Sul Titanic

Sanremo, la musica un po’ depressiva che ci propone il ritorno alla normalità (VIDEO)

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  • Come cambia il mondo della musica

Anni ’70: impegno. Anni ’80 e ’90: individualismo della rassegnazione. E oggi? Individualismo della rassegnazione: confinati nell’isolamento

Paolo Borgognone, scrittore, filosofo, autore de L’immagine sinistra della globalizzazione – libro scritto nel 2016 e già alla terza edizione – commenta il Festival di Sanremo. La musica come specchio dell’Italia. Passerelle per vip organici al mondo dello spettacolo. A un anno dalla pandemia lo spettacolo che celebra se stesso e l’Italia di oggi con le sue paure. Quest’anno la celebrazione degli angeli del nostro tempo imposti da chi controlla tutto. Dalla neo-lingua si passa alla neo-musica. Rispetto alla musica degli anni ’80 e ’90 e, per certi versi anche negli anni ’70, ci sono cambiamenti. Negli anni ’70 c’è l’impegno, negli anni ’80 è arrivato l’edonismo che è proseguito negli anni ’90. Ed è anche logico: negli anni ’80 c’era l’edonismo reaganiano. E oggi? Domina il viola colore della depressione. Un’atmosfera del post-umano, indeterminatezza sessuale, rassegnazione emotiva, della serie “non c’è più niente da fare”, scivolamento verso l’autodistruzione e l’auto-lesionismo. All’individualismo creativo degli anni ’80 si è passati all’individualismo di rassegnazione e di adeguamento a un sistema che ci vuole sempre più isolati.

QUI L’INTERVISTA CON LO SCRITTORE PAOLO BORGOGNONE

Foto tratta da Barbadillo

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