Che stanno combinando i 70 ‘califfi’ dell’Assemblea regionale siciliana? Da tre giorni i parlamentari di maggioranza e di opposizione stanno letteralmente inondando di comunicati l’universo mondo dell’informazione annunciando finanziamenti di qua e finanziamenti di là. Improvvisamente, una Regione senza soldi è diventata miliardaria. Quella che avrebbe dovuto essere una legge di stabilità 2021 del rigore, con tagli imposti dall’accordo siglato tra il Governo regionale e il Governo nazionale, si è invece trasformata in una mostruosa legge omnibus sbracata, ma così sbracata che più sbracata non si può. In questa storia ci sono un paio di aspetti tecnici e ci sono, soprattutto, retroscena politici. E sono proprio i retroscena politici – tutti interni a Forza Italia in Sicilia – che stanno determinando un ‘gran casino’ amministrativo, parlamentare e politico.
Cominciamo con gli aspetti amministrativi. Marzo ormai ‘squagliò’. E non c’è la copertura dell’esercizio provvisorio. Che significa questo? Con la vecchia legge di contabilità si sarebbe bloccata tutta la Regione; con la nuova legge di contabilità (il Decreto n. 118 del 2011) è bloccata quasi tutta la Regione, nel senso che con la cosiddetta ‘Gestione provvisoria’ si salvano gli stipendi dei dipendenti regionali, ma non gli stipendi dei dipendenti di enti regionali, società collegate alla Regione e altre spese ancora. Se gli andrà bene, i dipendenti di enti e società regionali, a fine Aprile, percepiranno gli stipendi di Marzo e di Aprile; per gli altri pagamenti i ritardi saranno notevoli! Poi ci sono le questioni parlamentari. La legge di stabilità 2021 che verrà approvata da Sala d’Ercole sarà piena di irregolarità contabili e non soltanto contabili. Un esempio su tutti: con i fondi europei stanno finanziando tutto e il contrario di tutto: peccato che con i fondi europei non si possono finanziare spese correnti: di fatto, buona parte di questa Finanziaria la stanno scrivendo sull’acqua!
Ma la parte, come dire?, più divertente di questa legge di Stabilità 2021 sono i retroscena politici, come già accennato, tutti interni a Forza Italia. Di fatto, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che è anche coordinatore dei berlusconiani in Sicilia, sta facendo approvare una legge di stabilità che verrà impugnata. Perché? E qui cominciano i retroscena. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, vorrebbe ‘sbarellare’ Miccichè. Ma, con molta probabilità, non pensava di trovare nella nostra Isola così pochi alleati tra dirigenti e parlamentari. Nel Parlamento siciliano, addirittura, avrebbe trovato sulla sua linea solo due deputati: Marco Falcone (che è anche assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti) e Stefano Pellegrino. In buoni rapporti con Tajani dovrebbe essere anche il vice presidente e assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. E anche l’ex presidente del Senato, Renato Schifani. E gli altri parlamentari regionali? Tutti schierati con Miccichè.
Le indiscrezioni raccontano di un incontro fra Berlusconi e Tajani. Dove quest’ultimo avrebbe convinto il ‘capo’ di Forza Italia a togliere dalle mani di Miccichè il coordinamento del partito in Sicilia. Al posto di Miccichè dovrebbe arrivare un ‘Triumvirato’. Berlusconi avrebbe dato l’ok. Altre indiscrezioni raccontano che Miccichè sia rimasto in ottimi rapporti con Gianni Letta, storico amico e consigliere di Berlusconi; e raccontano anche che Letta avrebbe avvertito Miccichè del suo possibile ‘sbarellamento’ in Sicilia. Vero? Falso? Vattelappesca! Fatto sta che quasi tutti i parlamentari regionali – che sono, poi, quelli che hanno i contatti con i territori e, quindi, i voti – si sono stretti attorno a Miccichè. Di fronte a questo muro, Berlusconi si sarebbe chiamato Tajani e gli avrebbe detto in romanesco: “Non se po’ fa!”. Le cose sono andate così? Tutto è possibile. Quello che a noi sembra impossibile è che Berlusconi abbia ‘spattato’ con Gianni Letta e con Miccichè. Perché? Perché Gianni Letta viene dalla grande scuola di mediazione della Democrazia Cristiana, dove tutto era ammesso, tranne che le ‘spaccature’: nella DC tutto, anche gli opposti, si dovevano comporre. Anche Berlusconi che ‘spatta’ con Miccichè dopo oltre 40 anni di amicizia è inverosimile. E poi, via: i parlamentari regionali non si schiererebbero con Miccichè contro Berlusconi! Più verosimile che sia stata messa in scena una ‘recita’ per tenersi buoni sia Tajani a Roma, sia Miccichè in Sicilia.
Il problema è che, in Sicilia, Miccichè, per incassare la solidarietà di quasi tutti i parlamentari regionali di Forza Italia, ha dovuto consentire ai parlamentari di inserire nella legge di stabilità tutte le clientele possibili e immaginabili. A tutti i parlamentari, di maggioranza e di opposizione. Perché poi, ovviamente, se i parlamentari di Forza Italia inseriscono nella legge le ‘proprie cose’, anche i parlamentari degli altri vogliono inserire le ‘proprie cose’ (se non altro perché la legge la votano tutti). Così la legge di stabilità regionale 2021 è diventata la legge con le ‘cose’ dei parlamentari di maggioranza e di opposizione. Insomma, una legge mangia & bevi che accontenta maggioranza e opposizione. Terrà, questa legge, a Roma? Ci sarà da divertirsi. Forza Italia difenderà i suoi, il PD difenderà i suoi, la Lega difenderà i suoi. Mentre le burocrazia ministeriali, che fino ad oggi al Parlamento siciliano hanno impugnato di tutto e di più, cercheranno di impugnare ancora di tutto e di più… Sarà una bella lotta. Dimenticavamo: chi rischia di fare una figura pessima Roma è l’alta burocrazia del Parlamento siciliano, a cominciare dalla Segreteria generale. Ma, da quello che ci risulta, gli alti burocrati di palazzo Reale si sono già messi il ferro dietro la porta: nel senso che avrebbero già segnalato i possibili rischi. Insomma, in caso di ‘sublimazione’ della legge la responsabilità sarà solo politica…
Foto tratta da L’Opinione della Sicilia