Il ‘virus keynesiano’ impone alla Ue le politiche economiche espansive e antiliberiste/ MATTINALE 523

12 marzo 2021
  • Almeno un fatto positivo va riconosciuto al SARS-COV-2: aver bloccato la demenziale (e criminale) politica del rigore economico della Ue 
  • La signora Lagarde ormai ‘Dragheggia’ (leggere che si comporta come Mario Draghi in ordine all’acquisto di titoli di Stato) 
  • Le tesi liberiste-demenziali messe in ginocchio dalla realtà dell’Eurozona con l’economia a pezzi
  • Il Pepp per quest’anno e anche per il 2022
  • Tra qualche mese gli ‘eurocrati’ scopriranno che il ‘Patto di stabilità’ potranno infilarselo là…
  • Le mutazioni del virus potrebbero anche bloccare la libera circolazione delle persone

Almeno un fatto positivo va riconosciuto al SARS-COV-2: aver bloccato la demenziale (e criminale) politica del rigore economico della Ue 

Un articolo di Askanews sullo stato dell’economia europea ci racconta che “La Banca centrale europea ha annunciato una intensificazione dei suoi acquisti calmieranti di titoli di Stato sui prossimi tre mesi, senza però modificare la dotazione totale del piano anticrisi Pepp, pari a 1.850 miliari di euro, né prolungandone la scadenza, attualmente fissata a fine marzo 2022. Nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, la presidente Christine Lagarde ha spiegato che ci si attende un «forte rimbalzo» della crescita durante il 2021, rispetto ai modesti livelli attuali (sul primo trimestre si teme perfino una nuova contrazione) ma che permangono diverse incertezze e rischi su queste prospettive”. Insomma, al di là degli aspetti tecnici, la Banca Centrale Europea (BCE) prosegue lungo il solco tracciato dall’ex presidente Mario Draghi e continua ad acquistare titoli di Stato dei Paesi Ue. Perché? Perché l’economia europea si trova in uno Stato che definire “comatoso” è un eufemismo: crisi rigorosamente sottostimata (ma chi ci crede che, dopo un anno di pandemia, il calo del PIL dell’Eurozona ‘viaggia’ tra il 10 e il 15%? ma veramente questi signori ci debbono fare credere che gli asini volano?) per provare a far dimenticare gli effetti devastanti provocati dal Covid-19 sull’economia.

La signora Lagarde ormai ‘Dragheggia’ (leggere che si comporta come Mario Draghi in ordine all’acquisto di titoli di Stato) 

Ma il Covid, buttato fuori dalla porta della BCE, rientra dalla finestra della stessa Banca centrale: “Lagarde – leggiamo sempre nell’articolo di Askanews – ha citato i sempre alti livelli di nuovi contagi da Covid, la diffusione di nuove varianti e mutazioni e le misure di contenimento che stanno frenando l’attività. «In questo contesto, preservare condizioni di finanziamento favorevoli sul periodo pandemico resta essenziale». Su come si valutino queste condizioni resta una certa nebulosità, Lagarde ha riproposto la formula di «un approccio olistico e poliedrico» (multifaceted). Fatto sta che nelle ultime settimane le maggiori preoccupazioni sono giunte dai rialzi dei tassi sui titoli di Stato, trainate dagli aumenti sui Treasuries americani e da un rafforzamento delle aspettative di inflazione. «Le banche – ha avverto la presidente – usano i tassi dei titoli senza rischio come riferimento pe determinare le condizioni del credito». Quindi, se rilevanti e persistenti questi aumenti potrebbero tradursi in inasprimenti non voluti delle suddette condizioni di finanziamento. E per questo si è deciso di accelerare sugli acquisti”.

Le tesi liberiste-demenziali messe in ginocchio dalla realtà dell’Eurozona con l’economia a pezzi

Eh sì, all’Eurozona costruita economicamente sulla tesi liberista-demenziale dell’export senza fine, in un momento storico dove per vari motivi – il Covid, ma non solo – esportare diventa difficile (soprattutto per alcuni prodotti: vede le automobili che i tedeschi non sanno più a chi sbolognare!), ci manca solo la crisi di liquidità. “I mercati – leggiamo sempre su Askanews – hanno reagito generalmente in modo positivo, specialmente sui titoli di Stato dei Paesi con tassi più alti, come i Btp, ma senza galoppate euforiche. Anche gli analisti in generale hanno commentato positivamente, ma con alcune eccezioni. Pasquale Diana, economista di AcomeA Sgr, ha cercato di capire di quanto potrebbero aumentare gli acquisti della Bce. «Al ritmo attuale, circa 50 miliardi di euro al mese, rimarrebbe di circa 350-400 miliardi al di sotto del limite attuale (1,850 miliardi entro marzo 2022). Quindi, c’è spazio per un aumento degli acquisti di circa 30 miliardi al mese. Questo rappresenta un supporto importante per il mercato obbligazionario, particolarmente alla luce del fatto che la BCE può aumentare il Pepp se lo giudica necessario. Rimangono ambiguità sul fronte dei parametri – aggiunge Diana in un nota di analisi – ma la Bce non può e non vuole scoprire le sue carte». Secondo Antonio Cesarano, Chief Strategist di Intermonte Sim, l’atteggiamento BCE è volto «sia a difendersi dall’effetto contagio del marcato rialzo dei tassi Usa e sia ad assicurare un controllo dei tassi in un trimestre come quello che sta per iniziare, che sarà caratterizzato da un marcato incremento dei prezzi al consumo»”.

