I 15 senatori del Movimento 5 Stelle che hanno votato no al Governo dell’euro irreversibile di Mario Draghi sono stati messi alla porta. Per loro è un vantaggio e uno vantaggio. E’ un vantaggio perché avranno la possibilità di dare vita a un nuovo soggetto politico; uno svantaggio perché la mossa gli impedisce di dare la scalata al Movimento. L’espulsione dei senatori dal Movimento vorrebbe essere anche un deterrente per i deputati grillini: anche voi, se voterete contro il Governo Draghi, sarete fuori dal Movimento. Insomma, se Alessandro Di Battista sperava di prendersi il Movimento 5 Stelle, ebbene, dovrà prendere atto che non potrà farlo. In ogni caso, 15 senatori non sono pochi (e se ne potrebbero aggiungere altri); bisognerà capire, adesso, cosa succederà a Montecitorio. Ci saranno altri no e altre espulsioni? Di fatto, la scissione che Di Battista h sempre voluto evitare è arrivata lo stesso.
Interessante il post su Facebook di Ignazio Corrao, Europarlamentare eletto nel collegio Sicilia-Sardegna nel Movimento 5 Stelle e già fuori dallo stesso Movimento. “A non votare la fiducia alla grande ammucchiata Draghi, al #Senato, sono stati in 59 (40 contrari, 2 astenuti e 17 assenti, a fronte di 262 favorevoli)”. Insomma, all’opposizione non c’è solo quella che Corrao definisce la “finta opposizione” di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. “Ci sarà qualcuno libero di poter controllare cosa combina questa maggioranza, senza il ricatto di esserne parte o di essere alleato di buona parte di questa – osserva sempre Corrao -. È una buona notizia per la democrazia, divenuta marginale in questo gran trambusto. Il mio applauso e sostegno (sosteneteli, la organizzata macchina del fango potrebbe colpire loro come colpì noi per esserci ribellati alla operazione Von der Leyen), ai 15 Senatori del fu M5S che hanno votato NO, ribellandosi all’inganno del quesito tendenzioso su Rousseau attraverso il quale, chi voleva stare al potere in ogni caso (altro che “o Conte o voto”), ha indotto gli iscritti a confermare la scelta già fatta, chiedendogli pubblicamente di votare SI e mettendosi dalla stessa parte della storia dei Giggino ‘a Purpetta. Le minacce di espulsione di chi abusivamente ha trasformato il 5S in nuovo UDEUR sono per loro medaglie al valore. C’è sempre futuro per chi ha il coraggio di non piegarsi”. In realtà non sono minacce: li hanno già espulsi.
Ma chi è Giggino ‘a Purpetta? Ne parla in un suo post, Alessandro Di Battista, che parte dalla morte del grande boss della camorra, Raffaele Cutolo: “E’ morto Raffele Cutolo – scrive Di Battista – fondatore e boss della Nuova Camorra Organizzata. Uno dei suoi autisti, Luigi Cesaro, detto Giggino ‘a Purpetta, è tutt’ora senatore della Repubblica eletto con Forza Italia. Cesaro venne arrestato nel 1984 per i suoi rapporti con la camorra. Condannato in I grado venne poi assolto per insufficienza di prove e, definitivamente scagionato in Cassazione dal giudice Carnevale”. Di Battista ricorda che lo stesso Luigi Cesaro Dallo scorso 9 giugno Cesaro risulta indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia. “A titolo informativo – conclude Di Battista – ieri il Senatore Cesaro ha votato in Senato la fiducia al Governo Draghi e, insieme a tutta Forza Italia, sostiene il governo di unità nazionale. Qualcuno certe cose le dovrà pur ricordare”.
Foto tratta da Adnkronos