Certo che i parlamentari della Commissione Ambiente del Parlamento siciliano sono velocissimi ed efficienti. Nel giro di qualche giorno – o magari di notte? – si sono riuniti e hanno esaminato, riscritto e riapprovato l’emendamento che prevede di rivoluzionare la Commissione speciale VIA VAS. Una storia di una settimana fa finita nell’occhio del ciclone per via del maldestro tentativo di sbattere fuori dalla presidenza della stesso Commissione speciale il professore Aurelio Angelini (nella foto). Ricordate? Ne abbiamo scritto in questo articolo. La vicenda sembrava rientrata con le dichiarazioni del presidente della Regione
Tutto a posto, allora? Non esattamente. A nostro modesto avviso, tutto rimane fuori posto. La nuova formulazione dell’emendamento è, in realtà, come dire?, una riscrittura a ‘trasi-e-nesci’. Proviamo a sintetizzare. Nella formulazione contestata l’emendamento prevedeva l’aumento del numero dei componenti della Commissione speciale VIA VAS, che da 30 diventavano 60. Per smaltire il lavoro arretrato, questa la motivazione. E tutto finiva sotto il controllo del dirigente generale del Dipartimento Ambiente: cioè, indirettamente, sotto il controllo politico. Esautorando, di fatto, l’attuale presidente, professore Aurelio
Peccato che chi è “specializzato in chiacchiere”, leggendo l’emendamento riscritto e approvato dalla Commissione Bilancio non può non notare alcune stranezze di sostanza. La stranezza macroscopica è che tutto viene affidato all’assessore al Territorio e Ambiente: dal controllo politico mediato dal dirigente generale della prima formulazione dell’emendamento si passa al controllo politico diretto. In pratica, la Commissione VIA VAS, da autonoma, passa sotto il controllo della politica! Si dirà: l’assessore metterà tutto per iscritto in un Decreto assessoriale e bla bla bla. Non abbiamo dubbi: ma cosa metterà nero su bianco l’assessore? Questi passaggi – ed è singolare che dobbiamo essere noi a ricordarlo a chi “mastica il diritto” – vanno normati: le leggi servono a questo. O no? Non ci convince, poi, una Commissione VIA VAS ‘una a trina’: la Commissione deve essere una e non ‘spezzata’ in due o in tre. Elemento indispensabile per non far venire meno l’unicità del pronunciamento! Altra stranezza. Per i 30 componenti della Commissione chiamati a lavorare tutto l’anno c’era uno stanziamento di 2 milioni di euro. Con il passaggio a 60 componenti lo stanziamento passa a 1 milione di euro. Ma come: i componenti della Commissione VIA VAS vengono raddoppiati e i fondi per remunerarli vengono dimezzati?
Che dire? Che, a nostro avviso, alla luce di una legge che è addirittura peggiore della prima formulazione il professore Angelini si dovrebbe dimettere. Insomma: se la Commissione VIA VAS, da tecnica, deve diventare ‘politica’, ebbene, ci pensino i politici e chi si accompagna a loro a “smaltire l’arretrato”… A meno che la Commissione Bilancio e Finanze – che è presieduta da un parlamentare saggio e di lungo corso come l’onorevole Riccardo Savona – non cestini il papocchio approvato e rimandi il tutto alla Commissione di merito, cioè alla Commissione Ambiente. Chiedendo di ‘normare’ tutti i passaggi per evitare equivoci.