Sorridere. Sì, sentendo parlare e leggendo le interviste dei grillini ormai non si può che sorridere. Soprattutto seguendo il percorso di Giggino, al secolo Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri. Deposto l’apriscatole con il quale lui e i suoi sodali avrebbero dovuto “aprire l’Italia come una scatoletta di tonno”, abbandonati i toni barricadieri, il grillino che ad inizio legislatura voleva l’Impeachment è diventato un altro. Chi? Si presenta lui stesso in un ‘intervista al quotidiano la Repubblica ripresa da Il Fatto Quotidiano: “Il Movimento è ora su una linea moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Ue”. Avete capito? Nel marzo del 2018 lui e i suoi sodali si sono presi i voti degli italiani che chiedevano un cambiamento e invece sono cambiato loro: si sono sistemati al Governo e, pur di restare attaccati alle poltrone, sono disposti a tutto. Per Di Maio, il Movimento “è cresciuto”. E’ cresciuto nella sua testa, forse, ma non tra gli elettori: basti pensare alle ‘scoppole’ prese alle ultime elezioni regionali.
Ma Giggino insiste: “Questo governo – dice a proposito del Governo Draghi dove i grillini governano con il PD, con la Lega, con Berlusconi e con Renzi – rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia”. Chissà a quali “valori” fa riferimento Giggino: sicuramente non ai valori degli abitanti di Taranto che non vogliono l’acciaieria ex ILVA; sicuramente non sono i valori degli abitanti del Salento che non vogliono la TAP; sicuramente non sono i valori degli abitanti del Nord Italia che non vogliono la TAV; sicuramente non sono i valori degli agricoltori siciliani e del Sud che ancora aspettano. Di Maio non lo sa, ma con questa intervista viene fuori una previsione quasi matematica: la scomparsa del Movimento 5 Stelle.