Ma guarda un po’ i casi della vita: se andate a rileggere certi articoli – e certe dichiarazioni – di fine Gennaio il Piano rifiuti della Regione siciliana messo a punto dall’ormai ex assessore regionale, Alberto Pierobon era stato ‘bocciato’ dal CGA, il Consiglio di Giustizia Amministrativa, che in Sicilia equivale al Consiglio di Stato. Era un brutto Piano, addirittura “sgrammaticato”. Ed era già stato messo da parte. Come i nostri lettori sanno, noi non abbiamo mai dato questa notizia. Per un motivo semplice: perché non era vera. Il CGA, infatti, mettiamola così, ha chiesto solo chiarimenti sul Piano rifiuti: per la precisione, ha chiesto un’introduzione al Piano e i riferimenti giuridici. Forniti i chiarimenti, il CGA ha approvato il Piano rifiuti. Allora perché hanno scritto e ‘strillato’ che era stato ‘bocciato’? Circa 25 giorni dopo – altra combinazione strana – l’assessore Alberto Pierobon è stato costretto a dimettersi. Ieri abbiamo dato un’altra notizia: il tentativo – in questo momento in corso – di sbattere fuori dalla Commissione VIA VAS il professore Aurelio Angelini, con un emendamento alla legge Finanziaria in queste ore in discussione nelle Commissioni legislative del Parlamento siciliano.
Di questo Piano rifiuti della Sicilia ricordiamo anche il pronunciamento del Ministero dell’Ambiente: anche in quell’occasione – poco meno di un anno fa – alcuni giornali scrissero di “bocciatura”, ignorando un particolare: e cioè che il Ministero dell’Ambiente non ha alcun titolo per ‘bocciare’ il Piano rifiuti della Regione siciliana! Ma tanto chi è che si occupa di questi ‘dettagli’? L’importante è ‘informare’… Questa vicenda ci porta a interrogarci sulla qualità della politica – siciliana e nazionale – di oggi e sull’informazione. Prendiamo atto che il Primo Piano rifiuti della Sicilia, messo a punto per la prima volta 24 anni dopo il Decreto Ronchi non è stato salutato con piacere dal Governo di Nello Musumeci, dalla maggioranza che lo sostiene e dalle opposizioni.
Di fatto – questa è la realtà – due persone per bene che hanno lavorato (nel caso dell’ex assessore Pierobon) e che stanno ancora lavorando (nel caso del professore Angelini) vengono respinti come corpi estranei dalla politica siciliana, con il contorno della ‘fanfare’. Noi, per nostra formazione, viviamo immersi nei dubbi. Ma in questa occasione abbiamo maturato un’olimpica quanto amara certezza: la Sicilia non ha alcuna speranza di salvarsi: nessuna! Forse si salverà dal virus e dagli interessi che ci stanno dietro, ma non si salverà dall’attuale politica.
P.s.
L’ex assessore Alberto Pierobon è stato sostituito – almeno questa è stata la motivazione ufficiale – perché nella Giunta regionale di Nello Musumeci non c’era una donna. Sostituito nel nome di un ricorso al TAR Sicilia per la mancata applicazione di una legge che – per quello che noi sappiamo – vale per le liste elettorali, non certo per nomine di Governo che, fino a prova contraria, sono ‘politiche’ e non di ‘genere’. Siamo proprio curiosi di sapere come finirà questa storia al TAR Sicilia.