- L’impugnativa della legge regionale di variazioni di Bilancio 2020 non è la fine del mondo. Eppure…
- Un squilibrio di 36 milioni di euro giustifica tutto questo caos?
- A chi gioverebbe il commissariamento della Regione siciliana?
L’impugnativa della legge regionale di variazioni di Bilancio 2020 non è la fine del mondo. Eppure…
Abbiamo cominciato a scriverlo il 30 Settembre del 2019: la Regione siciliana rischia il commissariamento. Allora la situazione – politica e di gestione del potere, non contabile – non era come oggi: allora era meno grave. Oggi la situazione è notevolmente peggiorata. Non ci riferiamo ai fatti contabili ma, come già accennato, a scenari politici e di potere. Cosa che abbiamo cercato di illustrare meno di quindici giorni fa, quando siamo tornati a scrivere che, a nostro avviso, la Regione siciliana rischia il commissariamento. Quello che sta succedendo in queste ore rafforza la nostra ipotesi. Ci riferiamo, in particolare, all’impugnativa di una legge regionale dello scorso anno finita sui tavoli della Corte Costituzionale. proviamo a illustrare, per sommi capi, di cosa si tratta.
Un squilibrio di 36 milioni di euro giustifica tutto questo caos?
La legge regionale dello scorso anno impugnata dal Governo nazionale è la legge di variazioni di Bilancio del 2020. Intanto questa è una stranezza: Roma ha fatto passare cose ben più ‘pesanti’ ed è molto singolare che sia stata impugnata una legge tutto sommato secondaria. Attenzione: alla base dell’impugnativa c’è una contestazione relativa a una copertura finanziaria piuttosto fantasiosa: insomma, l’impugnativa di Roma ci sta, ma il fatto in sé, sotto il profilo contabile, è di ben poca cosa. In Aula – ci riferiamo a Sala d’Ercole – si è discusso di questa impugnativa, con la Consulta che potrebbe dare ragione a Roma. Noi aggiungiamo di più: la Corte Costituzionale, con molta probabilità, darà ragione a Roma, ma il danno, per i conti della Regione, non supererà i 36 milioni di euro. Nulla di sconvolgente: non è una cifra che può giustificare il blocco dell’esame della legge di stabilità 2021 da parte del Parlamento siciliano: cosa, questa, che invece si è verificata. E questo per noi non è molto comprensibile.
A chi gioverebbe il commissariamento della Regione siciliana?
Siamo osservatori non molto attenti dei lavori parlamentari relativi alla legge di stabilità 2021: ma nonostante il nostro disinteresse non possiamo non notare quello che sta succedendo. Da un fatto contabile che non ci sembra gravissimo si va avanti tra uno stop e l’altro, quasi che sia necessario fare scorrere il tempo. Non sappiamo quale sia il ‘gioco’ dell’attuale Governo regionale, ma sappiamo che siamo già a metà Marzo, mese non coperto da esercizio provvisorio (che l’Aula è sempre in tempo per approvare). Poi ci sarà Aprile. Però a noi non è lo scorrere del tempo che ci lascia perplessi, ma – per esempio – le mancate risposte del Governo regionale a fatti contabili che, alla fine, sono riconducibili in parte a gestioni passate e, in parte, a fatti contabili che potevano essere sistemati meglio, senza bisogno di ricorrere a coperture ‘ardite’. Gioco delle parti? La nostra sensazione è che questa storia finirà male. Per motivi che ci sfuggono e che, da quello che si intuisce, potrebbero non essere solo ascrivibili a Roma.
Foto tratta da Wikipedia
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