- Le morti di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele: intervista al criminologo Carmelo Lavorino
- Il ‘buco’ di 22 minuti, che poi si riduce a 15 minuti
- “Imperdonabile che i parenti di Viviana e Gioele siano stati bloccati ‘per motivi investigativi’ (sic!!!)”
- I filmati del drone
- Viviana e Gioele morti nello stesso giorno
- Il ruolo degli animali
Le morti di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele: intervista al criminologo Carmelo Lavorino
di Teresa Frusteri
Sul giallo di Caronia – ovvero sulla morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele – abbiamo più volte ripreso i post su Facebook e i comunicati del criminologo Carmelo Lavorino. Leggendo i suoi post abbiamo cominciato a familiarizzare con alcuni aspetti tecnici: per esempio, la cosiddetta “combinazione criminale”. Siamo rimasti colpiti dall’impegno e della passione per il proprio lavoro da parte del dottor Lavorino. Certo, per ora siamo sempre nel campo delle ipotesi. Ma rispetto a qualche tempo fa, quando questa triste storia era completamente avvolta nel buio, qualche luce si comincia ad intravedere. Così abbiamo deciso di porre alcune domande al criminologo che, gentilmente, ci ha risposto.
Il ‘buco’ di 22 minuti, che poi si riduce a 15 minuti
Lei sicuramente conosce molto bene la vicenda. Poco prima dell’incidente in galleria succedono alcune cose strane. Riassumiamo. 3 Agosto 2020. Viviana e il figlioletto Gioele sono in automobile. L’auto guidata dalla dona percorre l’autostrada Messina-Palermo. Alle 10 e 30 imbocca lo svincolo per Sant’Agata di Militello. Si dice che faccia rifornimento presso il distributore Eni di fronte l’Ospedale, in tale frangente le telecamere di sicurezza riprenderebbero la targa dell’Opel dove viaggiano la mamma e il bambino. Gioele è vivo. Alle 10 e 52 Viviana rientra in autostrada dal casello di Sant’Agata di Militello, direzione Palermo. Ha fretta, perché non si ferma al casello autostradale, come diranno altri testimoni. Ci sono, però, 22 minuti di ‘buco’. E’ un fatto importante?
“Cosa abbia fatto Viviana in questi 22 minuti di buco temporale, che poi si riducono a circa 15 calcolando il tempo andata-ritorno sino al distributore, è sicuramente un elemento importantissimo dell’enigma, ed è collegabile a tutti e quattro gli scenari che vedremo in seguito. In questo quarto d’ora può essere successo di tutto (anche una situazione di pericolo per Viviana e/o criminogena), quindi, l’accaduto può avere un fortissimo peso su quello che è successo dopo, oppure può essere insignificante se non è accaduto nulla: sicuramente è il caso di aspettare le risultanze investigative, altrimenti si rischia di parlare a vanvera”.
E’ ipotizzabile che Viviana Parisi stesse fuggendo?
“È possibile, dipende dalle situazioni e dai contesti. Però dobbiamo attendere i risultati sia delle analisi di tutti i video piazzati sui luoghi (compresi quelli in Sant’Agata di Militello) e sui percorsi sensibili che gli inquirenti sicuramente hanno visionato, sia delle testimonianze di tutte le persone che possono avere incrociato Viviana e/o la sua Opel. Comunque, calcolando che Viviana (o la sua Opel) alle 10:52 ha varcato il casello di Sant’Agata Militello prendendo il biglietto d’entrata per incidentarsi alle ore 11:01 dopo avere percorso 11 km (quindi 9 minuti dopo), è matematico che viaggiasse alla media oraria di 75 km orari, certamente una velocità non pazzesca e tanto meno di una persona in fuga. Che poi dopo l’incidente Viviana fosse in fuga, questo è un evento logico e naturale, soprattutto se Viviana ha interpretato l’incidente come una responsabilità altrui ed ha considerato il comportamento degli operai all’interno della galleria come minaccioso ed aggressivo nei suoi confronti e del bambino (terrore per il rumore, il fumo, l’incidente, la presenza dell’autocarro e dei due uomini agitati e vocianti): al che ha messo in atto una fuga protettiva per sé e per suo figlio, sino a infilarsi nella boscaglia in cerca di salvezza, certamente non per scopi omicidiari-suicidari”.
