Non ci appassiona il dibattito sulla legge di stabilità che in queste ore va in scena nel Parlamento siciliano. Però ce ne dobbiamo occupare perché, a nostro modesto avviso, la situazione si va facendo critica. Ieri abbiamo lanciato l’ipotesi del commissariamento della Regione siciliana. E oggi lo confermiamo. Perché dalle notizie che raccogliamo qua e là abbiamo la sensazione che si stia andando a uno scontro frontale tra la Sicilia e Roma. Non che la cosa ci dispiaccia: anzi, noi lo sollecitiamo da tempo. Ma in questo scontro va messo nel conto il possibile commissariamento della Regione, che si è fatta scippare le entrate da Roma e che, adesso, è nell’impossibilità di far quadrare i conti. A dare forza alla nostra tesi è un provvedimento molto ‘celebrato’ ieri sui giornali: la stabilizzazione dei poco meno di 5 mila precari Asu.
Un articolo dell’ANSA fa il punto della situazione sugli Asu: “Parere favorevole del Governo regionale, d’intesa con la commissione Bilancio dell’Ars, per la stabilizzazione di circa 4.600 lavoratori Asu. «La stabilizzazione di tale risorsa umana, impegnata nei Comuni, nelle Aziende sanitarie provinciali e nelle Camere di Commercio dell’Isola – commentano gli assessori al Lavoro Antonio Scavone, alle Autonomie locali Marco Zambuto e all’Economia, Gaetano Armao – non comporta aumenti di spesa e restituisce dignità a migliaia di famiglie siciliane mentre per il presidente della Regione Nello Musumeci «il voto di oggi costituisce una ulteriore, importante tappa nel processo di fuoriuscita dal precariato di migliaia di lavoratori per troppo tempo rimasti pegno umano della peggiore politica»”. Che “non comporti aumenti di spesa” sembra un po’ strano: a noi, infatti, risulta che sia in previsione il prelievo di 10 milioni di euro dal fondo per i Comuni e di 5 milioni di euro dal fondo per i disabili. Ci sbagliamo? Dopo di che, in verità, non c’era molto tempo da perdere, perché la deroga sul Covid stava per scadere. C’erano già manifestazioni annunciate dai sindacati e, dopo la proposta di stabilizzazione, tutti i politici siciliani, di maggioranza e di opposizione, se ne sono presi il merito.
Che dire? Che è la ‘filosofia’ di questa manovra economica e finanziaria 2021 che a noi sembra oltremodo azzardata: quasi che la politica siciliana tutta non stia tenendo troppo in conto l’accordo-capestro sulle finanze siciliane firmato a Roma dal Governo di Nello Musumeci. Che dire, ad esempio, del ripristino di Quota 100? Per chi deve andare in pensione è oggettivamente un fatto positivo, un po’ meno positivo per chi deve pagare. Ribadiamo: la nostra sensazione è che l’attuale Governo siciliano si stia preparando a una battaglia politica con Roma. Come già detto, le opposizioni stanno cercando di cavalcare la stabilizzazione degli Asu e non sappiamo che diranno del ripristino di Quota 100. Lo scenario a noi sembra più che problematico: la Corte dei Conti non ha ancora approvato il consuntivo 2019, Roma ha impugnato la legge sulle Variazioni di Bilancio che, sul piano della logica contabile, non potrà non creare problemi ai due mesi di esercizio provvisorio (Gennaio e Febbraio). Di concreto non c’è nulla – a parte il disegno di legge di stabilità 2021 (cioè Bilancio e Finanziaria) piuttosto aleatorio – e la politica stabilizza Asu e ripristina Quota 100. Mah…