Un museo del Liberty nel luogo simbolo del ‘Sacco’ di Palermo dove un tempo sorgeva Villa Deliella. La storia di questo scempio

22 aprile 2021
  • Il Governo regionale di Nello Musumeci mantiene l’impegno: nell’area di Palermo dove sorgeva Villa Deliella verrà realizzato il Museo del Liberty
  • L’impegno dell’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà
  • Il progetto di Ernesto Basile e gli arredi dello ‘Studio Ducrot’ 
  • La confusione politica che nel 1959 andava in scena alla Regione – dove il Governo di Silvio Milazzo era sempre sotto ‘assedio ‘ – agevolò gli speculatori del Comune di Palermo 

Il Governo regionale di Nello Musumeci mantiene l’impegno: nell’area di Palermo dove sorgeva Villa Deliella verrà realizzato il Museo del Liberty

Un comunicato della presidenza della Regione siciliana annuncia che, a Palermo, nell’area dove sorgeva villa Deliella, verrà realizzato il museo del Liberty. E’ un impegno che il presidente, Nello Musumeci, ha preso con il Parlamento siciliano e con tutti i palermitani nei giorni in cui a Sala d’Ercole si discuteva della manovra finanziaria poi approvata. “Oggi, quell’impegno, è stato rispettato – dice Musueci -. Il governo regionale ha infatti stanziato tre milioni di euro per l’istituzione, a Palermo, del ‘Museo regionale del Liberty-Villa Deliella’ e dell’itinerario dell’Art Nouveau”. In pratica, la Giunta regionale siciliana ha dato il via libera alla proposta dell’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà. La parlamentare Marianna Caronia, durante il dibattito d’Aula sulla Finanziaria, ha provato a far approvare dal Parlamento una norma che poi è stata stralciata perché il presidente Musumeci si è impegnato a disporre nel più breve tempo possibile un atto amministrativo per avviare le procedure relative alla nascita del Museo e di un grande itinerario culturale connesso: impegno mantenuto.

L’impegno dell’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà

“Oggi è un giorno particolarmente importante – sottolinea l’assessore Alberto Samonà – perché si sana una ferita inferta oltre sessant’anni fa alla città di Palermo e alla Sicilia. La decisione di far nascere il Museo del Liberty è un atto politico forte che realizza un doppio risultato: rende la giusta visibilità a uno stile architettonico che ha contrassegnato un periodo memorabile della Sicilia e risarcisce moralmente e culturalmente l’intera comunità siciliana per la violenza subita. La decisione del governo Musumeci è, infatti, un segnale forte e non soltanto simbolico di ripristino di quella cultura della legalità, violata per troppi anni dal predominio di comitati d’affari politico-mafiosi”.

Il progetto di Ernesto Basile e gli arredi dello ‘Studio Ducrot’ 

La storia di Villa Deliella, che si trovava in piazza Francesco Crispi (per i palermitani Piazza Croci) è un po’ il paradigma del periodo passato alla storia come gli anni del ‘Sacco’ di Palermo. La villa  fu progettata dall’architetto Ernesto Basile – il progettista del Teatro Massimo di Palermo – nel 1898 per la famiglia dei principi Deliella, i coniugi Anna Drogo di Pietraperzia e Nicolò Lanza, un ramo dei Lanza Branciforte. Fu completata tra il 1907 e il 1909 dal costruttore Salvatore Rutelli. Gli arredi della villa erano dello ‘Studio Ducrot’, la celebre fabbrica di mobili della Palermo di quegli anni. L’idea di eliminare questa villa per realizzare chissà quale speculazione è dei primi anni ’50. Dire che la Regione siciliana di quegli anni si disinteressava del proprio patrimonio culturale – e quindi anche di quello architettonico – è ingeneroso. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, gli amministratori comunali di Palermo di fine anni ’50 approfittarono della confusione politica della Sicilia di quegli anni per abbattere Villa Deliella.

La confusione politica che nel 1959 andava in scena alla Regione – dove il Governo di Silvio Milazzo era sempre sotto ‘assedio ‘ – agevolò gli speculatori del Comune di Palermo 

Nel 1959 al Governo della Regione c’era il democristiano ‘eretico’ Silvio Milazzo. Proprio in quell’anno si celebrarono le elezioni regionali e Milazzo si presentò con un nuovo movimento – l’Unione Cristiana Sociale – facendo eleggere in Assemblea regionale siciliana una decina di deputati. Era un periodo particolare, perché il Governo Milazzo era sempre in difficoltà. La Regione aveva posto un vincolo su Villa Deliella, proprio perché era un’opera del Basile. Ma il vincolo venne contestato da un Consiglio comunale di Palermo che non doveva essere proprio molto interessato alla valorizzazione della cultura e, in particolare, dell’architettura. Siccome non erano passati 50 dal completamento dell’opera, il Comune di Palermo chiese (e ottenne? non l’abbiamo mai capito) l’eliminazione del vincolo. La Regione avrebbe potuto opporsi? Forse sì. Ma in quel momento – era il Novembre del 1959 – il Governo regionale di Silvio Milazzo era praticamente sotto ‘assedio’ (dopo qualche mese, Febbraio 1960, sarebbe stato sostituito da un nuovo Governo). Il Comune di Palermo ne approfitto per approvare una variante al Piano regolatore della città. E così villa Deliella venne abbattuta. Ma, forse per una sorta di pentimento, il cemento non ha mai preso il posto di Villa Deliella. Per decenni lo spazio è stato adibito a parcheggio ed è stato sede di un autolavaggio. Ora si dovrebbe cambiare musica. E questo va a merito dell’assessore Samonà, nipote di un grande protagonista del mondo dell’architettura siciliana e italiana, il professore Giuseppe Samonà.

 

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