Il Pepp per quest’anno e anche per il 2022

Dopo di che Askanews volge lo sguardo verso gli Stati Uniti di Biden: “Ma per Fabio Castaldi, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management la direzione ai mercati obbligazionari «viene comunque dettata dai Treasuries americani», anche se «il supporto della Bce dovrebbe essere ben presente su un’eventuale correzione obbligazionaria US driven. La riunione della Federal Reserve di settimana prossima sarà il vero banco di prova per i mercati obbligazionari». Più tagliente il commento di Carsten Brzeski, macroeconomista di Ing. «I commenti (di Lagarde) durante la conferenza stampa hanno aggiunto confusione senza fare chiarezza». Ma al di là delle terminologie usate dalla presidente va rilevato che, primo, la BCE ritiene l’accelerazione inflazionistica transitoria. Secondo, che intensificherà gli acquisti di bond per limitare ulteriori aumenti dei tassi. «Terzo – aggiunge – che il bilanciamento dei rischi indica che un aumento del Pepp resta lontano e improbabile. Piuttosto, la decisione di oggi sembra il compromesso di un Consiglio diviso». Gli analisti di Ing, comunque, si erano sbilanciati a ipotizzare un aumento del Pepp oggi, cosa che altri esperti escludevano. Secondo David Riley, invece, Chief Investment Strategist di BlueBay «la Bce e la presidente hanno dato un forte segnale di voler agire per evitare che i rendimenti più elevati dei bond del Tesoro Usa portino a un inasprimento ingiustificato delle condizioni finanziarie nell’Eurozona e i mercati hanno reagito in linea. La Bce oggi ha indicato che si manterrà sullo stesso percorso, evitando che gli spill-over dagli Usa e da altre parti del mondo ostacolino la più fragile ripresa economica europea»”.

Tra qualche mese gli ‘eurocrati’ scopriranno che il ‘Patto di stabilità’ potranno infilarselo là…

Per la cronaca, il Pepp è il Piano di acquisto dei titoli di Stato, da parte della BCE, messo in campo per sostenere l’economia dell’Eurozona travolta dalla pandemia. “Va rilevato, sulla non modifica del Pepp – leggiamo sempre su Askanews – che al momento manca un intero anno prima della fine della fase di acquisti netti del programma (marzo 2022). E che ad oggi la BCE ha «speso» meno della metà della dotazione del programma: 879 miliardi di euro su 1.850 totali. Peccato non aver chiesto a Lagarde se al di là della dotazione del Pepp la BCE conti di garantire queste «condizioni favorevoli» anche su tutto il 2022, visto che la stessa ha elogiato la Commissione europea per aver annunciato l’intenzione su proporre l’estensione al 2022 della clausola di sospensione del Patto di stabilità e di crescita: «secondo noi è il giusto approccio», ha affermato. Magari potranno farlo gli eurodeputati la prossima settimana, nella audizione giovedì 18 marzo alla Commissione affari economici e monetari. Tanto più che l’ex direttrice del Fmi e ex ministra delle Finanze francese sembra avere le idee molto chiare anche su altri aspetti a ciò collegati. «La nostra speranza – ha infatti aggiunto – è che per quando la clausola sarà disattivata il Patto sarà stato rivisitato e migliorato, per essere più semplice e più focalizzato su produttività e investimenti, magari con un look rinnovato sui criteri»”.

Le mutazioni del virus potrebbero anche bloccare la libera circolazione delle persone

La novità positiva è che, nonostante l’ubriacatura dei vaccini anti-Covid imposta dalle multinazionali, nei ‘Palazzi’ Ue hanno capito che la pandemia farà sì guadagnare una barca di soldi alle multinazionali farmaceutiche. Ma i vaccini non elimineranno la pandemia e, con molta probabilità, peggioreranno lo scenario. Ci potrebbero essere nuovi problemi sanitari (i vaccini che non proteggono dall’infezione potrebbero selezionare varianti più virulente) mentre la crisi economica dell’Eurozona non solo non diminuirà, ma potrebbe anche diventare sempre più pesante. Il tema è complesso e l’affronteremo in un successivo articolo. Per ora anticipiamo qualche elemento ricordando che l’America di Biden non ha eliminato i dazi doganali e che il virus, piaccia o no, con l’avvento delle mutazioni ridurrà ulteriormente la libera circolazione delle persone, con un impatto devastante sulle attività turistiche e sulla ristorazione. E non è da escludere anche una riduzione della libera circolazione delle merci, specie se dovessero diffondersi varianti del virus più virulente.

(Qui articolo di Askanews)

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti