Storia & Controstoria

Ieri foto di meridionali scannati dai Savoia vendute come cartoline o cartes de visite, oggi il Sud presentato tra mafia, ‘ndrangheta e camorra/ MATTINALE 459

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  • Ieri la denigrazione dei ‘cafoni’ meridionali e siciliani serviva ai piemontesi per giustificare gli scippi al Sud e alla Sicilia; oggi la denigrazione di Sud e Sicilia serve per giustificare gli scippi su Recovery Fund e agricoltura 
  • Quando le foto delle teste mozzate dei meridionali e dei siciliani venivano vendute a Torino come cartoline o cartes de visite a prezzi elevati 
  • Oggi è sufficiente ricordare che i luoghi del Sud e della Sicilia sono infestati da camorra, ‘ndrangheta e mafia e il gioco è fatto

Ieri la denigrazione dei ‘cafoni’ meridionali e siciliani serviva ai piemontesi per giustificare gli scippi al Sud e alla Sicilia; oggi la denigrazione di Sud e Sicilia serve per giustificare gli scippi su Recovery Fund e agricoltura 

Cos’è cambiato dal 1860 ad oggi in Italia nel rapporto tra Nord da una parte e Sud Italia e Sicilia dall’altra parte? Poco o nulla. Dopo la ‘presunta’ unificazione italiana, per giustificare la sistematica rapina delle banche del Sud da parte dei piemontesi e la deindustrializzazione del Sud, era di moda presentare le contrate meridionali come luoghi abitati da incivili che andavano civilizzati. Una guerra civile contro gli invasori piemontesi venne trasformata in una guerra dello Stato italiano appena nato contro i ‘Briganti’. I briganti, in realtà, erano i piemontesi che con il tradimento degli alti ufficiali del Regno delle Due Sicilie avevano agevolato la conquista del Sud da parte dello scalcagnato Piemonte. Ma gli ‘storici’ hanno cambiato le carte in tavola. Così come negli anni successivi al 1860 bisognava giustificare lo scippo ai danni del Sud e della Sicilia (a questo servivano gli studi dello ‘scienziato’ Cesare Lombroso sulle teste mozzate dei meridionali ancora oggi conservate nel museo Lombroso di Torino), oggi bisogna giustificare lo scippo già programmato al Sud e alla Sicilia delle risorse del Recovery Fund e dei fondi agricoli delle Regioni del Sud. I 60 miliardi del Recovery Fund destinati al Sud e alla Sicilia andranno al Nord e 2 miliardi che verranno scippati alle Regioni del Sud e alla Sicilia andranno alle Regioni del Nord. Ieri i ‘cafoni’ meridionali erano tutti delinquenti, oggi, quando c’è da denigrare il Sud e la Sicilia, si rispolverano camorra, ‘ndrangheta e mafia. E tutto fila!

Quando le foto delle teste mozzate dei meridionali e dei siciliani venivano vendute a Torino come cartoline o cartes de visite a prezzi elevati

Interessante, a proposito della denigrazione delle genti del Sud, un passo del volume di Gigi Di Fiore, Briganti (che leggiamo su Regno delle Due Sicilie.eu): “Il brigantaggio fu anche il primo e determinante banco di prova delle narrazioni, infarcite di pregiudizi, che gli italiani del Nord costruirono sugli italiani del Sud. Ne furono strumento le fotografie propagandistiche scattate dopo le azioni militari. Tutti i fotografi erano autorizzati dagli ufficiali. Fu molto attivo, per esempio, Emanuele Russi, che scattò centinaia e centinaia di immagini. I soggetti erano uomini e donne catturati, o uccisi. I cadaveri venivano sorretti dai soldati per dare l’illusione che fossero ancora in vita. Immagini lugubri, spente, più macabre delle teste mozzate o dei corpi senza vita abbandonati in bella vista come monito a ridosso dei paesi. Dietro ogni immagine, Russi annotava con scrupolo le generalità del brigante, la località e la data del conflitto, unendovi anche qualche suo commento illustrativo. Su una foto, scriveva: ‘I segni neri al volto sono baionette di sangue’. Con Russi, furono impegnati nella stessa attività altri fotografi autorizzati come Ferdinando Caparelli di Caserta, Giuseppe Chiariotti di Benevento, Raffaele Del Pozzo di Salerno. E poi molti altri rimasti anonimi. Quelle immagini, vendute come cartoline o cartes de visite, venivano acquistate a prezzi elevati a Torino, la capitale. Guardando quei volti di ‘bruti e barbari”’, la borghesia e l’aristocrazia piemontese rafforzavano sempre più le loro convinzioni sul rozzo meridionale da civilizzare, che sapeva solo macchiarsi di violenze e omicidi. Divennero uno spettacolo, una forma di racconto da ammirare a piacimento, il corpo senza vita di Ninco Nanco dopo la sua misteriosa uccisione, lo scempio sul cadavere del capo brigante Vincenzo Palmieri, i volti seviziati di Giuseppe Leone e Domenico Savastano. E poi le donne dei briganti, chiuse nei loro costumi e indecifrabili nei loro sguardi, nelle foto più richieste”.

Oggi è sufficiente ricordare che i luoghi del Sud e della Sicilia sono infestati da camorra, ‘ndrangheta e mafia e il gioco è fatto

Oggi i tempi sono cambiati. Non ci sono più i briganti. L’Italia è cambiata. Il Sud Italia e la Sicilia sono cambiati. Ma vale sempre la pena, se si è in prossimità di nuovi scippi che il Nord si accinge ad effettuare ai danni del Sud, rispolverare camorra, ‘ndrangheta e mafia. Si potrebbe parlare delle tante cose che sono cambiate in positivo nel Sud e in Sicilia. Se proprio è necessario parlare di mafia, si potrebbe parlare del ruolo svolto dallo Stato italiano dal 1860 ad oggi e, soprattutto, del ruolo di uomini dello Stato nelle stragi del 1992. Perché no, se se ne parla anche in atti processuali? Certo, si potrebbe obiettare che, forse, sarebbe più corretto spiegare il perché, dal 2000 al 2017, il Nord Italia ha scippato al Sud e alla Sicilia 840 miliardi di euro, come ha documentato l’Eurispes. Ma no, non scherziamo: ma come, bisogna scippare al Sud altri 60 miliardi di euro di Recovery Fund e 2 miliardi alle agricolture delle Regioni meridionali – tutti soldi destinati alle Regioni del Nord – e ci mettiamo a raccontare la verità? In questa fase meglio ricordare quanto sono cattivi camorristi, ‘ndranghetisti e mafiosi, come hanno rovinato le città del Sud, e come i soldi dati al Sud e alla Sicilia finirebbero a camorra, ‘ndrangheta e mafia (mentre l’economia del Nord è tutta ‘pulita’…). Un po’ quello che ha fatto Berlusconi in Sicilia tra il 2001 e il 2006: nel 2001, in campagna elettorale, prometteva la riapertura del casinò di Taormina; una volta al Governo, il suo Ministro degli Interni diceva che il casinò di Taormina non si poteva riaprire perché in Sicilia c’era la mafia… E la cosa incredibile è che, in Sicilia, ci sono ancora persone che votano Berlusconi e Forza Italia!

 

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