di Teresa Frusteri
Tutti ci auguriamo che si riesca a fare luce sulle morti di Viviana Parisi e del piccolo Gioele. Magari in un clima meno acceso, senza polemiche. Detto questo, avendo deciso di seguire questa storia, raccontando ai nostri lettori quello che succede, non possiamo non rilevare un post su Facebook del criminologo Carmelo Lavorino, che sembra, almeno un po’, una precisazione, comunque pacata, dopo le dichiarazioni rese nei giorni scorsi al Corriere della Sera dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti, Vittorio Angelo Cavallo. “Viviana Parisi era una donna che aveva problemi psichici, fobie continue e vedeva il male ovunque”, ha detto il magistrato. E arriva alla seguente conclusione: “Tutto conduce ad un evento compatibile con un suicidio, con precipitazione dal traliccio” Il resto delle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Patti le potete leggere qui. Di diverso avviso il criminologo Lavorino, che ribadisce la sua tesi: “Dichiaro a nome mio personale e del Pool che ho l’onore di coordinare che Viviana non ha ucciso Gioele, che non si è suicidata, che non si è lanciata dal famoso traliccio, che sotto lo stesso è stata traslata per motivi di depistaggio, che in seguito la ‘combinazione criminale’ che ha trasportato Viviana sotto il traliccio ha portato il corpo di Gioele sulla zona del rinvenimento dei suoi poveri resti”. Cosa intende Lavorino per “combinazione criminale”?
Il criminologo rimane piuttosto critico: “Sono intimamente e strutturalmente Criminologo Investigativo – Investigatore Criminale – scrive -. Quindi ammiro, rispetto e stimo i Procuratori Capo come la più alta Autorità Investigativa e li considero al vertice della Piramide Investigativa. Sullo stesso vertice ma con diversi ruoli e competenze ci sono gli Investigatori della Polizia Giudiziaria che stimo ed apprezzo per gli stessi motivi. Ecco perché non tollero quando PM e/o PG sbagliano, sono superficiali et similia… oppure ci contrastano per ‘partito preso’: sono troppo in alto per sbagliare!”. Poi il criminologo torna sulla storia delle strumentazioni scientifiche che non ha potuto utilizzare: “Col dovuto rispetto – scrive ancora -dichiaro che per ben TRE volte abbiamo chiesto alla Procura di Patti tramite gli Avvocati Mondello e Venuti di poter usare la strumentazione Laser 3D e che per TRE volte i PM hanno rigettato la richiesta. Siamo pronti a tornare con tale apparecchiature, visto che il Procuratore Cavallo ha dichiarato in tal senso”. E conclude: “Ed abbiamo sempre chiesto alla Procura TUTTI gli atti, i filmati e le foto a colori SOLO PER ALTO SPIRITO DI COLLABORAZIONE: abbiamo avuto SOLO rifiuti: siamo lieti che il clima sta mutando. Parlo anche a nome degli ottimi Consulenti Dr Antonio Della Valle ed Enrico Delli Compagni e del Pool Cescrin”.
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