Sotto il titolo “Ma tanto a loro che gliene importa?” va, sul blog di Siciliani Liberi, una riflessione di Giuseppe Fecarotta sulla situazione economica a Palermo alla luce del blocco delle attività economiche nel nome del Covid. “Ci risiamo. Ci ritroviamo punto e a capo. I potenti di turno e i contagi si sono abbattuti su alcune fasce della popolazione. È stato ordinato l’isolamento per i cittadini. Perché i politici non si rimboccano le maniche e non si adoperano per regolamentare la sanità, l’economia e la sicurezza della città? È troppo facile avvalersi dell’opzione ‘chiusura’, che ci mortifica e ci impoverisce, in tutti i sensi, senza peraltro migliorare la situazione. Ma tanto a loro che gliene importa? E soprattutto: di chi è la colpa se, nonostante le chiusure precedenti, i contagi sono comunque aumentati? Di chi ha festeggiato o dei politici e delle forze dell’ordine che non hanno saputo elaborare alcuna strategia contenitiva? Perché in strada non c’è nessuno a controllare che le misure di contenimento vengano rispettate? Perché non sono state mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e anche i volontari?”.
Argomento povertà. “Si parla di povertà in città – prosegue l’articolo -. Ma che povertà, esattamente? Siamo sempre ricchi di manodopera, di intelligenze, di capacità produttive. Sappiamo fare, valorizzare ed esportare. Queste sono ricchezze della nostra città, della nostra isola. Dovremmo essere messi nelle condizioni di farle fruttare, nel rispetto delle regole. Rispettare le regole conviene a tutti. Invece, a quanto pare, è più facile metterci tutti in gabbia. I governanti rilasciano comunicati errabondi. Tutto viene deciso all’ultimo minuto, vengono pubblicati video indecorosi in cui ci si rivolge ai cittadini con toni e parole più adatti al pubblico infantile di un teatro di marionette che a una cittadinanza. Ma l’incompetenza dietro certe decisioni nefaste è sotto gli occhi di tutti o solo di alcuni? Chi stravede per i grandi modelli europei – che ha applicato a progetti obsoleti e costosissimi per la viabilità e le strade cittadine – non conosce forse soluzioni come Check & Go, Click and Meet, o Salta la Fila, o app come By Appointment? Purtroppo, accanto ai politici incapaci di concepire misure che facciano davvero il bene della città (figuriamoci poi di applicarle), i rappresentanti di categoria brillano per la loro inconsistenza. Dobbiamo impedire che la nostra città e la nostra regione siano avvelenate, prima che si arrivi a un punto di non ritorno”.
“Se davvero il problema da affrontare è il contagio – leggiamo sempre nell’articolo di Fecarotta – bisognerebbe avvalersi delle forze dell’ordine e far rispettare le norme nel luogo e nel momento in cui vengono trasgredite. Se davvero il problema da affrontare è il contagio, stop alle chiusure forzate e avanti con il rispetto delle regole giuste. Nello specifico, per quanto riguarda il commercio – forza indiscussa dell’economia locale – il criterio per decidere chi sta aperto e chi no non dovrebbe essere la ‘primaria importanza’ o l’ ‘indispensabilità’, ma il rispetto delle regole: se chi vende pane trasgredisce le regole, deve stare chiuso, anche se vende pane; e se chi vende gioielli o vestiti le rispetta, gli si deve riconoscere il diritto di stare aperto, anche se vende gioielli o vestiti. Questo discorso in linea di principio vale sempre, ma soprattutto se – e soltanto se – davvero il problema da affrontare è il contagio. I cittadini non possono essere trattati come numeri o come animali incapaci di usare la ragione. Peraltro, se continua a essere maltrattato dal padrone, anche il cane più fedele prima o poi comincerà a ringhiare e a mordere, e infine se ne andrà altrove”.
“Noi cittadini non abbiamo certo la risposta in tasca, ma chiediamo ai politici di compiere il loro dovere e di onorare la nostra terra, il nostro lavoro, il nostro presente e futuro. Il bene della città non si fa con le chiusure indiscriminate. Lo si fa prendendo atto dei problemi con serietà e consapevolezza, indagando, studiando, confrontandosi, attivandosi, ascoltando e selezionando proposte come l’Helicopter money, sostenendo i cittadini con energia e spirito positivo. Il bene della città si fa anche preoccupandosi degli effetti dei provvedimenti che vengono presi. Andare avanti con le chiusure indiscriminate, senza utilizzare gli spazi pubblici all’aria aperta e vivendo alla giornata, significa macchiarsi di una colpa storica di cui saranno solo i cittadini a piangere le conseguenze. Per molti, molti anni. Anzi… Siamo sicuri che dietro questo assordante silenzio delle istituzioni non ci sia una clamorosa beffa? Ci sarà qualcosa che a loro importa veramente?”.
P.S. Dimenticavo: ma a quanto ammonta la nostra paghetta per questa settimana?
Foto tratta da Blog Sicilia