- Gli otto punti fermi dei consulenti della famiglia Mondello Carmelo Lavorino e Antonio Della Valle
- “Viviana non ha ucciso Gioele e non si è uccisa”
- La polemica sulle fratture di Viviana
di Teresa Frusteri
Gli otto punti fermi dei consulenti della famiglia Mondello Carmelo Lavorino e Antonio Della Valle
Giallo di Caronia. Stoccate per tutti arrivano dal criminologo Carmelo Lavorino, che sulle morti di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele ha le idee chiare e le difende. Così, in un post su Facebook, ribadisce che “Viviana non ha ucciso Gioele e non si è uccisa” e replica a chi sembra avere messo in dubbio alcuni passaggi della ricostruzione operata dai consulenti della famiglia Mondello (Antonio Della Valle, Enrico Delli Compagni e lo stesso Lavorino). Nel post il criminologo Lavorino e il medico legale Antonio Della Valle sottolineano “otto punti fermi”.
“Viviana non ha ucciso Gioele e non si è uccisa”
1. Viviana non ha ucciso Gioele e non si è uccisa. Non vi è stato alcun crollo psicotico da parte di Viviana. Viviana non è precipitata da quel traliccio.
2. Viviana e Gioele sono morti in seguito a precipitazione in un invaso con acqua e lì sono rimasti per diverse ore: lo stato dei corpi, le fratture e alcuni segni particolari e fortissimi indicatori fanno concludere per quanto si è rilevato.
3. In seguito sono stati estratti da una “combinazione criminale”, traslati e posizionati in punti diversi distanti fra di essi circa 500 metri in linea d’aria e oltre un km in tragitto viario. Valutare con attenzione il significato di “combinazione criminale” e “traslazione”.
4. Abbiamo indicato alla Procura diverse attività investigative che noi non abbiamo la facoltà e il potere di esperire.
5. Siamo in attesa di tutti i risultati degli accertamenti tecnici e investigativi.
La polemica sulle fratture di Viviana
6. Chi parla di “assenza di fratture sui talloni di Viviana quale prova di non precipitazione” sbaglia in modo plateale, perché quel dato in primis ancora è in verifica e poi le fratture al femore e al ginocchio provano l’esatto contrario… oltre alla ricostruzione della dinamica precipitatoria.
7. Chi parla di “saponificazione” del corpo di Viviana sbaglia perché tale condizione è intervenuta solo adesso e per l’inadeguata, incongrua e non monitorizzata conservazione del cadavere.
8. Smentiamo in modo categorico quei “cacciatori di tracce invisibili” che invece di tutelare le iniziative e gli interessi delle persone offese dal reato:
A) pensano inconsciamente a ingraziarsi le simpatie degli Inquirenti ai quali sono legati evidentemente da un cordone ombelicale mai reciso;
😎 non conoscono la differenza fra il Laser Scanner utile alla RITRIDEC (Ricostruzione Tridimensionale del Crimine) e le riprese video e fotografiche con attrezzature Laser 3D;
C) si adeguano ad analizzare gli scenari posti e imposti loro dagli Inquirenti e dai loro Consulenti senza prendere in considerazione alternative logiche e plausibili, così dimenticando la creatività e la libertà del pensiero scientifico-forense-investigativo;
D) elaborano ed interpretano i dati investigativi-forensi UNO ALLA VOLTA, senza saperli collegare in modo globale, sistemico, creativo, logico e scientifico;
E) dimenticano che “l’assenza di tracce è una TRACCIA MOLTO FORTE” e che, quindi, non essendoci tracce di Viviana sul traliccio e viceversa, essendo le fratture riportate da Viviana incompatibili con la precipitazione dal traliccio, non essendoci alcuna traccia/prova di un avvenuto tragitto di Viviana sino al traliccio, hanno l’obbligo LOGICO-SCIENTIFICO-FORENSE di concludere che il corpo di Viviana è stato traslato dal luogo della morte sino al traliccio.
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