Niente: oggi è destino che dobbiamo scrivere dei fatti di Palermo. Stamattina alle otto la ressa allucinante davanti a una scuola elementare in via Alessio Narbone (zona rossa alla palermitana, come la cotoletta…); poi la sceneggiata meta-giuridica sul Tram, con il solito prego si accomodi al Comune di Palermo; ora la battagliera consigliera comunale Sabrina Figuccia ci racconta quello che sta succedendo all’Amat, Azienda controllata dal Comune che, in teoria, si dovrebbe occupare del trasporto delle persone, ma che in pratica non può pagare nemmeno gli stipendi.
“Mentre Amat e Comune litigano – scrive la consigliera comunale della Lega – i dipendenti dell’azienda di via Roccazzo (via Roccazzo è la via dove ha sede l’Amat a Palermo ndr) ancora aspettano lo stipendio di Marzo e la città rischia di ritrovarsi, da un giorno all’altro, senza autobus per le strade di Palermo. Da troppo tempo, da oltre 40 anni, il sindaco Leoluca Orlando alimenta una macchina dove non funziona nulla, dove gli sprechi sono all’ordine del giorno. Se davvero si vuole salvare il salvabile, soprattutto le aziende partecipate, è indispensabile agire in una logica di razionalizzazione e di produttività, unica strada possibile da percorrere. E’ inutile, adesso, parlare di tagli ai fondi comunali, non è un’azione che si può chiedere ad un’Azienda che ha avuto dei costi e che quindi ha emesso delle fatture”.
“Anche il più inetto degli amministratori – prosegue Sabrina Figuccia – sa bene che è necessario concordare in fase preventiva quali siano i costi dei servizi e quindi agire di conseguenza, non si può certo intervenire a fine anno, quando i servizi sono già stati erogati. Quella di Orlando e del suo assessore Catania (Giusto Catania, assessore comunale alla mobilità ndr) è una posizione davvero surreale, come lo è stato il pignoramento delle 33 auto dell’Amat, che, anche se è una Spa, è interamente di proprietà del Comune: in pratica, Orlando ha pignorato sé stesso. Insomma, tutti ormai hanno capito che è soltanto uno scontro politico, dove il sindaco e l’assessore hanno assunto una posizione folle o strumentale, buona soltanto per un inutile braccio di ferro, di cui stanno pagando il conto i dipendenti dell’Amat e i cittadini”.
Piccola precisazione: i vertici dell’Amat li nomina l’amministrazione comunale. Morale: va messo nel conto che lo ‘scontro’ tra Comune e Amat possa essere, in realtà, solo una sceneggiata per prendere tempo. A nostro modesto avviso, come direbbero a Oxford, “stannu finennu ‘i picciuli”…