricoltura denunciato dall’europarlamentare siciliano, Ignazio Corrao, nel corso dell’incontro promosso da Europe Direct di Trapani.
“La chiamano transizione verde, ma sembrerebbe l’ennesimo scippo al Sud da parte di un Governo che ha una visione del futuro dell’agricoltura davvero preoccupante. Da una parte la riduzione dei fondi di Sviluppo Rurale al Sud assolutamente inaccettabile. Dall’altra i soldi del PNRR per rafforzare agricoltura e zootecnia intensive, impacchettate con qualche spruzzata di verde. Tuttavia, si tratta solo dell’inizio, per questo auspico che nella fase di attuazione si possa migliorare. Secondo la nuova proposta di ripartizione del FEASR – spiega Corrao – per lo sviluppo rurale da parte del Ministero, il Sud perderebbe 407 milioni, di cui 123 in meno solo per la Sicilia, rischiando di violare non solo l’obiettivo di riduzione del divario tra le Regioni ma anche il regolamento comunitario 2220/2020. Alla mia richiesta di intervento alla Commissione UE per scongiurare la riduzione, la risposta è stata evasiva ma significativa: ancora non ci sono proposte concrete e bisogna fare presto”.
Allo scippo di 77 miliardi di euro del Recovery e allo scippo di 2 miliardi di euro sui PSR si aggiunge un ulteriore scippo di 407 milioni di euro di risorse FEASR, sigla che sta per Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. Fine degli scippi? Assolutamente no. C’è in discussione il PNRR, sigla che sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I fondi sono in fase di distribuzioe. Ma già si è capito cosa succederà. Ancora Ignazio Corrao: “A ciò si aggiunge un PNRR che enfatizza la transizione ecologica, ma che poi propone una visione del settore agricolo sconcertante, che ignora l’impatto degli allevamenti intensivi, l’inquinamento delle falde e i sistemi di produzione insostenibili: niente di tutto ciò compare nella lista di interventi previsti per il PNRR. Si chiude più di un occhio sugli allevamenti intensivi, responsabili principali dell’inquinamento da nitrati delle falde, con un maldestro tentativo di dipingerli di verde attraverso pannelli fotovoltaici. Manca l’agroecologia, la tutela della biodiversità, come se l’agricoltura non fosse un tassello fondamentale per la tutela ambientale. E poi l’assordante assenza delle bonifiche dei territori, che avrebbe costretto ad un maggior impegno nei confronti del Sud, come le zone SIN e i territori con le bonifiche promesse da decenni ma mai attuate. Questo Governo non può perdere un’occasione storica per cambiare il sistema agroalimentare una volta per tutte e indirizzarlo verso una vera sostenibilità Questo PNRR non sia lo scippo di risorse al Sud, l’ennesimo”.
Gli allevamenti intensivi di animali da carne, per la cronaca, si concentrano quasi tutti nel Nord Italia, grazie a un’interpretazione forzata di un contratto agrario: la Soccida. E’ una storia che abbiamo raccontato: allevamenti di animali trasformati in lager dove agli stessi animali vengono imposte sofferenze atroci per consentire ai nostri amici del Nord Italia di moltiplicare i guadagni. Danaro, danaro e danaro. Non solo si infliggono sofferenze atroci agli animali, non solo questi allevamenti-lager – che non hanno alcun legame con le aziende agrarie e con l’agricoltura – usufruiscono di un regime fiscale agevolato, ma inquinano anche l’ambiente. E per tenere ancora in piedi questo sistema folle che provoca sofferenze immani agli animali e inquinamento dell’ambiente che si fa? Una parte delle risorse del PNRR che dovrebbe andare al Sud e alla Sicilia viene trasferita al Nord per mantenere in piedi la lager-zootecnia del Nord! Tutto questo all’insegna della ‘Transizione ecologica’ delle minchie che volano! Tutto ciò – e questa la cosa veramente incredibile – tutto ciò – ovvero scippo di 77 miliardi di euro del Recovery a Sud e Sicilia, scippo di 2 miliardi di euro ai PSR delle Regioni del Sud, scippo delle risorse FEASR alle Regioni del Sud e alla Sicilia anche lo scippo al Sud e alla Sicilia di risorse PNRR – avviene con il consenso dei parlamentari nazionali eletti nel Sud e in Sicilia: eletti nel PD, in Forza Italia, nel Movimento 5 Stelle, in Liberi e Uguali e anche con la Lega, perché adesso nel Sud e in Sicilia anche la Lega prende voti! Questi parlamentari non hanno problemi a presentarsi al cospetto di chi li ha eletti. L’aspetto tragico – perché si tratta di una tragedia politica e umana – è che sono convinti di aver fatto il giusto. Nemmeno davanti a fatti oggettivi ci sarà modo di fargli capire che quello che stanno facendo è sbagliato. Togliere risorse al Sud e alla Sicilia è il ‘dovere’ dei parlamentari di Camera e Senato eletti al Sud e in Sicilia. La televisione e la ‘Grande informazione’ non stigmatizzano questi comportamenti. Anzi, chi a Roma, tra i meridionali e i siciliani, va ad occupare posti prestigiosi arriva lì proprio perché penalizza i propri territori di provenienza. Una forma di alienazione che non c’è verso di eliminare.
Foto tratta da Vesuvio Live
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