- Ce lo chiediamo anche per capire se tutte le verità e i documenti degli ultimi anni hanno scalfito la storia scritta dai vincitori. Perché il Sud e la Sicilia non si sono uniti all’Italia: sono stati conquistati
- Le tesi di Aldo Cazzullo smontate dal presidente dei Neoborbonici, Gennaro De Crescenzo
- La ricostruzione storica legata alle ruberie ai danni del Sud e della Sicilia che vanno ancora in scena oggi
- Anche Pino Aprile lega la sua replica al presente del Sud
- Ignazio Coppola: i piemontesi furono i precursori dei nazisti barbari e assassini nei confronti delle popolazioni meridionali colonizzando conquistando il Sud
Ce lo chiediamo anche per capire se tutte le verità e i documenti degli ultimi anni hanno scalfito la storia scritta dai vincitori. Perché il Sud e la Sicilia non si sono uniti all’Italia: sono stati conquistati
Incredibile, quello che scrive il Corriere della Sera sul Sud e sulla fortezza-lager di Fenestrelle. Ormai esistono documenti, articoli di giornali dell’epoca, testimonianze: soprattutto documenti. Ma ancora oggi si continua a negare la storia! Non è una novità: ci siamo abituati. E’ una negazione che si ripete ciclicamente: è duro, infatti, per i piemontesi ricordare chi sono stati e cosa hanno fatto. Ma storia è storia e non si cancella. Così, nella sua rubrica, Aldo Cazzullo risponde a una lettera di un lettore e scrive: “Nei Neoborbonici riconosco una passione autentica e l’amore per la propria terra. Purtroppo ci sono personaggi che strumentalizzano questa passione per costruire un racconto antipiemontese e antirisorgimentale che va ben oltre le atrocità della guerra civile combattuta nel Mezzogiorno negli anni 60 dell’Ottocento, di cui in effetti si è sempre parlato poco; ma che non fu una guerra civile del Nord contro il Sud, bensì tra l’esercito italiano affiancato dalle milizie dei meridionali che sostenevano l’unità e i nostalgici dei Borbone e del potere temporale del clero, oltre ai briganti in senso tecnico. È appena uscito un bel libro – «Italiani per forza. Le leggende contro l’unità d’Italia che è ora di sfatare» (Solferino) – scritto da una storica firma del Corriere, Dino Messina. Dino è un intellettuale del Sud, che ama la propria terra. Proprio per questo smonta quelle che definisce «colossali invenzioni»: ad esempio le leggende secondo cui a Fenestrelle sarebbero morte decine di migliaia di prigionieri (in realtà sono cinque nel primo anno, 40 in un decennio compresi soldati papalini e vittime di regolamenti di conti tra camorristi), e migliaia sarebbero cadute in un’insurrezione; che in realtà non ci fu, non venne sparato un colpo, tutto si concluse in un processo a dieci imputati che vennero assolti. Perché allora questo racconto infarcito di menzogne ha preso piede, al punto da trovare eco in uno striscione esposto dai tifosi del Napoli in occasione di una partita con il Torino («Lager Fenestrelle. Napoli capitale continua ad odiare!»)? Perché è consolatorio sentirsi dire che la colpa dei mali del Sud è di altri italiani. La stessa logica dei nordisti, secondo cui il Settentrione non è la Baviera per colpa del Sud”.
Le tesi di Aldo Cazzullo smontate dal presidente dei Neoborbonici, Gennaro De Crescenzo
Le tesi di Cazzullo vengono smontate su Facebook dal presidente del movimento Neoborbonico, Gennaro De Crescenzo: “Un lettore scrive a Cazzullo sul Corriere che i neoborbonici sono tanti e affollano chiese e piazze, Cazzullo riconosce ai neoborbonici ‘una passione autentica e l’amore per la propria terra’, riconosce anche ‘le atrocità’ della guerra del brigantaggio e riconosce pure che se ne è ‘sempre parlato poco’ ma poi, come al solito, si perde. E così dichiara che quella del brigantaggio non fu una guerra ‘del Nord contro il Sud’ e, citando un libro del suo collega Messina, quella di Fenestrelle con migliaia di morti sarebbe ‘una colossale invenzione’. Premesso che conosco bene il libro del suo collega (contiene anche un’intervista di 10 pagine al sottoscritto), Cazzullo dovrebbe solo dare un occhio a qualche dato semplice e siamo sicuri che la prossima volta eviterà anche questi piccoli ‘errori’. Senza entrare nei (tanti) dettagli archivistici, se fosse stata una guerra ‘interna’ sarebbe stato il caso di inviare dalle parti del Sud oltre 120.000 soldati o pensa che svolgevano funzioni da vigili urbani o che magari erano in gita turistica? Se fosse stata una guerra ‘interna’, come mai scoppia per circa 10 anni e solo dal momento esatto in cui Garibaldi arriva a Napoli e con esiti drammatici mai registrati prima nella nostra plurisecolare storia? Se a Fenestrelle fossero morti ‘solo’ 5 soldati napoletani, premesso che nessuno aveva il diritto di deportarne lì migliaia con l’obiettivo dichiarato della punizione o della rieducazione (di lì la definizione di ‘lager’), perché mai il Museo dei Carabinieri (Roma, 1930) avrebbe attestato nel forte sabaudo il passaggio di ‘oltre 40.000 soldati napoletani’ sapendo che la percentuale di mortalità era del 18%? Se qualcuno avesse letto i dati (molto parziali) raccolti finora evidenziandone lacune e incongruenze, ora saprebbe che i morti furono diverse centinaia se non migliaia, come risulta da un testo accademico di prossima pubblicazione”.
