Non riusciamo a capire il perché ogni volta che ci occupiamo di trasporti via mare in Sicilia scopriamo sempre cose poco chiare. Questa volta la notizia non solo è poco chiara, ma è anche triste. Ci riferiamo alla morte di Elio Gaetano Puleo, il lavoratore di 61 anni che ha perso la vita mentre lavorava al Molo ‘Norimberga’ del porto di Messina. Puleo lavorava da trent’anni sui traghetti dello Stretto. La nave ‘Elio’, in servizio da poco più di due anni, si trovava presso il Molo Norimberga per lavori di manutenzione ordinaria. Ci ha colpiti il contrasto stridente tra la versione dei fatti fornita dalla società presso la quale il Nostromo deceduto lavorava e la versione della figlio di Puleo, Anna. Per la cronaca, Puleo è morto mentre svolgeva il servizio durante l’attracco della nave ‘Elio’. Sulla vicenda c’è già un’inchiesta della Procura della Repubblica di Messina e della Caronte & Tourist, la società presso la quale lavorava Puleo, che ha assicurato che non farà mancare alla famiglia “il proprio concreto e tangibile supporto”.
Leggiamo adesso quello che scrive la figlia Anna su Facebook. “Sono la figlia e non permetto di scrivere determinate stronzate sulla morte di mio padre. Mio padre questa mattina (il 24 Febbraio per chi legge ndr) doveva prestare servizio sulla nave ‘Franza’ e, a seguito della chiamata della società per sostituire un collega, mio padre ha prestato servizio sulla nave ‘Elio'”. Anna Puleo scrive che nessuno ha avvertito la sua famiglia: “Siamo stati informati da gente esterna”. La figlia del lavoratore deceduto non risparmia critiche ai “signori che governano tutta Messina”, che rilasciano “informazioni a voi giornalisti”. “Vi posso assicurare – scrive Anna Puleo – che nessuno di loro si è fatto sentire o vedere”. Anna Puleo usa parole molto dure, criticando “quello che è stato scritto”. E invita i giornalisti a “scrivere cose giuste”.
“I dipendenti sono carne da macello”
“Ora ciò che vogliamo è che venga fatta giustizia”. Anna Puleo scrive che i dipendenti sono “carne da macello”. Ricordiamo che non sono certo mancate le polemiche sia sulla gestione del servizio, sia trattamento riservato ai lavoratori marittimi, “trattati come schiavi”, per riprendere una denuncia del sindacato ORSA. Anna Puleo si rivolge ai colleghi di suo padre li invita a chiedere il rispetto dei diritti. “La vita prima di tutto, che queste parole vadano nel profondo del mare. Ma questa è la realtà ed è bene che lo sappiate. Ognuno di voi sa e visto e considerato che, prima o poi, tutti veniamo sottoposti al giudizio divino, aiutate una famiglia a fare giustizia, che è l’unica cosa che rimane, visto che non possiamo più contare su una presenza paterna”.
Foto tratta da Stretto Web