Secca e radicale la protesta di Enna. In piazza scenderanno ristoratori, partite IVA, proprietari di palestre, bar, cinema, teatri, alberghi, agriturismi, discoteche, lavanderie, B&B, NCC, agenzie di viaggio, guide turistiche il mondo dello spettacolo
Riusciranno i nostri ‘eroi’ – il capo del Governo nazionale Mario Draghi e il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – a tenere i Siciliani chiusi in casa non tanto e non soltanto nel nome del Covid ma – soprattutto – nel nome della sanità pubblica smantellata nel nome delle demenziali e criminali politiche del rigore economico imposte Unione europea? Ne cominciamo a dubitare, sia per quello che vediamo nelle strade, sia per quello che leggiamo qua e là. Notevole la protesta che andrà in scena ad Enna Lunedì 26 Aprile, cioè tra due giorni. Titolo della manifestazione: “Mai più chiusi – Porta il tuo tavolo in piazza”.
“Servono nuove regole per ripartire”
Ecco il comunicato che annuncia battaglia: “Scenderanno in piazza al grido di ‘Mai più chiusi’. 10, 20, 100 tavoli apparecchiati per chiedere di riaprire i ristoranti, in sicurezza, ma subito. La manifestazione di Enna, Lunedì prossimo, 26 Aprile, in piazza Garibaldi, dalle 10 alle 13, è organizzata dai ristoratori ennesi ma parteciperanno, insieme, le partite IVA, i proprietari di palestre, di cinema, il mondo dello spettacolo, le lavanderie , i bar, gli alberghi, gli agriturismi, i B&B, le discoteche, gli NCC, le agenzie di viaggio, le guide turistiche, le pizzerie, i teatri per chiedere l’immediata riapertura delle attività commerciali , l’eliminazione del coprifuoco e aiuti concreti alle imprese. Secondo i ristoratori, tra le categorie più penalizzate dalle regole dei DPCM che si sono susseguiti, servono regole nuove per ripartire e nuovi accordi per affrontare i prossimi difficili anni. Non sono più accettabili ritardi e incertezze che stanno danneggiando la vita anche delle famiglie di questi lavoratori”.
Le richieste
Fra i punti che i ristoratori, insieme agli altri, chiedono, in linea con le richieste di altri gruppi di protesta italiani, ci sono:
Mai più chiusure
No al coprifuoco
Apertura, a pranzo e a cena, sia dentro che fuori i locali
L’eliminazione del distanziamento di 2 metri
Tavoli anche per i frequentatori abituali, non più solo congiunti
I voucher emergenziali
L’esonero della richiesta del Durc
Blocco degli sfratti
Blocco immediato del distacco delle utenze
Reali sostegno alle imprese
Azzeramento delle tasse comunali relative alle imprese danneggiate dal Covid
Politiche di rilancio delle città.
“Siamo stanchi di pagare il prezzo di norme che appaiono senza senso”
“Scenderemo per strada per rivendicare la dignità del lavoro. Siamo stanchi di pagare, insieme a poche altre categorie penalizzate, il prezzo di norme che appaiono senza senso – dicono -. Siamo allo stremo, perché i ristori sono stati inadeguati e, nonostante la nostra disponibilità all’osservanza di tutte le regole stabilite dai Governi, dobbiamo constatare, amaramente, che le nostre aspettative sono state disattese”. A fronte di sacrifici che durano da mesi e con un comparto in ginocchio, i ristoratori, lamentano le discriminazioni con le quali sono state effettuate le chiusure che hanno finito per penalizzare solo lacune categorie di lavoratori.
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