Da quando è iniziata la pandemia abbiamo mantenuta ferma una tesi: per cercare di arginare la diffusione del virus bisogna ridurre drasticamente la libera circolazione delle persone (bloccarla è impossibile). Ci rendiamo conto che con la globalizzazione dell’economia tale obiettivo è difficile, se non impossibile. Ma non c’è altro modo per fermare le pandemie. Pur non avendo le cognizioni che possediamo oggi, nel 1575 il grande medico del tempo, Gianfilippo Ingrassia, eliminò la peste dalla Sicilia seguendo questo criterio. Non ce ne sono alternative, a meno che non si trovi un vero vaccino. I virus si spostano con le persone e con gli agenti inquinanti (e questo il motivo che spiega la virulenza della pandemia nelle aree inquinate). Che bisogna ridurre drasticamente la libere circolazione delle persone lo hanno capito i governanti della Sardegna, dove la presenza del virus SARS-COV-2 sembra ridotta. Da ieri in sardegna è entrata in vigore un’ordinanza, firmata dal presidente della Regione, Christian Solinas, che ‘blinda’ sino al prossimo 6 aprile la Sardegna.
“Con l’ordinanza di ieri – leggiamo su sardiniapost – sono vietati gli ingressi in Sardegna ai non residenti per raggiungere le seconde case. Le quali possono essere riaperte solo per motivi di salute, di lavoro e di necessità. Il dispositivo è arrivato sull’onda della protesta, da parte dei sindaci e dei Progressisti in Consiglio regionale, perché il governatore sardo, inizialmente, non aveva alcuna intenzione di frenare gli ingressi. Ma tanta è stata la protesta che Solinas si è visto obbligato a firmare l’ordinanza, anche perché i sindaci stavano cominciando a farlo da soli, per difendere i rispettivi territori. Solinas era reticente per non fare uno sgarbo al suo mentore politico, Matteo Salvini, che è al governo insieme a Mario Draghi, PD, Leu e Forza Italia… Il rischio era che per Pasqua ci fossero arrivi in massa. Anche perché la Sardegna è l’unica regione d’Italia in zona bianca. Vuol dire che le restrizioni anti-Covid sono pochissime. Se invece si va in una seconda casa in Lombardia, praticamente non si può lasciare l’abitazione perché lì è zona rossa. Ecco perché trascorrere le feste nell’Isola era appetibile. Ma avrebbe esposto la Sardegna a un aumento dei contagi, come accaduto la scorsa Estate”. La stessa cosa avrebbe dovuto fare nella Primavera dello scorso anno il Governo regionale. E il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – che sul Covid è sempre stato molto attento sin dal febbraio dello scorso anno (e questo va a suo merito e a merito del suo Governo) – ere intenzionato a ‘blindare’ la Sicilia. Ma il Governo nazionale gliel’ha impedito. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Solinas, da parte sua, annuncia che i controlli anti-Covid saranno serrati: “Li abbiamo intensificati, dispiegando oltre 800 uomini del Corpo Forestale, 5.500 tra polizia locale e barracelli”. Quanto a porti e aeroporti, il presidente ha detto: “Sono una parte del modello, abbiamo completato con un reticolo sull’intero territorio che verifichi gli spostamenti e chi deve osservare un periodo di quarantena lo farà regolarmente”. Sempre su sardiniapost leggiamo: “Non è in atto alcuna caccia allo straniero, tutti sono benvenuti in Sardegna, ma in questo momento abbiamo bisogno di garantire ai sardi e ai nostri amici che intendono venire nell’Isola il massimo della tutela sanitaria. Per questo è necessario che ci sia un senso di responsabilità da parte di tutti nel vaccinarsi o eseguire un tampone che ne certifichi la negatività”. E ancora: “Il test deve essere però molecolare, perché quello rapido non è attendibile”. Sul tampone che certifichi la negatività, nulla da dire; sul vaccino siamo un po’ perplessi: i vaccinati, infatti, possono contrarre l’infezione e trasmetterla.