da Costantino Guzzo
riceviamo e pubblichiamo
“Cercate di promettere un po’ meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le
Formazione professionale, questo è stato il fantasma presente tra noi, forse meglio dire lo zombie, né morto e né vivo. Sulle labbra, per il poco tempo a disposizione, son venute le considerazioni più immediate: le graduatorie Ata e la possibilità del riconoscimento del punteggio per il servizio prestato negli Enti di formazione, la furba cattiveria degli Enti che eludono il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro continuando ad assumere partite Iva nei recenti Avvisi, il quadro generale della vertenza. Ho francamente notato come il mio interlocutore attendesse già le mie domande, come se stessero pesantemente tra le sue preoccupazioni; una sorta di doglianza presente in chi vive il profondo dissidio tra l’idea e l’azione, tra il moto interiore all’accoglienza dei dolorosi “desiderata” di umili lavoratori e la dovuta prudenza Istituzionale. Poi la foto di rito (che vedete sopra) sotto uno dei tanti bei quadroni che fanno dei palazzi istituzionali siciliani veri musei. Ma prima di lasciarci, ancora parole chiare: “Presidente, ci dobbiamo rivedere prestissimo, perché ho tante cose da specificare, da approfondire, da verificare; ho, abbiamo, una vertenza da chiudere! Dobbiamo tornare a lavorare, presto, prestissimo. Dobbiamo dare risposte a noi stessi, alla nostra dignità, alle nostre famiglie e ai nostri figli. Presidente, non la mollo, non la molleranno tanti che come me son vittime di ingiustizia. Non potrà mai essere soffice né il suo, né il mio, né il nostro cuscino, fino a quando non torneremo a lavorare, a dare reddito alle nostre case”. Ci siamo quindi accordati a rivederci presto.
Mentre lui si allontanava e il commesso indicava a me il corridoio di uscita, pensavo alla frase di Alcide De Gasperi: “Potessi anche tu, Nello, farci vedere come anche un siciliano che governa ha sobrietà, parola, etica”. Non era, il mio, un brutto pensiero dubitativo, conosciamo quanto lei, Presidente, sia tanto temprato e virtuoso in politica. Era il pensiero debole dell’uomo della strada, come me, che sa bene come in Sicilia ogni bella idea possa diventare farsa. Ma voglio essere ottimista: De Gasperi mi fa un baffo, e rido, ricordando che ebbe maestro don Luigi Sturzo, un siciliano.
Foto tratta da Cronaca di Sicilia