di Teresa Frusteri
Con molta probabilità, stando a quello che scrive sulla propria pagina Facebook il criminologo e analista della scena del crimine, Carmelo Lavorino, nella morte di Viviana Parisi e del suo figlioletto Gioele ci dobbiamo aspettare di tutto. Il criminologo sintetizza quanto ha potuto appurare dalle ispezioni cadaveriche sui resti della donna e del bambino effettuate ieri a Messina con il medico legale, Antonio Della Valle. Inquietante la tesi dei due consulenti della famiglia di Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e padre del piccolo Gioele: “Da quanto precedentemente acquisito e valutato e da quello che abbiamo constatato, appare evidente che tutto si oppone allo scenario ‘omicidio-suicidio’ e ci fa ritenere che ci sia stata una duplice opera di depistaggio da parte di una combinazione criminale: 1) il trasporto del corpo di Viviana sotto il traliccio per inscenare un suicidio; 2) l’occultamento del corpicino di Gioele per poi dare il via alla macabra messinscena col trasporto postumo”. E aggiungono: “Naturalmente, tutto ciò implica fortissima motivazione personale e psicologica, ottima padronanza dei luoghi e territorialità, libertà di movimento e organizzazione. Attendiamo che la Procura ci faccia avere tutti i documenti, i filmati e le foto a colori che abbiamo richiesto tramite gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti”.
Per la cronaca, all’esame di ieri mattina, oltre al criminologo Lavorino, erano presenti il medico legale, Antonio Della Valle, le dottoresse Angelica Zenato e Nicolina Palamone. E i medici legali consulenti della Procura di Patti d.sse Sapienza e Ventura e gli esperti della Polizia Scientifica. Dice ancora il medico legale Antonio Della Valle: “La morte di Viviana è da attribuirsi ad una precipitazione, ma non dal traliccio”. La caduta c’è stata, insomma. E c’è anche il trauma. “La salma in stato di saponificazione – dice sempre il dottor Della Valle – ormai dopo 7 mesi presenta la lesione di due vertebre della colonna vertebrale e del collo del femore”. Si presume che la donna possa essere morta altrove e poi trasportata da una terza persona sotto il traliccio per attuare una sorta di depistaggio; la stessa cosa si pensa dei resti del piccolo Gioele. Il cadavere, secondo gli esperti, sarebbe stato occultato e poi portato in un secondo momento sul luogo del ritrovamento. Gli animali selvatici avrebbero poi fatto scempio del suo corpicino. Altrimenti i cani molecolari avrebbero dovuto trovarlo prima. Dalla visione della teca cranica, gli esperti escludono che il bambino possa essere morto a seguito di un colpo sulla testa nel corso dell’incidente all’interno della galleria. Gli esperti adesso attendono che la Procura ci faccia avere tutti i documenti, i filmati e le foto a colori che il team ha richiesto tramite gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti. La ricostruzione dei due professionisti tocca un punto cruciale: il ritrovamento dei due cadaveri dopo giorni di ricerche. Alla fine i corpi non sono stati ritrovati a decine di chilometri dalla galleria dove Viviana Parisi, dopo l’incidente, ha abbandonato l’auto per fuggire tra i boschi di Caronia insieme con il figlioletto. A rigor di logica, con tutti i mezzi sofisticati di cui oggi si dispone per effettuare questo tipo di ricerche, i corpi avrebbero dovuto essere trovati in tempi brevi. Il fatto che siano passati giorni dà forza alla tesi dei due professionisti del crimine. Insomma, dopo mesi di ricerche non moto fruttuose sembra che qualcosa di nuovo, rispetto a quanto conosciuto fino ad oggi, vada emergendo.
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