La ricostruzione storica legata alle ruberie ai danni del Sud e della Sicilia che vanno ancora in scena oggi
Insomma, documenti alla mano – Gennaro De Crescenzo è un grande studioso della storia del Sud Italia – le tesi di Aldo Cazzullo, che alla fine è nato ad Alba, in provincia di Cuneo (può capitare) vengono demolite. “Caro Aldo – prosegue De Crescenzo che, come diciamo noi in Sicilia, parra piano ma ‘mpccica duru – qui nessuno ‘strumentalizza’ nulla in funzione ‘antipiemontese’. Qui ci sono solo tante persone (tantissime e in crescita, come attesta la stessa lettera che commentiamo) che stanno facendo ricerche e calcoli e che dopo 160 anni chiedono solo che venga raccontata tutta la storia e magari anche che vengano assicurati pari diritti al Sud, quelli che chi ‘strumentalizza’ realmente la storia (quella patriottica-retorica-risorgimentale) forse non vuole assicurare o non è interessato al tema. E il problema non è chi parla di Fenestrelle ma chi non legge la continuità di scelte governative nazionali che hanno creato 160 anni fa le questioni meridionali e dopo 160 anni ancora non le hanno risolte in una colpevole complicità tra classi dirigenti centrali e locali. Perché se magari la spesa per cittadino nei servizi sociali a Bolzano è di 500 euro e in Calabria di 20, a meno che non pensiamo lombrosianamente che quella calabrese e meridionale sia una razza inferiore e a meno che non ignoriamo del tutto le distorsioni di spese storiche e Lep, il problema non sono i neoborbonici ma chi ieri ha creato due Italie e chi oggi non conosce o non applica la Costituzione italiana allo stesso modo, da Bolzano a Napoli, da Torino a Palermo”.
Anche Pino Aprile lega la sua replica al presente del Sud
Molto belle le parole di De Crescenzo. Giustissimo legare la ricostruzione e storica anche per capire il presente. Grintoso il commento di Pino Aprile, giornalista e scrittore, autore di Terroni, libro che negli ultimi anni ha aperto gli occhi a migliaia e migliaia di meridionali. Anche lui lega il tutto al presente: “MENTRE I TERRONI SI SCANNANO FRA LORO, IL PARTITO UNICO DEL NORD LI DERUBA – scrive Pino Aprile -. Il solito Cazzullo sul Corriere della sera a negare la strage e il saccheggio del Sud con cui fu unificata l’Italia, non come federazione di Stati, ma come regno dei Savoia. Questa volta, a proposito di un libro in cui sono riportate le tesi contrapposte di chi recupera verità celate da un secolo e mezzo e di chi si arrampica sugli specchi per negarle. Nulla di nuovo, salvo una considerazione: tutti i contendenti, ma proprio tutti, sono meridionali. E mentre i terroni si scannano su ieri (tentando, alcuni, di mostrare come il metodo sia lo stesso ancora oggi, campi di concentramento a parte), il Partito Unico del Nord, PUN, che unisce nel comune interesse (rapinare il Sud) tutti, dalla Lega al Pd, chiude le fila per sottrarre al Mezzogiorno i soldi del Recovery Fund, che per il 70 per cento, secondo i criteri di assegnazione dell’UE, dovrebbero andare al Sud. Tutto come prima, come sempre, solo molto peggio”.
Ignazio Coppola: i piemontesi furono i precursori dei nazisti barbari e assassini nei confronti delle popolazioni meridionali colonizzando conquistando il Sud
Un commento arriva anche da Ignazio Coppola, anche lui giornalista e scrittore, autore di tanti articoli per I Nuovi Vespri, compresa la ricostruzione dei fatti di Fenestrelle: “Sul Corriere della Sera di oggi Venerdì 26 Febbraio, il giornalista, scrittore, storico, commentatore televisivo e chi più ne ha più ne metta Aldo Cazzullo, nel rispondere nella rubrica delle lettere ad un lettore che chiedeva notizie sul ‘Regno delle Due Sicilie’, si scaglia contro il revisionismo storico dei neoborbonici definendoli antipiemontesi e antirisorgimentali arrivando a negare la esistenza della fortezza lager di Fenestrelle nell’Alta Savoia in cui subito dopo la conquista del Sud da parte dei piemontesi furono relegati migliaia di prigionieri dell’esercito borbonico che si rifiutarono di prestare giuramento ai Savoia e proprio per questo molti di questi furono, senza pietà, fatti morire di stenti e di freddo .Lo ‘storico’ piemontese Aldo Cazzullo, al pari dell’altro storico piemontese Alessandro Barbero, con una spudorata difesa d’ufficio e di parte dei Savoia loro conterranei negano la verità storica dell’esistenza del lager di Fenestrelle in cui furono deportati e fatti morire migliaia di meridionali. La cosa incredibile di questa incredibile storia è che, ancora oggi, ci sono storici come Aldo Cazzullo e Alessandro Barbero che negano un’evidenza storica. Ma la verità è lì, raccontata da giornali e testimoni dell’epoca. E la verità è che i piemontesi, nei primi anni dell’unificazione, furono i precursori dei nazisti barbari e assassini nei confronti delle popolazioni meridionali colonizzando conquistando il Sud”.
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