Ricordate? C’era ancora il Governo di Giuseppe Conte e i soldi del Recovery Fund o Plan erano passati da 209 miliardi d quasi 223 miliardi di euro. Oggi, nel silenzio quasi generale – a parte il leader di Italexit, Gianluigi Paragone che dà la notizia – nessuno ne parla. facciamo quattro conti e vediamo quello che è successo. Intanto vediamo come erano diventati 222,9 miliardi. Un ulteriore ‘regalo’ di Bruxelles? No. Erano stati calcolati, scrive Paragone, “anche i soldi del React Eu e, soprattutto, quelli dei fondi europei
Paragone ci informa che i problemi non sono finiti. “Se inizialmente – scrive sempre il leader d Italexit – si era infatti parlato di un tesoretto disponibile a Primavera, tra le proteste di chi chiedeva un’accelerata visto il momento di straordinaria emergenza, sappiate che invece la prima tranche (25 miliardi, niente di più) sarà nelle disponibilità del Governo italiano soltanto a partire dall’Estate 2021. Probabilmente, tra l’altro, alla fine della stagione, nel mese di Agosto, forse addirittura Settembre. Numeri emersi dall’audizione che il ministro dell’Economia Daniele Franco ha svolto davanti alle commissioni Bilancio, Finanze e Politiche dell’Ue di Camera e Senato. E che imbarazzano non poco tutti quei politici che in queste settimane non hanno fatto altro che tessere le lodi dell’Ue… Franco ha fissato i contorni del piano di gestione delle risorse. Con i soldi che, rispetto alla cifra stanziata dal Conte bis, sono scesi a 191,5 miliardi, perché intanto il nuovo regolamento europeo, emanato a Febbraio, ha preso come riferimento per i prestiti il reddito nazionale lordo del 2019. I soldi arriveranno da qui al 2026”.
Di fatto – questa è la realtà – l’Unione europea dell’euro, da quando è scoppiata la pandemia, non ha ancora rogato un solo euro all’Italia. Ha ‘concesso’ – come si fa ai sottoposti – all’Italia di indebitarsi, in poco più di un anno, di quasi 200 miliardi di euro. E ha ‘concesso’ (si va di concessioni in concessioni) di riprogrammare i fondi europei: riprogrammazione che va a rilento. Ricordate cosa si diceva la scorsa Estate? Che l’Italia avrebbe avuto a fine 2020 il 10-13% del Recovery, poco più di 20 miliardi di euro. Poi tutto è slittato a Gennaio, poi a Febbraio e siamo arrivati a Marzo. E ora Paragone ci informa che, se tutto andrà bene, questo anticipo del 10 per cento del Recovery arriverà ad Agosto, forse Settembre. Sempre che – aggiungiamo noi – i Parlamenti di tutt’e 27 i paesi della Ue dicano sì al Recovery (soprattutto per la parte – molto contestata – del fondo perduto). L’altra novità è che il famigerato anticipo del 13% – pari a 24,8 miliardi – sarà corrisposto all’Italia “alla fine dell’estate”.
Paragone racconta che il Ministro dell’Economia, Franco, “ha fatto anche riferimento ai tempi base della stessa road map di Bruxelles, che avrà tempi più lunghi. In base al regolamento approvato il 10 Febbraio, infatti, i Paesi dovranno presentare il proprio piano entro il 30 Aprile. Poi la Commissione europea avrà due mesi per la valutazione e successivamente toccherà al Consiglio europeo, che avrà a disposizione un mese”. Se ci riflettete, ad Aprile del 2020 è iniziato – tra Parlamento europeo, Commissione europea e altri organismi comunitari – il ‘dibattito’ sul Recovery Fund. A distanza di quasi un anno di concreto non c’è nulla, solo le chiacchiere. “L’Europa, insomma – commenta Paragone – ci chiede di aspettare ancora e ci taglia quelle poche briciole che il governo Draghi avrà la possibilità di gestire. Il tutto mentre il piano vaccinazioni è in clamoroso ritardo proprio a causa degli scellerati accordi stretti da Bruxelles con i colossi di Big Pharma. Nel frattempo, a muoversi verso un ritorno alla normalità sono quegli inglesi che l’Ue hanno avuto il coraggio di lasciarla. All’epoca, certa stampa lo dipinse come un errore madornale. Oggi, guarda caso, tutti tacciono”.
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