“Imperdonabile che i parenti di Viviana e Gioele siano stati bloccati ‘per motivi investigativi’ (sic!!!)”
Cosa pensa del fatto che il corpo della donna sia stato ritrovato dopo quattro giorni?
“Penso il peggior male possibile: disorganizzazione e superficialità da parte dei ‘ricercatori’ di madre e figlio; astuzia, organizzazione e conoscenza territoriale da parte di chi ha trasportato il corpo di Viviana dal luogo della morte sino al traliccio. Mi sembra comunque stranissimo, perché io e i miei collaboratori abbiamo percorso il
tragitto che dal traliccio porta alla provinciale e viceversa: sono poche centinaia di metri, il traliccio è visibile sino la base, ha una piazzola di sosta: il corpo doveva essere necessariamente trovato già il 4 agosto, se realmente era sul posto. Questo, a prescindere da cosa abbia registrato il drone alle 10:15 del 4 agosto, poiché si dice che un drone abbia registrato il corpo di Viviana già da tale orario e data. Ho ascoltato le dichiarazioni di qualche responsabile delle ricerche, e mi chiedo come mai non abbiano trovato Viviana sin dal 4 agosto. Poi, detto fra noi, ritengo imperdonabile sia che le ricerche del bambino siano terminate alle ore 19 del 3 agosto nonostante fosse evidente che la sua vita era in pericolo, sia che i parenti di Viviana e Gioele siano stati bloccati ‘per motivi investigativi’ (sic!!!) e che, di conseguenza, non abbiano potuto cercare sin dalle ore 13 i due scomparsi nel bosco. Credo che se Viviana avesse sentito la voce del marito e della cognata si sarebbe rassicurata. Il problema è che al mondo nessuno vuole mai la colpa: questa muore orfana e fanciulla! Ne consegue che tutti coloro i quali hanno sbagliato hanno chiuso le loro colpe nei meandri delle proprie coscienze”.
I filmati del drone
Possibile che con tutti i mezzi che la tecnologia mette oggi a disposizione sia passato tutto questo tempo per ritrovare il cadavere della donna?
“I filmati del drone dovevano essere visionati ed analizzati immediatamente, proprio il 4 agosto e non dopo. Invece, per il solito maledetto gioco dello scaricabarile, delle competenze e della burocrazia, questo è accaduto due settimane dopo. Comunque dovevano essere le risorse umane coi cani a cercare e trovare Viviana già il 3 agosto, e non il 4. E certamente è molto grave che nessuno abbia visionato i filmati e le immagini del drone il pomeriggio del 4 agosto”.
Viviana e Gioele morti nello stesso giorno
Gioele ha trovato la morte lo stesso giorno della madre? E perché ci sono voluti altri giorni prima di ritrovare i resti del suo corpicino?
“Riteniamo che siano morti nello stesso giorno laddove ci riferiamo allo scenario numero uno, quello che vede Viviana e Gioele incidentati in macchina ed addentrarsi nel bosco di Caronia. E sempre in tale scenario riteniamo che i resti di Gioele siano stati rinvenuti il 19 agosto per diversi motivi: poteva essere stato rinchiuso in grosse buste di plastica e/o custodito altrove e trasportato in seguito sul luogo del rinvenimento, o altri sub-scenari. Comunque abbiamo consegnato una relazione esaustiva agli Avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti dove rappresentiamo le nostre prime analisi e le nostre conclusioni. Ovviamente dobbiamo attendere i risultati delle attività info-investigative, delle consulenze e delle relazioni della Polizia Giudiziaria e dei Consulenti tecnici della Procura, dei filmati, delle foto e di tutto il materiale nel fascicolo, così come siamo in attesa di potere effettuare ulteriori esami dei corpi tramite la strumentazione Laser 3D da parte nostra”.
In genere, negli omicidi ci sono i moventi. Quale potrebbe essere, in questo caso, il movente di due omicidi così efferati?
