- Già è singolare che lo Stato paghi la costruzione delle navi per un gestore privato. Ma almeno facciamo lavorare le imprese siciliane!
- L’articolo di SHIPPING ITALY.IT
- La convenzione siglata nei giorni scorsi tra Stato e Regione siciliana
- C’erano anche due nuovi aliscafi che si sono persi per strada. Anzi, per mare…
- I siciliani? Troppo ‘intelligenti’: l’ultima nave che solca i nostri mari è stata costruita in Turchia…
- Il possibile ruolo dell’Ast, l’Azienda siciliana trasporti
Già è singolare che lo Stato paghi la costruzione delle navi per un gestore privato. Ma almeno facciamo lavorare le imprese siciliane!
Che vi dobbiamo raccontare? Sarà il destino, ma ogni volta che ci avventuriamo nel mondo dei trasporti marittimi siciliani, nella migliore delle ipotesi troviamo stranezze (vi risparmiamo le ipotesi peggiori). Il rinnovo della flotta, per esempio. Obiettivo importante, perché come abbiamo raccontato nell’Estate dello scorso anno, molti mezzi di trasporto via mare – soprattutto nei collegamenti della Sicilia con gli arcipelaghi chiamati impropriamente “Isole Minori” – sono proprio messi male (si è verificato anche il caso di un portellone finito in fondo al mare di Linosa!). Insomma, rinnovare i mezzi di trasporto, per dare sicurezza ai viaggiatori (possibilmente anche ai disabili, visto che in Sicilia sono stati registrati problemi anche per questi passeggeri particolari) è più che giusto. Ma ci sono alcuni passaggi – sul piano generale e con riferimento alla nostra Isola – che non sono molto convincenti. Vediamoli.
L’articolo di SHIPPING ITALY.IT
Partiamo da un articolo pubblicato da un giornale on line che si occupa di trasporti via mare. “Riprende l’iter per il rinnovo della flotta navale impiegata in Italia nel trasporto pubblico locale leggiamo su SHIPPING ITALY.IT -. A fare un deciso passo in avanti è ora la Regione siciliana, che sin da subito è apparsa come quella più di altre pronta ad avviare il programma, per il quale il Ministero dei Trasporti aveva stabilito uno stanziamento complessivo da 262 milioni di euro originariamente previsto per il periodo 2017-2030″. Giusto per capire: il servizio di trasporto via mare è stato privatizzato perché le società pubbliche non andavano bene perché il servizio era ‘diseconomico’ e ora lo Stato stanzia i fondi per pagare i nuovi mezzi di trasporto via mare ai privati? Non è un po’ strano? Quindi i privati gestiscono il servizio prendono ogni anno, grazie a una convenzione, i contributi dallo Stato e – in Sicilia – dalla Regione (tra Stato e Regione circa 100 milioni di euro all’anno), incassano i soldi di biglietti e abbonamenti e lo Stato sovvenziona anche le nuove navi? Non possiamo che complimentarci con questi imprenditori del mare che godono di tante attenzioni da parte della politica di tutti i ‘colori’ politici!
La convenzione siglata nei giorni scorsi tra Stato e Regione siciliana
Apprendiamo che, nei giorni scorsi, Stato e Regione siciliana hanno siglato una convenzione che, leggiamo sempre nell’articolo, “definisce tempi, modalità e obblighi per le forniture di navi in questione. Da notare innanzitutto l’importo della concessione stabilito in circa 142,969 milioni di euro“. Che cosa strane: nel Bilancio della Regione siciliana non ci sono i soldi per i disabili, ci sono pochissimi soldi per la spesa sociale, ci sono pochi soldi per i Comuni, non si sa ancora se quest’anno i mezzi da utilizzare per fronteggiare gli eventuali incendi nei boschi saranno disponibili, da un anno non si pagano i circa 6 mila tirocinanti dell’Avviso 22 eccetera eccetera e, vualà!, spuntano oltre 142 milioni di euro per due nove navi (in realtà erano previsti anche nuovi mezzi di trasporto via mare veloci, ma si sono per per strada, anzi, per mare…). E infatti nell’articolo leggiamo ancora: “Il secondo elemento di rilievo è il numero e il tipo di unità che l’atto andrà a finanziare: due navi di cosiddetta classe A (ovvero mezzi passeggeri impiegati in viaggi nazionali nel corso dei quali navigano a una distanza superiore alle 20 miglia dalla linea di costa). Nella delibera della Giunta regionale siciliana 22 del 21 gennaio 2021 che è stata alla base della stessa convenzione con il Mit, l’ente infatti spiegava: “Tenuto conto delle priorità afferenti al rinnovo della flotta, appare necessario e urgente, al fine di assicurare i collegamenti con le isole minori, destinare le attuali risorse disponibili all’acquisto di due mezzi di classe A (navi passeggeri impiegate in viaggi nazionali nel corso dei quali navigano a una distanza superiore alle 20 miglia dalla linea di costa, ndr), rinviando invece a una fase successiva l’acquisto dei mezzi veloci e della unità di classe B (navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali nel corso dei quali navigano a una distanza massima di 20 miglia dalla linea di costa, ndr). Da notare tra parentesi anche che questa allocazione rappresenta un cambio di rotta rispetto a quanto la stessa Regione siciliana aveva indicato in un precedente schema di convenzione, approvato solo poche settimane prima (con la deliberazione n. 565 del 3 dicembre 2020), che invece prevedeva “l’acquisto di una unità navale di classe A, una unità navale di classe B e due unità veloci”.
C’erano anche due nuovi aliscafi che si sono persi per strada. Anzi, per mare…
E i tempi? “La Regione si impegna ad assumere […] le obbligazioni giuridicamente vincolanti (Ogv) inerenti alle forniture oggetto della presente convenzione, entro il 31 dicembre 2022”, mentre il “termine previsto per il completamento delle forniture è fissato al 31/12/2025”. Ancora l’articolo di SHIPPING ITALI.IT: “I primi ordini di navi erano attesi dalla Regione siciliana per Siremar già nel 2020, al netto dell’emergenza Coronavirus che però nel frattempo era dilagata. Al riguardo il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, aveva annunciato l’acquisto di tre navi e due aliscafi da mettere al servizio delle isole minori della Sicilia, precisando che due imbarcazioni sarebbero state destinate alle Pelagie e alle Eolie, la terza all’isola di Pantelleria mentre gli aliscafi avrebbero operato negli arcipelaghi”. come già accennato, gli aliscafi sono spariti.
I siciliani? Troppo ‘intelligenti’: l’ultima nave che solca i nostri mari è stata costruita in Turchia…
Chi è che realizzerà le nuova navi? In un Paese normale – se la Sicilia fosse un a Regione italiana normale e non una colonia italiana – farebbe lavorare il Cantiere navale di Palermo. Ma non sarà così, perché i bandi debbono essere europei. Infatti l’ultima nave che ha preso servizio in Sicilia – la Elio, della flotta Caronte & Tourist – è stata realizzate in Turchia. Bella l’Unione europea, vero, lavoratori del Cantiere navale di Palermo? Nell’articolo di SHIPPING ITALI.IT leggiamo ancora che “La società di progettazione navale triestina Naos Ship & Boat Design lo scorso Marzo aveva anche reso pubblici alcuni dettagli della prossima serie di traghetti, spiegando che le nuove costruzioni saranno classificate dal Rina, avranno doppia propulsione a diesel e a gas naturale liquefatto, e potranno accogliere a bordo circa 600 passeggeri e 114 auto. Dal punto di vista tecnico le navi avranno lunghezza appena inferiore ai 110 metri, larghezza quasi 20, pescaggio 4,65 metri, stazza lorda pari a 8.000 tonnellate e velocità di servizio di 16,5 nodi”.
Il possibile ruolo dell’Ast, l’Azienda siciliana trasporti
Resta la domanda: dove verranno costruite le due navi della Sicilia? Siamo curiosi proprio di conoscere, entro 60 giorni, chi saranno i soggetti attuatori previsti dalla convenzione Stato-Regione. Sarà fatta una gara? Sarà un soggetto pubblico o privato? Da quello che ricordiamo, quando i governi di Totò Cuffaro (T Link) e Raffaele Lombardo (Mediterranea Holding) si occuparono di questo settore le cose non andarono molto bene. decisero di fare gli armatori i siciliani persero soldi e navi. Per non parlare dell’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta (a processo per la vicenda di Morace) aveva preso a cuore il mare… addirittura sognava gli idrovolanti per arrivare prima a Filicudi. Voci di corridoio sussurrano che un ruolo potrebbe essere assegnato all’Ast, l’Azienda siciliana trasporti che fa capo alla Regione. L’Ast, in verità, ha sempre gestito i trasporti con i bus nelle tratte poco remunerative (quelle remunerative si danno ai privati). E, per un periodo, si ipotizzò di affidare a tale Azienda la gestione di qualche aeroporto. Noi siamo testardi: invece di andare dietro all’Europa delle banche non si potrebbe far costruire le due navi dal Cantiere navale di Palermo? Perché dobbiamo regalare lavoro e ricchezza ad altri nel nome di un’Europa che in Sicilia ha prodotto solo enormi danni?
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