- La Sicilia deve valorizzare le proprie spiagge. Con montagne di carte…
- Così, per la gestione delle spiagge siciliane, politica e burocrazia hanno creato un ‘Castello di Kafka’
- Risultato finale, tutto fermo, tutto bloccato
di Arcangelo Mazza
La Sicilia deve valorizzare le proprie spiagge. Con montagne di carte…
Quando la burocrazia detta le norme al legislatore e i tecnici si vestono da “Giuristi” che “interpretano norme e regolamenti”, ecco che tutto finisce nelle in sabbie mobili e a pagare le spese sono sviluppo, investimenti, occupazione e innovazione. E’ il caso delle imprese balneari nella Regione siciliana. Un caso su tutti è quello dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), sorta di Piani regolatori su utilizzo e programmazione delle fasce costiere siciliane ad opera dei Comuni costieri. L’ultima legge regionale, la n. 323 del 16/12/2020, blocca il rilascio di Concessioni Demaniali (CDM) per nuovi stabilimenti o per modifiche e ampliamenti di concessioni in essere se le stesse non sono accompagnate da attestazione di congruità ai PUDM che, se non approvati dalla Regione, devono almeno essere già approvati o adottati dalla Giunta comunale del Comune interessato. La legge, interpretata, non viene applicata perché gli “Uffici” chiedono l’approvazione del PUDM da parte della Regione, salvo ulteriori modifiche alla norma vigente. L’unico Comune della Sicilia che ha il PUDM approvato dalla Regione il 30/05/2012 è il Comune di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani!
Così, per la gestione delle spiagge siciliane, politica e burocrazia hanno creato un ‘Castello di Kafka’
Bene, proviamo a fare una breve cronostoria della vicenda PUDM, sue norme e percorsi vari.
Nel 2011 venivano emanate le Linee Guida per la redazione dei PDUM ai sensi legge regionale n.15 del 2005:
Nel 2012 unico Comune della Sicilia, San Vito Lo Capo, si vede approvare il PUDM dalla Regione siciliana.
Nel 2016 nuove Linee Guida PUDM con la legge regionale n. 17 del Marzo 2016 con la quale vengono stabiliti i termini di approvazione dei PUDM da parte dei Comuni (art. 39 comma 1) tassativamente entro 180 giorni, pena l’immediata nomina di Commissari ad Acta con poteri sostitutivi (nominati ai sensi art. 4, comma 2 della legge regionale n. 15/2005).
Nell’Agosto 2016, con Decreto Assessoriale n. 319, vengono approvate nuove Linee Guida in sostituzione di quelle del 2011.
Il 27 Giugno 2017 la Circolare dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (ARTA) stabilisce l’approvazione dei PUDM entro 90 giorni dal ricevimento della delibera di approvazione del PUDM da parte del Comune che avrà 30 giorni di tempo per comunicare lo stato di attuazione, approvazione adozione del Consiglio comunale.
L’8 Marzo 2018 la Circolare dell’ARTA n. 14758 “chiarisce” che possono essere rilasciate nuove CDM previa attestazione di coerenza alle previsioni del PUDM approvato dal Consiglio comunale.
Il Decreto Assessoriale n. 152 del 11 Aprile 2019 proroga la presentazione da parte dei Comuni che non hanno approvato i PUDM e che nel frattempo non sono stati commissariati come previsto dalla legge n. 17.
Il 16 Dicembre 2020 viene emanata la legge regionale n. 32 che, all’art. 2, ribadisce per l’ennesima volta che le nuove CDM possono essere rilasciate se munite di attestazioni di coerenza ai PUDM approvati dalla Giunta Municipale; inoltre la stessa legge n. 32 rappresenta un capolavoro di “Sanatoria Burocratica” quando all’art. 3 dichiara che dall’1 Gennaio 2021 ogni istanza dovrà essere presentata tramite portale telematico e tutte le vecchie istanze dovranno essere inserite con manifestazione di interesse negando il diritto alle vecchie istanze anche decennali di poter avere una CDM con proroga al 2033 in quanto CDM rilasciate fuori ai termini stabiliti per il diritto di mantenimento al 2033.
Risultato finale, tutto fermo, tutto bloccato
Bene, a quanto pare gli uffici regionali preposti al rilascio delle CDM ritengono di non dover procedere al rilascio delle CDM richieste dalle imprese perché la succitata legge prevede che i PUDM debbano essere approvati dalla Regione e, pertanto, occorre una modifica alla norma per attuare quanto disposto già dalla norma. Siamo al CAOS TOTALE! Veniamo al caso concreto del Comune di Vittoria, provincia di Ragusa. La Giunta Comunale con Delibera n. 291 del 07 Giugno 2018 approva PUDM con adeguamento alle linee guida della legge regionale n.3 del 17/03/2016. La Commissione Straordinaria, con poteri di Giunta comunale, con atto n. 237 del 2 Agosto 2019 approva il PUDM. Bene, le imprese balneari insistenti su Demanio Marittimo nel Comune di Vittoria con il PUDM approvato non vedono rilasciate CDM nuove o in variante per ampliamenti o modifiche perché gli uffici hanno deciso che il PUDM deve essere approvato dalla Regione! Tutto fermo, tutto bloccato! La Regione dei tecnici giuristi e dei burocrati del tempo!
Foto tratta da Huffington Post
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