- Per la consigliera comunale della Lega la lite tra Orlando e i renziani potrebbe essere una sceneggiata per consentire al sindaco di essere sfiduciato e andare via da ‘vittima’
- Non escludiamo che si arrivi al paradosso…
Per la consigliera comunale della Lega la ‘lite’ tra Leoluca Orlando e i renziani potrebbe essere una sceneggiata per consentire al sindaco di essere sfiduciato e andare via da ‘vittima’
Comune di Palermo: non è che la polemica tra il sindaco Leoluca Orlando e i renziani è solo una mezza sceneggiata per consentire al primo cittadino di abbandonare una città che affonda? Il dubbio lo mette nero su bianco in un comunicato la battagliera consigliera comunale della Lega, Sabrina Figuccia: “Dopo aver perso la maggioranza in Consiglio comunale – si legge nel suo comunicato – il sindaco Orlando è diventato ormai il bersaglio preferito di tutti. Ma attaccare lui è come sparare sulla Croce Rossa. Nel 2017 il sindaco ha preso un solenne impegno con i palermitani, adesso lo deve onorare fino in fondo. E’ facile, adesso, invocarne le dimissioni o cercare di approvare una mozione di sfiducia per farlo andare a casa. Così sarebbe troppo facile, anche perché si farebbe il gioco di Orlando, abilissimo a trasformarsi in un martire, in una vittima, ribaltando così l’attuale situazione drammatica che vive la città. In questo residuo anno di consiliatura – prosegue Sabrina Figuccia – Orlando deve continuare a fare il sindaco: nel 2022 i palermitani tireranno le somme e, attraverso le urne, daranno il loro responso, che sicuramente sarà molto negativo. Se, invece, Orlando cadesse adesso, potrebbe, paradossalmente, cominciare a pensare ad un proprio ruolo per il futuro, magari come un ‘grande vecchio’ manovratore alle spalle di qualche suo fedelissimo, il che sarebbe una vera iattura per la città e per i palermitani. Non vorrei che noi ci trovassimo nella posizione di utili idioti e quindi involontari complici di subdole manovre tra Orlando e i suoi ex alleati di Italia Viva. Molto meglio un altro anno di Orlando e compagnia varia per non ritrovarcelo più tra i piedi in futuro”.
Non escludiamo che si arrivi al paradosso…
Insomma, Sabrina Figuccia pensa che il ‘divorzio’ tra Orlando e i renziani potrebbe essere frutto di un patto per mandare a casa il sindaco con una mozione di sfiducia, presentata magari dai consiglieri comunali di Italia Viva e – sempre magari – approvata anche dalle opposizioni di centrodestra. Orlando non si dimetterebbe, ma sarebbe stato ‘sfiduciato’ dal Consiglio comunale. Così facendo lascerebbe una città ormai a pezzi prima al commissario e poi al futuro sindaco. Ma la consigliera comunale della Lega mette le mani avanti: se il sindaco non è più in grado di proseguire, tra disastri amministrativi e ‘buchi’ di Bilancio che non è più possibile coprire, Orlando si può sempre dimettere, certificando il proprio fallimento politico e amministrativo. Da quello che leggiamo non escludiamo qualche passaggio paradossale: con i renziani che presentano la mozione di sfiducia al sindaco e le opposizioni che non la votano per fare restare Orlando sindaco, o quanto meno per costringerlo alle dimissioni…