In un comunicato della Cgil di Palermo leggiamo di un dibattito on linea sul Recovery Fund: “Bisogna fare sistema, per fare adesso, fare presto e fare bene”, è l’invito che la Cgil Palermo rivolge ai rappresentanti delle istituzioni, del mondo dell’imprenditoria, dell’associazionismo, della politica, della stampa, chiamati a dare il loro contributo in un dibattito dal titolo “Recovery Palermo. Idee e azioni per uno sviluppo sostenibile” che sarà trasmesso Venerdì 19 Marzo in streaming sui siti di Collettiva.it e sulla pagina Facebook Cgil Palermo a partire dalle ore 9,30″. ottima iniziativa. Solo due domande. Prima domanda: i Parlamenti dei 27 Paesi dell’Unione europea hanno approvato il Recovery Fund? A noi non risulta. E risulta invece che, a differenza del CETA – che è stato applicando senza il sì di tutti i Parlamenti dei 27 Paesi che fanno parte della Ue – il Recovery non potrà essere applicato senza il sì dei 27 Paesi europei. Seconda domanda: cosa fa pensare alla Cgil di Palermo che il Governo Draghi eroghi una parte del Recovery a Palermo quando tutte le città d’Italia pensano la stessa cosa? Davvero gli amici della Cgil di Palermo pensano che la Lega, il PD, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia e ‘frattaglie’ varie siano interessate a sostenere la Sicilia e Palermo?
Lo sappiamo: siamo un po’ fastidiosi: il fatto è che noi, quando ci occupiamo di economia, proviamo a lavorare sui numeri reali, non sui desideri. Dopo di che è giusto che ogni soggetto – in questo caso la Cgil di Palermo – dibatta se gli va di dibattere. Recita ancora il comunicato: “Un confronto a più voci – presentano l’iniziativa il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario Cgil Palermo Calogero Guzzetta – per esaminare il piano di investimenti strutturali previsti per Palermo e la Sicilia e verificare la visione strategica individuata per ridurre le disuguaglianze e i divari sul piano delle infrastrutture e sul piano dello sviluppo industriale eco-sostenibile”. Per curiosità: “il piano di investimenti strutturali previsti per Palermo e la Sicilia” da chi è stato elaborato? Dalla società scelta dal capo del Governo Draghi?
Prosegue il comunicato: “Al dibattito, introdotto da Mario Ridulfo e coordinato da Calogero Guzzetta, parteciperanno: l’ex ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese, il provveditore interregionale alle Opere Pubbliche Gianluca Ievolella, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale Pasqualino Monti, il giornalista Antonio Fraschilla, la presidente associazione Zen Insieme Mariangela Di Gangi, la consigliera comunale Barbara Evola, il rettore Fabrizio Micari, la presidente dell’associazione South working Lavorare dal Sud Elena Militello, deputato del M5S Adriano Varrica, la segretario Cgil Sicilia Gabriella Messina. Conclude il segretario generale Cgil Maurizio Landini. A preoccupare è il dato fornito dalla Banca d’Italia secondo il quale il 70 per cento dei progetti per infrastrutture strategiche avviati e non completati si trova al Sud. La domanda rivolta a tutti è questa: è possibile mettere in rete tutte le competenze necessarie e, secondo le indicazioni europee, raggiungere l’obiettivo di utilizzare le risorse in un contesto come quello di Palermo e la sua provincia, dove forti restano le condizioni di arretratezza, bisogno, sottosviluppo e di condizionamento mafioso?”.
“Le risorse europee del Recovery Fund sono l’occasione irripetibile per uscire dalla crisi, a partire da quella del sistema sanitario, e per combattere e superare le arretratezze del sistema – spiegano Mario Ridulfo e Calogero Guzzetta -. Per tornare a crescere, e dare alla nostra provincia la possibilità di attrarre investimenti, dobbiamo garantire come nel resto del Paese legalità e sicurezza. Una terra liberata dal condizionamento mafioso significa accompagnare le politiche di prevenzione e repressione con le politiche di crescita e di sviluppo. Abbiamo bisogno di costruire un futuro fondato sulla giustizia sociale, sul lavoro produttivo e di qualità. Per questo servono competenza e efficienza nella politica, come nelle istituzioni, nelle imprese e anche, naturalmente, nel sindacato. Dobbiamo saper cogliere questa occasione e non sprecarla. Fare rete, fare sistema, costruire sistemi di controllo pubblico e sociale, allargare il dibattito, partecipare al dibattito per essere protagonisti delle decisioni che riguardano il nostro futuro”. La richiesta della Cgil è ridisegnare anche a Palermo uno sviluppo che riduca i divari territoriali, di genere, generazionali, coniugando la transizione ecologica con la giustizia sociale. Utilizzando nuove risorse e “non sostituendo le vecchie con le nuove”. I dati da cui si parte sono quelli di una desertificazione produttiva e di un sistema imprenditoriale frammentato. Secondo i dati Istat 2020, dei 325 mila occupati, 253 mila sono dipendenti e 72 mila indipendenti. E lavorano: 11 mila in Agricoltura (7 mila dipendenti e 4 mila indipendenti); 15 mila nelle Costruzioni (12 mila dipendenti e 3 mila indipendenti); 27 mila nell’Industria (22 mila indipendenti e 5 mila dipendenti); 272 mila nei Servizi (212 mila dipendenti e 60 mila indipendenti). “La provincia palermitana – conclude Mario Ridulfo – ha un tasso di occupazione maschile del 50 per cento e femminile del 29 per cento, con 59 mila persone che cercano occupazione. Il tasso di disoccupazione è del 15, 3 per cento, 14,8 per cento maschile e 16,2 per cento femminile. Ma il dato più impressionante è la cosiddetta “non forza lavoro”: 425 mila persone, di cui 161 mila maschi e 264 mila femmine. E l’altro dato negativo è il tasso di inattività: 53,2 per cento di cui il 40,9 per cento composto da uomini e il 65 per cento da donne”.
P.s.
Va bene, vi anticipiamo come finirà con il Recovery Fund ammesso che i Paesi del Nord Europa che non lo hanno ancora approvato l’approvino. Ebbene, se questi 191,5 miliardi – e non più 209 miliardi di euro – si materializzeranno alla Sicilia e al Sud arriveranno le briciole. E a decidere questa destinazione sarà il Governo Draghi con l’appoggio dei partiti che ne fanno parte. Accettiamo scommesse.