di Costantino Guzzo
Chissà cosa starà pensando Rosario Crocetta nei suoi ameni lidi in quel di Tunisi ? E quali saranno le schiette riflessioni alle falde dell’Etna di Raffaele Lombardo, ambedue già Presidenti della Regione siciliana? Ma tanti altri alfieri di vecchi sistemi di governo in questo momento pare che stiano in fibrillazione. È scoppiata una nuova ondata, l’ennesima, di quella epidemia che il vecchio Enrico chiamava: “Questione morale.
Purtroppo lui stesso, di Enrico Berlinguer stiamo parlando, ne cadde illustre vittima poiché le sue parole caddero presto nel dimenticatoio. Il senatore Gianluigi Paragone ha deciso di alzare i coperchi di taluni pasti caldi, pare andati a male: questa volta il controllo di qualità spetta a un sistema, che in Sicilia porta il nome di Formazione professionale. Il 24 Marzo Paragone ha presentato la propria interrogazione parlamentare riguardante cose e cosucce attinenti un grosso, grasso per alcuni, Ente di Formazione: lo IAL. Leggendo tra le righe l’atto del senatore, si può notare l’abbattersi del virus “Questione morale”: anche negli enti di addestramento, un tempo organismi e organici al sistema sindacale, pare abbiano avuto le loro promiscuità, le loro increspature, le loro piaghe morali.
L’interrogazione di Paragone, leader di Italexit, è stata accolta con riconoscenza e compiacimento dagli ex lavoratori dell’Ente, tanti, tantissimi, che hanno visto perdersi il loro impiego e con esso molte retribuzioni mensili arretrate, l’intera somma del TFR, i benefici di polizza e tanti altri diritti collegati. Cosa c’entrano Crocetta e Lombardo, direte voi ? C’entrano, c’entrano: infatti la storia, la brutta storia, secondo Paragone, parte da lontano, dai loro tempi, per approdare a Musumeci, oggi. Paragone fa un excursus chiaro e mette in fila fatti. Il cambiamento dello status giuridico dell’Ente nel tempo, la sua trasformazione in impresa sociale, le composizioni statutarie, l’accesso al beneficio dei Fondi della Unione europea, contemporaneamente le richieste della Cassa integrazione per i lavoratori, licenziamenti accompagnati da accasamenti di favore per unti ed eletti, il fallimento misero infine e la gestione fallimentare improvvida come colpo di grazia.
C’è di tutto, perché il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, possa mettersi le mani ai capelli e forse considerare l’opportunità di indagini ispettive, di controllo o perlomeno richiedere note informative. Paragone è capace, conosce già le risposte che potrebbero essere fornite, ha capito che bisogna cercare il buco nella diga, quel pertugio dal quale il malcostume rivelerà la trasversalità di connivenze e brutture nel sistema politico regionale siciliano. Dopo il presidente della Commissione Antimafia del Parlamento siciliano, Claudio Fava, e grazie a Massimo Fundaro’, dopo il parlamentare regionale, Nuccio Di Paola, dopo il parlamentare nazionale Antonio Lombardo che della vicenda Formazione professionale e in specie dello IAL, si sono in questi giorni occupati nelle loro interrogazioni (i primi due in Assemblea regionale siciliana, il secondo a Montecitorio) sembra che in questo inizio di Primavera la campagna per la legalità e la giustizia abbia avuto una forte escalation: Paragone oggi è la nuova arma d’attacco, così come una settimana appena fa lo è stato il citato onorevole Lombardo dei Verdi con la sua interrogazione alla Camera dei deputati. Bene, il virus ha nuova linfa: non si cura con i lockdown ma con le interrogazioni parlamentari e speriamo con giuste sentenze in futuro. Come si chiama il virus? A voi possiamo dirlo: Enrico lo chiamava “Questione morale”.