Scrive Anna Maria D’Amico sulla pagina Facebook PALERMO CITTA’ RA MUNNISSA “Un si nni po’ chiù”: “Ieri pomeriggio mi chiedevo, sgomenta, cosa fosse quel fumo nero e puzzolente che si innalzava dall’Albergheria. Oggi ho ricevuto la conferma che si è trattato dell’ennesimo incendio di cassonetti e ingombranti di ogni genere, perennemente ed abitualmente abbandonati ai piedi della scuola elementare Nuccio. Quante inutili segnalazioni, quante richieste di videosorveglianza, di controlli sui mercatari che
Via Lancia di Brolo: anatomia ‘gnoseologica’ dello schifo presente a ridosso di tre cassonetti di immondizia
Riprendiamo questo post perché anche noi, dalla finestra della casa dove abitiamo, abbiamo avvistato il fumo, ma non riuscivamo a capire cosa stesse succedendo da quelle parti della città. Per noi è stata una spiegazione che non ci stupisce. Ieri sera, per esempio, imboccando la via Lancia di Brolo da via Noce, sul marciapiede di sinistra, a un certo punto siamo stati costretti a spostarci sulla strada. Perché? Perché a ridosso di tre cassonetti dell’immondizia è ‘nata’ una discarica che occupava il marciapiedi. Non abbiamo parole per descrivere lo schifo per certi versi ‘gnoseologico’: oltre a un paio di materassi (possibile che i palermitani cambino così spesso i materassi?), oltre a pezzi di sedie e armadi, oltre a cartacce di tutti i tipi, c’erano anche sacchi di plastica che contenevano immondizia: il “contenevano” significa che l’immondizia contenuta in questi sacchi è finita in parte nel marciapiedi, in parte in strada. Odori nauseabondi indescrivibili: lo schifo, appunto.
Inutile chiedersi perché il capoluogo della Sicilia venga essere trattato così: in tutte le città del mondo le strade di sporcano (magari non come a Palermo9: e in tutte le città del mondo le strade, se sporcate, vengono ripulite. A Palermo, invece, le strade rimangono sporche per giorni e giorni. Vengono ripulite? Con calma, con molta calma. In via Serradifalco, ad esempio, per quasi due anni alcuni tratti di questa strada, quasi all’altezza di villa Malfitano, sono stati trasformati in discariche, con netta prevalenza di quella che in termini tecnici si chiama “frazione umida”: in lingua siciliana lurdia allo stato puro. Salsa di pomodoro, pezzi di pane, molte verdure (pezzi di broccoli, ma non soltanto), bucce di frutta (prevalenza agrumi, ma anche mele e pere) e, spesso, anche sec ondi piatti a base di pesce e carne: di tutto e di più. Banchetti ‘luculliani’ per gabbiani, topi, scarafaggi. Anche se poi – con calma, con molta calma – l’immondizia veniva rimossa (abbiamo visto all’opera anche trattori!). rimaneva – e rimane ancora – lo strato di lurdia che ormai è tutt’uno con questi tratti di strada. Ci chiediamo se il Consiglio comunale di Palermo, se gli assessori comunali, se il sindaco, insomma, se tutti gli amministratori comunali siano a conoscenza di questa lurdia stratificata, esempio di ‘geologia storica della munnizza‘. Magari, i futuro, si studieranno questi strati di lurdia e diranno: “Questa è la lurdia della consiliatura 2018-2023, annata irripetibile”…