“Per metodo e per principio di analisi criminale noi partiamo sempre ipotizzando lo scenario peggiore, cioè l’omicidio, poi andiamo a scalare. Sicuramente si tratta di morte violenta non autoprocurata e nemmeno di figlicidio: dobbiamo attendere i dati forensi, scientifici e investigativi. Invece dobbiamo chiederci ‘chi, perché, come, quando, in che modo e per quali percorsi ha traslato il cadavere di Viviana dal luogo della morte sino al traliccio?’. Certamente Viviana non è morta per atto suicidiario e certamente non si è lanciata da quel traliccio: non esiste nulla che lo provi e tutto fa ritenere l’esatto contrario. Ovviamente abbiamo relazionato gli Avvocati in tal senso. Cerchiamo ‘A chi è convenuto fare rinvenire il corpo di Viviana sotto il traliccio’, chi poteva farlo, come e quando”.
Il ruolo degli animali
Gli animali che ruolo possono avere svolto in questa vicenda?
“Sempre nello ‘scenario uno’ possono avere aggredito uno o entrambi, dipende dal tipo di animale. Sicuramente quelli intervenuti sul corpicino di Gioele ne hanno fatto scempio. Abbiamo relazionato gli Avvocati in tal senso disegnando le varie situazioni. Però dobbiamo aspettare le foto, i filmati e i verbali del rinvenimento dei corpi e dell’autopsia e di analizzare i resti dei corpi con la nostra strumentazione Laser 3D”.
Perché la Procura di Patti insiste con la tesi dell’omicidio-suicidio?
“Ammettendo che la Procura di Patti insista realmente in tale convincimento e non stia invece intelligentemente bluffando per fare cadere nella rete i componenti di quella che ho chiamato ‘Combinazione criminale’, devo dire che tutti gli errori investigativi nascono dalle scelte affrettate degli Investigatori che i Sostituiti Procuratori non sanno correggere, errori che poi si riverberano sull’intera struttura investigativa e la succhiano nel ‘gorgo della catena errorifica’. Si parte dall’intuizione che diviene tesi e che coinvolge la squadra, però, se l’intuizione è sbagliata, si arriva alla catastrofe investigativa-giudiziaria perché nessuno corregge l’errore iniziale. Di fatto l’Investigatore convince il PM della bontà della propria intuizione e lo coinvolge nell’errore; il PM non corregge l’errore dell’Investigatore (e come può farlo, visto che non è lui l’esperto?) ma ne accetta l’intuizione che nasce dall’esperienza e dal ‘fiuto’; nel frattempo il PM incarica i Consulenti di esperire relazioni tecniche e i Consulenti ben si guardano dal sollevare obiezioni al PM ed alla Polizia giudiziaria… laddove volessero farlo; così, tutti sono convinti di fare bene e di fare tutto, al che l’équipe rema verso un’unica direzione e si stringe attorno all’intuizione iniziale che è diventata tesi e collante dell’équipe. Poi, il colpo finale alla freddezza, all’imparzialità ed al dovere di non tralasciare alcuna pista arriva quando gli Inquirenti esternano i loro sospetti e i loro convincimenti ai… del ‘crimine salottiero’, questi fanno enorme pubblicità alle tesi iniziali degli Inquirenti che non possono più tornare indietro”.
Le “notizie riservatissime”
Lei ha scritto di possedere notizie “riservatissime” su questa storia? Quando pensa di esibirle?
“Le notizie riservatissime sono di due tipi: 1) le risposte che abbiamo avuto dai parenti delle vittime quando li abbiamo intervistati per la c.d. ‘autopsia psicologica’ e per conoscere e capire le dinamiche, gli eventi, i comportamenti e la personalità dei protagonisti della vicenda; 2) le osservazioni-considerazioni che abbiamo prodotto e le relative conclusioni. Tali notizie – meglio definirle “dati e risultati info-investigativi e forensi” – le inseriremo nei giusti contesti quando produrremo la nostra relazione finale per gli Avvocati. Per finire, gradisco stigmatizzare che se i Consulenti e i Difensori delle persone offese non si attivano immediatamente per confutare, contestare e correggere le tesi degli Inquirenti quando le reputano fallaci, ma restano in attesa delle conclusioni tecniche, forensi, investigative e giudiziarie della Procura, partono già sconfitti”.
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