di Marco Morana
Come prima, più di prima, chiuderò. Sì, il nuovo esecutivo targato Mario Draghi chiude ancora più del precedente governo. Quantomeno, in zona rossa, attività come bar e ristoranti rimanevano aperte per l’asporto. Questi fenomeni neo melodici prevedono chiusure per bar e ristoranti nei fine settimana e zone gialle rafforzate. Finora, non è successo altro, se non il siluramento di Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid, che è stato sostituito con il generale Francesco Paolo Figliuolo a cui spetta l’attuazione del piano vaccinale. Null’altro sotto il Sole, null’altro all’orizzonte: salvo le solite dichiarazioni sul faremo e diremo. C’è da meravigliarsi? Piuttosto, c’è da porsi un’altra domanda: poteva andare diversamente? A ben guardare, no. Lo zoccolo duro della maggioranza che sostiene il premier Draghi è sempre il solito: PD, Cinque Stelle, Italia Viva, Leu. Gli altri: Forza Italia (cui sono andati tre ministri “senza portafoglio” cioè senza un ministero autonomo, un dicastero) i centristi e la Lega vanno solo ad ampliare la maggioranza. Ma il grosso del potere decisionale è saldamente nelle mani dell’asse formato da Dem e grillini, che hanno numeri ben solidi in Parlamento. Senza l’una o senza l’altra forza non può costituirsi una robusta maggioranza. E singolarmente, ognuno dei due schieramenti o non troverebbe sponda nelle altre forze politiche, o dovrebbe sottostare agli altrui ricatti. D’altronde, eventuali elezioni non li vedrebbero vincenti, se decidessero di andare ognuno per conto proprio. Il loro punto di forza è proprio quello: nessuno vuole andare ad elezioni. Italia Viva e Leu, con ogni probabilità, scomparirebbero dal Parlamento. I Cinque Stelle scenderebbero sotto il 15%. Il PD è al governo praticamente dal 2013, fatta salva la breve parentesi del governo giallo-verde. Non conviene, ai Dem, buttare giù tutto. Men che meno adesso che Zingaretti si è dimesso da segretario. Mossa tutta ancora da decifrare.
Matteo Renzi, mettendo in crisi il governo di Giuseppe Conte ha ottenuto quello che voleva: Draghi premier. Bisogna riconoscergli un’astuzia politica notevole. Renzi ha messo in atto un capolavoro di strategia. Ora però dovrà starsene a cuccia. La crisi l’ha aperta lui. Ha dato a Mattarella le garanzie che quest’ultimo voleva. Non è che fra due mesi può far saltare tutto, di nuovo. Avrà da ingoiare tanti rospi. Anche perché la guerra con i Cinque Stelle, aperta con l’addio di Conte, è tutt’altro che finita. E i grillini hanno il facile destro (forti dell’appoggio del PD) di presentargli il conto. O mangi la minestra o sai che c’è quella finestra, insomma. Roberto Speranza, il ministro della Salute, l’uomo dal lockdown più veloce del west, è rimasto al suo posto. Di conseguenza (e lo stiamo toccando con mano) la politica di contrasto alla pandemia è sempre all’insegna delle dannose chiusure. Ma perché Speranza è rimasto al suo ministero? La spiegazione è logica: quale altro ministero avrebbero potuto dare a Leu? Ma soprattutto: quale altro partito avrebbe voluto sedere su quello scranno? La Lega ha promesso di marcare stretto il ministro Speranza. Ma non stiamo vedendo nemmeno una marcatura a zona: altro che a uomo. Avete, poi, visto la Lega battere i pugni sul tavolo per ottenere il ministero della Salute? E chi glielo faceva fare, prendersi questa rogna? E c’è di più: se il duo PD-Cinque Stelle ha paura di perdere le elezioni, Lega e il resto del centrodestra hanno paura di vincerle. Erediterebbero una situazione disastrosa che loro stessi, negli anni al governo, hanno contribuito a creare. Ecco perché la Meloni e Fratelli d’Italia si sono ritrovati in una situazione congeniale: fanno la parte dell’unica opposizione dura e pura. Chiedendo elezioni che sanno bene non arriveranno a breve. Da qui ai prossimi mesi, in tutta probabilità, vedranno aumentare i consensi. Il dramma è che il Paese sta scivolando sempre più verso una crisi economica e sociale senza precedenti. E questa è già una realtà, testimoniata da tutti gli indicatori economici. E loro che fanno? Chiudono. Non sanno fare altro che chiudere. E le chiusure sono la morte. Ma con molto meno talento.