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Aiuti alle imprese in crisi: i ristori del Governo Draghi non sono del 60%, ma del 5%!

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  • Sulla vicenda intervengono i parlamentari regionali di Attiva Sicilia Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo
  • L’economista Valerio Malvezzi spiega come il Governo nazionale stia prendendo per i fondelli gli imprenditori millantando ristori che non ci sono
  • Unicoop Sicilia: chi non ha subito danni viene favorito rispetto alle imprese realmente danneggiate
  • “Così si rischia la desertificazione delle imprese del Sud e siciliane in particolare”

Sulla vicenda intervengono i parlamentari regionali di Attiva Sicilia Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo

Sui ristori in favore delle imprese disposti dal Governo nazionale di Mario Draghi – o meglio, sulla verità di questi ristori tanto celebrati dalle fanfare governative – stanno facendo un ottimo lavoro due parlamentari regionali di Attiva Sicilia: Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo. “Da un anno a questa parte – scrivono i due deputati del Parlamento siciliano – le piccole e medie imprese stanno pagando il prezzo più alto della crisi economica generata dalla gestione della pandemia COVID-19. E tutto questo non è ammissibile. In senso più generale, lo Stato, che impone misure restrittive per limitare i contagi da questo virus, dovrebbe altresì mettere in atto, contestualmente, azioni di contenimento per prevenire le potenziali conseguenze, soprattutto economiche, oltre che sociali, di questi provvedimenti. Tutto ciò non è avvenuto e non sta avvenendo. Sul piatto della bilancia – continuano Mangiacavallo e Tancredi – pesa molto di più la crisi di numerosi settori che, oggi come in passato, rappresentano l’asse portante dell’economia italiana e siciliana. Il settore turistico, ad esempio, è totalmente al collasso. E con esso stanno soffrendo più di chiunque altro gli imprenditori del settore della ristorazione, delle arti, delle attività ricettive, della cultura, dello sport, del commercio. Non si possono bilanciare le perdite subite da numerose partite IVA continuando ad elargire loro elemosine proposte sotto il nome di ristori. Le tasse sono state soltanto sospese e non cancellate, gli affitti e le altre spese, compresi gli investimenti per affrontare la pandemia, non sono stati nemmeno considerati”.

L’economista Valerio Malvezzi spiega come il Governo nazionale stia prendendo per i fondelli gli imprenditori millantando ristori che non ci sono

“Lo Stato – affermano i due deputati – invece che proporre ristori, mai elargiti puntualmente, dovrebbe risarcire per intero gli investimenti economici affrontati da queste aziende durante tutto il periodo di lockdown e chiusure forzate, nonché buona parte dei mancati guadagni, calcolati sulla media degli esercizi finanziari precedenti, al netto dei miseri ristori già ottenuti. Solo così è possibile salvarli e salvare l’intera economia del Paese. Presto, di questo passo, non sarà neppure possibile pagare gli stipendi. Se non si interviene subito con uno shock amministrativo ed economico pari a quello generato con la gestione della pandemia, sarà difficile contenere un prevedibile scontro sociale di cui ne stiamo avvertendo le avvisaglie in questi giorni. La Politica, tutta, deve avere il compito, fin da subito, di indirizzare il dissenso di questi giorni verso forme di protesta che non può essere repressa e che non deve mai diventare violenta”. Sulla pagina Facebook di Sergio Tancredi trovate un video del professore Valerio Malvezzi – economista e commercialista – dove, ‘numeri’ alla mano, si dimostra che i ristori del Governo Draghi, sbandierati come aiuti al 60%, in realtà coprono meno del 5% dei ricavi!

Unicoop Sicilia: chi non ha subito danni viene favorito rispetto alle imprese realmente danneggiate

Sui ristori intervengono anche la vice Presidente regionale di Unicoop Sicilia, Eleonora Contarino che, assieme al Presidente regionale, Felice Coppolino: “Sulla base di quanto prevede la norma appena approvata dal Governo nazionale – scrivono i due esponenti di Unicoop Sicilia – il contributo spetterebbe sempre e, comunque, a chi ha aperto una partita IVA dal 2019 in avanti, a prescindere dall’eventuale calo di fatturato subito. E così, tante imprese percepiranno la somma minima di 1.000 o 2.000 euro, senza aver avuto alcun danno o addirittura avendo registrato un aumento del proprio giro d’affari”. Eleonora Contarino e Felice Coppolino sottolineano “non solo l’inadeguatezza della misura, ma anche la sua iniquità”.  “Viceversa – aggiunge la Contarino – tutte quelle cooperative che noi assistiamo ed operanti nei settori più colpiti: ristorazione, turismo, cultura che, applicando la percentuale prevista al calo di fatturato medio mensile, riceveranno un esiguo contributo pari a neanche il 10 per cento delle perdite subite, peraltro dopo mesi di attesa. Un fatto questo che consideriamo estremamente nocivo, così come il goffo tentativo da parte del Governo che sta tentando di correre ai ripari, eliminando sia il grave danno causato, che l’ingiustizia subita dalle imprese. Aver demonizzato il meccanismo dei codici Ateco – conclude la vice presidente di Unicoop Sicilia – ha soltanto prodotto l’assurdo risultato di far arrivare risorse a chi non ha subito danni o perlomeno non quanto a chi, invece, è stato costretto a chiudere o a limitare pesantemente la propria attività”.

“Così si rischia la desertificazione delle imprese del Sud e siciliane in particolare”

“Quanto denunciato da Unicoop Sicilia – aggiunge il Presidente regionale di Unicoop Sicilia, Coppolino – fotografa una triste situazione che di fatto ha danneggiato tutte quelle imprese che più delle altre hanno pagato un conto salatissimo a causa del Covid19. Non è più possibile perdere tempo ma occorre, invece, intervenire subito con capacità e chiarezza. Sarebbe auspicabile – conclude Coppolino – oltre che investire giustamente in una campagna vaccinale più efficiente, ripensare tutto il sistema di aiuti, adempimenti e tutele (dalle scadenze fiscali alla Cassa integrazione al riconoscimento di crediti d’imposta) per i comparti più colpiti, a meno che qualcuno non abbia già deciso e pianificato la desertificazione delle imprese del Sud ed in particolar modo di quelle siciliane. Un’ecatombe che auspichiamo non accada mai”.

Foto tratta da Economy Mag 

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