da Riccardo Longo
responsabile comunicazione del Sifus Confali Formazione professionale Sicilia
riceviamo e pubblichiamo
Le interrogazioni dei parlamentari regionali Claudio Fava e Nuccio Di Paola presentate negli ultimi giorni all’Assemblea regionale siciliana e altri interventi in aula sembrano avere riportato al centro del dibattito politico il Sistema della Formazione professionale. E’ un tema questo su cui Governo e opposizioni – e vogliamo aggiungere anche l’apparato burocratico – mostrano mancanza di prospettiva, di linee metodologiche, di lettura del territorio e delle relative capacità progettuali: una vera cartina di tornasole che misura l’immaturità e le debolezze della politica siciliana. In verità a tutto questo si è arrivati con gradualità, con il susseguirsi di fatti e operazioni di Governi di diversa bandiera e di altrettante opposizioni ogni volta dedite solamente a smontaggi e demolizioni. Le poche volte che qualcuno ha messo becco sul tema è stato solo per suggerire di copiare il modello lombardo o associare Confindustria e altri sistemi aziendali alla gestione di questa cosa pazza che è la Formazione professionale. Mancano le idee, così come le stesse mancano in tanti campi della vita pubblica siciliana: eppure non mancano sulla scena nazionale i puledri della politica che rivestono o hanno rivestito ruoli ministeriali e importanti cariche al governo nazionale. Tutti loro son partiti “puledri” ai nastri di partenza ma arrivati “brocchi” alla prima campanella.
Mentre sottolineiamo questa spaventosa mancanza di idee e progettualità di sistema, ricordiamo che il lavoro si allontana dalla Sicilia, industrie e aziende chiudono o si sgonfiano mentre l’agricoltura viene umiliata da una politica dell’Unione europea davvero infame che distrugge il mercato, i marchi, la qualità. Tutto questo per fare della Sicilia una terra di consumi e di assistenzialismo. Non abbiamo visto nei governi regionali precedenti a questo la capacità di contrastare questi accadimenti ma soprattutto non lo vediamo ora nel Governo di cui l’on. Roberto Lagalla è assessore.
Assessore a quel Sistema che è la Formazione professionale, l’unica vera strada che ogni nazione moderna percorre per sviluppare lavoro, economia, forza e coesione sociale. Troppo facilmente si dimentica che la Formazione professionale è un vero dettato costituzionale, trattata con la stessa dignità del sistema scolastico dai lungimiranti padri costituenti: e la politica cosa ne ha fatto ? Chi vuole e cerca risposte vada a cercare nelle Procure dei tribunali siciliani.
Se il lavoro scappa dalla Sicilia, solo una idea nuova e matura di Formazione professionale potrà riportarvelo e non sarà la scuola pubblica, con i suoi PON POF e svariate altre misere mancette, a poterlo fare. Lo stesso sistema accademico, universitario, debole e scollegato al territorio, dimostra di non saperlo fare. Il Governo regionale di Nello Musumeci ha mancato proprio di questa attitudine, ha dimostrato di non aver idee per sviluppare lavoro ed economia, reti, filiere e programmi, e forse Musumeci ha pure individuato male i propri collaboratori. Ma anche nella vita spicciola, delle consuetudini, della quotidianità questo Governo resta inceppato, farraginoso al limite della paralisi: come un bradipo quando si abbassa la temperatura atmosferica. Nessun contatto con la gente e arroccamento, sordità fatta virtù! Ci si riferisce a tantissime questioni della vita pratica e semplice a cui Musumeci e Lagalla, interrogati e chiamati tanto spesso in causa, non rispondono e non mettono mano. L’applicazione della legge regionale 25/93 in favore dei licenziati della Formazione professionale, per dirne una, il grande ritardo nell’attivare aggiornamento e riqualificazione per gli iscritti all’Albo, il pagamento dell’integrazione alle quote della Naspi per i lavoratori, e tanto altro. Male nell’ordinario, male nel metodo e “vacanti” nella progettazione e programmazione.
Usque tandem…