“Il vaccino COVID-19 AstraZeneca non è associato ad un aumento del rischio complessivo di disturbi della coagulazione del sangue. Ci sono stati casi molto rari di coaguli di sangue insoliti accompagnati da bassi livelli di piastrine (componenti che aiutano il sangue a coagulare) dopo la vaccinazione. I casi segnalati erano quasi tutte donne sotto i 55 anni “. Questo, in estrema sintesi, la posizione espressa dal Comitato di sicurezza dell’Ema, l’Agenzia europea per la sicurezza dei medicinali. Quindi la solita musica: “Il vaccino è sicuro ed efficace. I benefici sono superiori ai rischi”. Poi, però, c’è l’ammissione che non c’è ancora il quadro completo e sono in corso altre valutazioni. Leggiamo sul Giornale di Sicilia una dichiarazione di Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Ema: “Sulla base delle evidenze disponibili e dopo giorni di analisi approfondita dei report clinici dei risultati in laboratorio, delle autopsie e di ulteriori informazioni dagli studi clinici, non possiamo ancora escludere definitivamente un legame tra questi casi”, ovvero trombosi e effetti indesiderati, “e il vaccino”. E ha aggiunto che “ciò che il Comitato (per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza, ndr) ha raccomandato è di aumentare la consapevolezza di questi possibili rischi assicurandosi che siano inclusi nelle informazioni sul prodotto attirando l’attenzione su queste possibili condizioni rare e fornendo informazioni agli operatori sanitari”. Il che “aiuterà a individuare e mitigare ogni possibile effetto collaterale”.
Se dobbiamo essere sinceri, da quello che abbiamo letto qua e là, la sensazione che si ricava è che l’Ema, con eleganza, abbia scaricato sui Governi dei Paesi la patata bollente. Sotto questo profilo, un passo che leggiamo in un lancio dell’ANSA, che riporta sempre una dichiarazione della direttrice dell’Ema, Emer Cooke, è molto chiaro: “L’Ema ha concluso che il vaccino di AstraZeneca è sicuro ed efficace ed i suoi benefici superano i rischi. Tuttavia non può essere escluso un legame con i rari casi tromboembolici e perciò occorre avvertire di queste possibilità”. Avvertire i medici, che sono già avvertiti; e avvertire i cittadini, anche loro già avvertiti. Insomma, ogni Paese dovrà decidere se proseguire o meno con la vaccinazione. A noi, in tutta sincerità, questo ‘responso’ ricorda un po’ una certa Sibilla Cumana, quella dei vaticini difficili e incerti da interpretare…
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