Giallo di Caronia: ma Viviana e il piccolo Gioele erano nell’autovettura o le cose sono andate in modo diverso?

28 marzo 2021
  • I quattro scenari ipotizzati dai consulenti della famiglia Mondello (Carmelo Lavorino, Antonio Della Valle e Enrico Delli Compagni) potrebbero rivoluzionare quello che fino ad oggi si sa su questa storia 
  • Il primo scenario è quello noto
  • I tre scenari che ‘disegnano’ in modo diverso quanto è successo il 3 Agosto dello scorso anno
  • Rimane l’enigma del ‘buco’ di 22 minuti
  • Anche il piccolo Gioele “morto per causa violenta in seguito a precipitazione probabilmente in un burrone”

I quattro scenari ipotizzati dai consulenti della famiglia Mondello (Carmelo Lavorino, Antonio Della Valle e Enrico Delli Compagni) potrebbero rivoluzionare quello che fino ad oggi si sa su questa storia 

Giallo di Caronia, ovvero la morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele. L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: in questa storia piena di ombre qualche luce si comincia a intravedere da quando in scena sono entrati – per conto della famiglia Mondello (Daniele Mondello è il marito di Viviana Parisi e il padre del piccolo Gioele) – il criminologo Carmelo Lavorino, l’antropologo forense e medico legale, Antonio Della Valle, ed Enrico Delli Compagni, psicologo forense. A loro si deve una possibile ricostruzione dell’accaduto che si sintetizza in quattro scenari di partenza. Si tratta, ovviamente, di ipotesi, ma considerato che in questa vicenda i punti oscuri (e in alcuni casi ancora non chiariti) non mancano, i quattro scenari ipotizzati dai tre professionisti vanno esaminati, quanto meno per andare al di là delle ricostruzioni fatte fino ad oggi, che appaiono insufficienti. Vediamo questi quattro scenari.

Il primo scenario è quello noto

Primo scenario: Viviana e Gioele erano nella vettura Opel. Questo è lo scenario che è stato considerato fino ad oggi. E’ quello che si è detto e che i tre consulenti così sintetizzano: Viviana Parisi, dopo aver sistemato la casa e preparato il pranzo, esce dalla propria abitazione di Venetico ( Comune di poco meno di 4 mila abitanti in provincia di Messina) con il figlioletto alle 9 e 31. Imbocca l’autostrada Messina-Palermo e alle 10 e 30 arriva al Castello di Sant’Agata: ci sono biglietto e registrazione vocale. Ha percorso 64 Km in 88 minuti. Alle 10 e 33-10 e 34 c’è una sosta al distributore di benzina più il tempo di arrivo al Castello: sono 15-16 minuti. Alle 10 e 52 c’è il biglietto orario di entrata in autostrada e la vettura, da Castello Sant’Agata, prosegue verso Palermo fino alla galleria Pizzo Turda: c’è il biglietto d’entrata con orario. Alle 11 e 01 o 11 e 02 minuti avviene l’incidente, circa 9 minbuti dopo il rientro dell’autovettura in autostrada. I tre professionisti hanno calcolato la velocità media: 75 km/ora. Ora 11 03-11 07: telefonata d’allarme avvocato che non si ferma. Ore 11 03-11 39 telefonata d’allarme e coppia messinese che si ferma. In entrambe le telefonate ci sono le registrazioni. Fino a qui è tutto noto. I tre professionisti ipotizzano altre tre scenari.

I tre scenari che ‘disegnano’ in modo diverso quanto è successo il 3 Agosto dello scorso anno

Secondo scenario: “Nella vettura Opel – scrivono i tre professionisti – vi era solo Viviana: se devono risolvere la non presenza di Gioele all’interno della vettura, il loro rinvenimento nella campagna di Caronia e il suo avvistamento descritto dalla “famiglia del Nord”. In questo secondo scenario, rispetto a quello che fino ad oggi è stato ipotizzato, la mamma e il bambino sono divisi.

Terzo scenario: “Nella vettura Opel vi era solo una donna che non era Viviana – scrivono i tre consulenti -: si devono risolvere: l’assenza di Viviana e di Gioele all’interno della vettura, il loro rinvenimento nelle campagne di Caronia e il loro avvistamento descritto dalla “famiglia del Nord”.

Quarto scenario: “Nella vettura c’erano Gioele e una donna che non era Viviana: se devono risolvere la non presenza di Viviana all’interno della vettura e il rinvenimento del suo cadavere nelle campagne di Caronia sotto il traliccio.

Rimane l’enigma del ‘buco’ di 22 minuti

Nell’intervista al professore Carmelo Lavorino di qualche giorno fa abbiamo posto una domanda sui 22 minuti di ‘buco’: l’arrivo dell’autovettura al Castello di Sant’Agata alle 10 e 30 e il rientro in autostrada alle 10 e 52. Questa la risposta del professore Lavorino: “Cosa abbia fatto Viviana in questi 22 minuti di buco temporale, che poi si riducono a circa 15 calcolando il tempo andata-ritorno sino al distributore, è sicuramente un elemento importantissimo dell’enigma, ed è collegabile a tutti e quattro gli scenari… (che sono gli scenari di cui sopra). In questo quarto d’ora può essere successo di tutto (anche una situazione di pericolo per Viviana e/o criminogena), quindi, l’accaduto può avere un fortissimo peso su quello che è successo dopo, oppure può essere insignificante se non è accaduto nulla: sicuramente è il caso di aspettare le risultanze investigative, altrimenti si rischia di parlare a vanvera”. In ogni caso, questi quattro scenari danno una ‘lettura’ diversa da quello che di questa storia di conosce fino ad ora.

Anche il piccolo Gioele “morto per causa violenta in seguito a precipitazione probabilmente in un burrone”

C’è un articolo pubblicato ieri da MESSINA TODAY nel quale i consulenti della famiglia Mondello ribadiscono che non c’è stato alcun omicidio-suicidio e che Viviana Parisi e il piccolo Gioele sono stati uccisi. “Fondamentali “le risultanze ottenute lo scorso 6 marzo con l’analisi dei resti di Viviana Parisi e del bimbo – leggiamo su MESSINA TODAY – . Anche quest’ultimo sarebbe morto per causa violenta in seguito a precipitazione probabilmente in un burrone. I consulenti di parte continuano infatti ad escludere con certezza ogni coinvolgimento del traliccio sotto il quale è stato poi rinvenuto il cadavere della donna”. E ancora: “Messa da parte la tesi dell’omicidio-suicidio, pista che sarebbe ancora tenuta in considerazione dalla Procura – leggiamo ancora nel quotidiano – Lavorino e Della Valle puntano decisi ad individuare eventuali responsabilità altrui. Resta in piedi l’ipotesi che mamma e figlio possano essere stati uccisi e i loro corpi successivamente spostati nei luoghi del ritrovamento. Il riferimento è a ‘una combinazione criminale finalizzata a un’abile attività di depistaggio e messinscena di cui sono responsabili soggetti che conoscono alla perfezione il territorio’. I consulenti della famiglia Mondello sono pronti a chiedere ulteriori accertamenti investigativi per chiudere il cerchio prima che gli inquirenti sciolgano definitivamente le riserve sulle attività di indagine”.

Foto tratta da PalermoLive

 

 

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