da Erasmo Vecchio
presidente di Identità Siciliana
riceviamo e pubblichiamo
Dopo il ‘Sistema Montante’ ex Presidente di Confindustria Sicilia, le cui indagini hanno scoperchiato una ragnatela di corruzione e connivenze tra politica e truffaldineria, ora la Sicilia guarda sgomenta ad un altro “Sistema” che, se accertato, sarebbe ancora peggiore: il ‘Sistema Razza & Musumeci’. Il primo direttamente implicato insieme a complicità e collusioni interne ed il secondo perché ad affidare all’avvocato Razza il delicato ruolo di capo della Sanità in Sicilia è stato proprio il Presidente della Regione, Nello Musumeci, che lo ha imposto riponendo in lui illimitata fiducia e tante belle speranze. Alla Regione siciliana era stato messo in atto un criterio scellerato per mantenere l’indice dei contagi sotto il livello di guardia e scongiurare zone arancione o rosse, raccogliendo con ciò consensi mediatici e politici, se non applausi, a scena aperta. Il soggetto passivo del disegno criminale sarebbe stato il Popolo siciliano. Il sistema era: meno morti, meno allarme sociale. Il gioco era facile: aumentiamo il numero dei tamponi al fine di ridurre il rapporto tra tamponi eseguiti e morti. Se necessario “spalmiamo” il numero dei morti in più giorni al fine di monitorare i dati con lucida furbizia.
A chiarire quali danni ciò ha causato sarà la magistratura che dovrà chiarire ed individuare le complicità ai diversi livelli. Vedo già i commenti, che a livello nazionale certamente non mancheranno, in merito ad una autonomia che i Siciliani dimostrerebbero di non meritare. Ne basta ed avanza per commissariare la Regione siciliana a tutela di altre gravi nefandezze. Il Commissariamento eviterebbe di lasciare al comando uomini che potrebbero contrastare le indagini. Razza, uomo di legge, si è responsabilmente dimesso. Musumeci deve fare altrettanto e le pressioni politiche dei partiti e dei parlamentari non possono, e non devono, arrestare un giusto e severo percorso di giustizia. Musumeci ha il diritto, ed il dovere, di illustrare le sue ragioni ma la dignità impone un atto di responsabilità doloroso e necessario. A giudicare i fatti sarà il nostro Popolo che dovrà essere, oggi più che mai, inflessibile. Lo dobbiamo ai nostri morti, alla devastante crisi economica, alla dignità oltre a tutti coloro, e sono tanti, che credono ancora nella giustizia.
Foto tratta da Nuovo Sud