Palermo e provincia in zona rossa per aumento di contagi e varianti: ma di quali varianti del virus si tratta?/ MATTINALE 448

10 aprile 2021
  • La risposta a questa domanda è importante, perché ci sono varianti del virus che possono resistere a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini  
  • Per la cronaca, in Sicilia è già presente la variante nigeriana
  • I ventenni infettati a Catania e lo ‘strano caso’ di Caltanissetta, da quasi un mese in zona rossa con i contagi che aumentano

La risposta a questa domanda è importante, perché ci sono varianti del virus che possono resistere a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini  

Mezza Sicilia è in zona ossa. A cominciare da Palermo e provincia. Che sta succedendo? Possibile che la responsabilità sia solo e sempre della popolazione che non rispetta le prescrizioni anti-Covid per evitare i contagi? A noi la cosa non convince molto. E non ci convince soprattutto che a Palermo e provincia si parli di varianti del virus genericamente, senza indicare di quali varianti del virus SARS-COV-2 si tratti. Non è una cosa di poco conto. Sarebbe interessante capire se si tratta di varianti nuove, che si sono selezionate in Sicilia; o se, invece, si tratta di varianti arrivate da fuori, portate in Sicilia da chi è arrivato da altre Regioni italiane o dall’estero. Il Governo regionale, su Palermo e provincia, dove la situazione si va aggravando, dovrebbe essere preciso. La conoscenza sule eventuali varianti del virus presenti è necessaria per rispetto verso i cittadini, che dal 24 Dicembre dello scorso anno ad oggi, sono passati da una chiusura all’altra; e anche per rispetto verso le imprese che, in questo momento a Palermo e provincia stanno pagando un prezzo elevatissimo.  Non solo è necessario capire che tipo di varianti del virus ci sono in circolazione: se si sono selezionate nella nostra Isola e se sono arrivate da fuori; ma è anche fondamentale sapere se tali varianti sono bloccate dai vaccini che si stanno somministrando. Tutto questo il Governo regionale – sentiti i consulenti tecnici – lo dovrebbe mettere per iscritto.

Per la cronaca, in Sicilia è già presente la variante nigeriana

Sappiamo, ad esempio, che la variante nigeriana è ormai presente in Sicilia: “La variante nigeriana, come tutte le varianti – leggiamo in un articolo di Star Magazine – presenta diverse mutazioni, alcune specifiche, altre presenti anche in altre varianti di Covid-19. La mutazione specifica della variante nigeriana, rinominata dagli scienziati Q677H, è presente nella proteina Spike, quella utilizzata dai vaccini di ultima generazione. La variante B.1.525 presenta anche 3 mutazioni in comune con la variante inglese, tra le quali la 501Y quella responsabile di una maggiore virulenza, e una, la E484K, con la variante sudafricana e variante brasiliana del Covid-19″. E ancora: “Dalle simulazioni è emerso che la mutazione Y501 permette al virus di legarsi alle cellule umane con maggiore facilità e di rimanerci legato in modo più saldo e quindi di attaccarle in modo più efficace. Da questo si presume che derivi la sua maggiore virulenza. La variante nigeriana condivide la mutazione E484K con quella brasiliana e sudafricana. Allo stesso modo, dunque, potrà essere più difficile da contrastare con le terapie che si basano sugli anticorpi. È altamente probabile, secondo gli studiosi, che questa mutazione conferisca una elevata resistenza a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini. Sulla resistenza ai vaccini, aumentata dalla mutazione E484k, il COVID-19 Genomics UK (COG-UK) Consortium ha pubblicato uno studio che evidenzia la resistenza al vaccino a mRNA Pfizer BNT162b2″. E’ chiaro, allora, perché è necessario capire che tipo di varianti ci sono in giro?

I ventenni infettati a Catania e lo ‘strano caso’ di Caltanissetta, da quasi un mese in zona rossa con i contagi che aumentano

La situazione si complica in tutta la Sicilia, se è vero che in 24 ore sono stati registrati mille e 500 contagi. A Catania, come racconta al quotidiano La Sicilia il primario della Pneumologia Covid del Cannizzaro e primario Utir, Sandro Distefano, cresce la preoccupazione peri ventenni. Questa la sua spiegazione: “Le eccezioni in questa pandemia e nelle infezioni in genere ci sono sempre state e anche un ragazzo può aggravarsi e rischiare. E’ già capitato in passato. Certo i numeri di adesso non li avevamo mai visti. Ma addebiterei questi casi in età giovanile alla superficialità dei ragazzi nell’approccio verso la malattia, non a un virus che sta mutando in senso più cattivo. Noi medici non ci stanchiamo di ripetere che se vogliamo uscire tutti da questa pandemia dobbiamo continuare a rispettare le norme di sicurezza e attendere le vaccinazioni. Ma ognuno deve fare la propria parte”. Completamente diverso lo scenario a Caltanissetta, che da quasi un mese di trova in zona rossa. Leggiamo su Live Sicilia: “E’ lo ‘strano caso’ di Caltanissetta, poco più di 60 mila abitanti. Erano 250 i positivi al Covid a metà Marzo quando il Comune si colorò di rosso, adesso sono oltre 700, quasi il triplo. Nonostante le restrizioni, dunque, i casi di Covid non solo non sono diminuiti, anzi sono aumentati di giorno in giorno, creando allarme in città. Eppure da quasi un mese le scuole sono chiuse e i ragazzi studiano in Dad, bar e ristoranti sono inaccessibili, parchi e luoghi di aggregazione off limits”. A Caltanissetta le restrizioni non hanno dato risultati positivi e i casi sono aumentati lo stesso: il virus ha colpito il 7% della popolazione, con circa 4 mila le persone poste in quarantena. Per ora ci sono 55 i pazienti ricoverati nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Sant’Elia; di questi, sei si trovano in terapia intensiva. A Caltanissetta si sa qualcosa in più sulle varianti del virus: “Mi sono consultato con medici ed esperti – dice il sindaco della città Roberto Gambino -. La variante inglese, molto più aggressiva, impone un tracciamento a ritroso di due settimane, rendendo più complessa l’azione di tracciamento”.

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