Perché la sinistra post comunista italiana oggi è al servizio dell’economia globalizzata

20 febbraio 2021
    • Si tratta di un approdo naturale, se è vero che marxismo e e liberismo sono figli del pensiero illuminista
    • Quanto alla destra oggi è materialista, mentre la Lega è vincolata a dinamiche imprenditoriali ed economiciste
    • La posizione della Chiesa

In poche righe un’analisi – di oltre dieci anni fa – molto attenta e molto interessante sul perché la sinistra post comunista italiana, oggi, si ritrovi a difendere gli interessi del capitalismo liberista. Basti pensare che tra i post comunisti i capricci sessuali hanno, di fatto, sostituito i diritti dei lavoratori. Profonda anche l’analisi sulla destra, ormai materialista. Corretto anche il legame tra Lega e meri interessi economici (basti pensare che oggi la Lega appoggia il Governo Draghi per difendere il Nord). E sulla Chiesa di Roma…

 Si tratta di un approdo naturale, se è vero che marxismo e e liberismo sono figli del pensiero illuminista

Dopo 150 anni non si è riscontrato alcun progresso nelle interpretazioni storiche e sociologiche ufficiali. La sinistra italiana del terzo millennio, deposte le analisi togliattiane, depurato il marxismo dai conati arcaici, mitologici e utopici, ha disvelato il suo vero volto, mostrando le profonde affinità liberiste che possono essere lette come tradimento dei chierici, ma rivelano qualcosa di ben più profondo legato alla sua stessa essenza. Si tratta di un percorso coerente che fa emergere il filo rosso esistente fra marxismo e liberalismo, entrambi figli del pensiero illuminista. Perduta la sua essenza ideale, il comunismo muta in radicalismo liberal. La comune matrice, pertanto, conduce intellettuali e politici agli entusiasmi patriottici e risorgimentali, così come li ha condotti a farsi cantori dell’America eterna, del capitalismo multinazionale e del consumo di massa. Non hanno consumato un volgare tradimento, sono rimasti all’interno della loro logica.

Quanto alla destra oggi è materialista, mentre la Lega è vincolata a dinamiche imprenditoriali ed economiciste

Da parte sua, una certa destra non è stata da meno e, nella sua resa alla visione borghese al credo materialista, si è verbosamente esibita e ha rincorso chi le stava davanti per non essere l’ultima della classe. Un certo Antirisorgimento di radice padana, poi, condizionato da nordici approdi calvinisti non è riuscito a emanciparsi da dinamiche imprenditoriali e da dimensioni economiciste, funzionali a meri interessi egoistici e particolaristici, risultati, alla fine, le predominanti ragioni della rivendicazione antistatalista, strumentalmente ammannata da istanze identitarie. Comunque, perlomeno si è distinto dal coro.

La posizione della Chiesa

Infine, anche la Chiesa, pur non avendo domandato ulteriori perdoni, ha voluto ricordare cautamente e con toni prudenti la partecipazione e il contributo alla formazione dell’Unità. Il che è vero soltanto se ci si riferisce all’invito di Pio IX, nel 1848, per una lega italica a cui non aderì, tra tutti gli antichi Stati italiani, il solo ministro piemontese. Non ci sarebbe stata opposizione se si fosse fatta, questa unità, in modo diverso in quanto all’esecuzione.

Fulvio Izzo I fratelli Bandiera – Risorgimento senza eroi?, Ripostes Edizioni, pag. 14, 15.

Tratto da Regno delle Due Sicilia.eu

Foto tratta da progressisti lombardi

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