Giallo di Caronia, ovvero la morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele. L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: in questa storia piena di ombre qualche luce si comincia a intravedere da quando in scena sono entrati – per conto della famiglia Mondello (Daniele Mondello è il marito di Viviana Parisi e il padre del piccolo Gioele) – il criminologo Carmelo Lavorino, l’antropologo forense e medico legale, Antonio Della Valle, ed Enrico Delli Compagni, psicologo forense. A loro si deve una possibile ricostruzione dell’accaduto che si sintetizza in quattro scenari di partenza. Si tratta, ovviamente, di ipotesi, ma considerato che in questa vicenda i punti oscuri (e in alcuni casi ancora non chiariti) non mancano, i quattro scenari ipotizzati dai tre professionisti vanno esaminati, quanto meno per andare al di là delle ricostruzioni fatte fino ad oggi, che appaiono insufficienti. Vediamo questi quattro scenari.
Primo scenario: Viviana e Gioele erano nella vettura Opel. Questo è lo scenario che è stato considerato fino ad oggi. E’ quello che si è detto e che i tre consulenti così sintetizzano: Viviana Parisi, dopo aver sistemato la casa e preparato il pranzo, esce dalla propria abitazione di Venetico ( Comune di poco meno di 4 mila abitanti in provincia di Messina) con il figlioletto alle 9 e 31. Imbocca l’autostrada Messina-Palermo e alle 10 e 30 arriva al Castello di Sant’Agata: ci sono biglietto e registrazione vocale. Ha percorso 64 Km in 88 minuti. Alle 10 e 33-10 e 34 c’è una sosta al distributore di benzina più il tempo di arrivo al Castello: sono 15-16 minuti. Alle 10 e 52 c’è il biglietto orario di entrata in autostrada e la vettura, da Castello Sant’Agata, prosegue verso Palermo fino alla galleria Pizzo Turda: c’è il biglietto d’entrata con orario. Alle 11 e 01 o 11 e 02 minuti avviene l’incidente, circa 9 minbuti dopo il rientro dell’autovettura in autostrada. I tre professionisti hanno calcolato la velocità media: 75 km/ora. Ora 11 03-11 07: telefonata d’allarme avvocato che non si ferma. Ore 11 03-11 39 telefonata d’allarme e coppia messinese che si ferma. In entrambe le telefonate ci sono le registrazioni. Fino a qui è tutto noto. I tre professionisti ipotizzano altre tre scenari.
Secondo scenario: “Nella vettura Opel – scrivono i tre professionisti – vi era solo Viviana: se devono risolvere la non presenza di Gioele all’interno della vettura, il loro rinvenimento nella campagna di Caronia e il suo avvistamento descritto dalla “famiglia del Nord”. In questo secondo scenario, rispetto a quello che fino ad oggi è stato ipotizzato, la mamma e il bambino sono divisi.
Terzo scenario: “Nella vettura Opel vi era solo una donna che non era Viviana – scrivono i tre consulenti -: si devono risolvere: l’assenza di Viviana e di Gioele all’interno della vettura, il loro rinvenimento nelle campagne di Caronia e il loro avvistamento descritto dalla “famiglia del Nord”.
Quarto scenario: “Nella vettura c’erano Gioele e una donna che non era Viviana: se devono risolvere la non presenza di Viviana all’interno della vettura e il rinvenimento del suo cadavere nelle campagne di Caronia sotto il traliccio.
Nell’intervista al professore Carmelo Lavorino di qualche giorno fa abbiamo posto una domanda sui 22 minuti di ‘buco’: l’arrivo dell’autovettura al Castello di Sant’Agata alle 10 e 30 e il rientro in autostrada alle 10 e 52. Questa la risposta del professore Lavorino: “Cosa abbia fatto Viviana in questi 22 minuti di buco temporale, che poi si riducono a circa 15 calcolando il tempo andata-ritorno sino al distributore, è sicuramente un elemento importantissimo dell’enigma, ed è collegabile a tutti e quattro gli scenari… (che sono gli scenari di cui sopra). In questo quarto d’ora può essere successo di tutto (anche una situazione di pericolo per Viviana e/o criminogena), quindi, l’accaduto può avere un fortissimo peso su quello che è successo dopo, oppure può essere insignificante se non è accaduto nulla: sicuramente è il caso di aspettare le risultanze investigative, altrimenti si rischia di parlare a vanvera”. In ogni caso, questi quattro scenari danno una ‘lettura’ diversa da quello che di questa storia di conosce fino ad ora.
C’è un articolo pubblicato ieri da MESSINA TODAY nel quale i consulenti della famiglia Mondello ribadiscono che non c’è stato alcun omicidio-suicidio e che Viviana Parisi e il piccolo Gioele sono stati uccisi. “Fondamentali “le risultanze ottenute lo scorso 6 marzo con l’analisi dei resti di Viviana Parisi e del bimbo – leggiamo su MESSINA TODAY – . Anche quest’ultimo sarebbe morto per causa violenta in seguito a precipitazione probabilmente in un burrone. I consulenti di parte continuano infatti ad escludere con certezza ogni coinvolgimento del traliccio sotto il quale è stato poi rinvenuto il cadavere della donna”. E ancora: “Messa da parte la tesi dell’omicidio-suicidio, pista che sarebbe ancora tenuta in considerazione dalla Procura – leggiamo ancora nel quotidiano – Lavorino e Della Valle puntano decisi ad individuare eventuali responsabilità altrui. Resta in piedi l’ipotesi che mamma e figlio possano essere stati uccisi e i loro corpi successivamente spostati nei luoghi del ritrovamento. Il riferimento è a ‘una combinazione criminale finalizzata a un’abile attività di depistaggio e messinscena di cui sono responsabili soggetti che conoscono alla perfezione il territorio’. I consulenti della famiglia Mondello sono pronti a chiedere ulteriori accertamenti investigativi per chiudere il cerchio prima che gli inquirenti sciolgano definitivamente le riserve sulle attività di indagine”.
Foto tratta da PalermoLive
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