Lo ammettiamo: ci siamo sbagliati. Sì, sulle risorse del Recovery Fund ci siamo sbagliati. Infatti, a parte i dubbi su questa forma di aiuto, noi pensavamo che ogni Paese dell’Unione europea che dovrebbe intercettare questi fondi – a partire dall’Italia – li avrebbe presi in prestito dal mercato finanziario. Poi sarebbe stata la Ue a restituire questi fondi. Perché pensavamo questo? Perché il Recovery Fund, al di là delle chiacchiere che si leggono qua e là, deve essere ancora approvato dalla stragrande maggioranza dei Parlamenti dei 27 Paesi che fanno parte dell’Unione europea. E siccome, bene che vada, ci vorranno ancora tre o quattro mesi prima che tutti i Parlamenti dei Paesi Ue si pronuncino, per evitare ritardi, ebbene, noi pensavamo che ogni Paese europeo che deve ricevere questi fondi, come già ricordato, li avrebbe presi in prestito dal mercato finanziario. Invece scopriamo che non è così e che, invece, il Parlamento europeo ha già sollecitato i Parlamenti dei Paesi Ue ad approvare il Recovery Fund. E qui arriviamo all’inghippo, perché ci sono alcuni Paesi della Ue che, ancora oggi, guardano con sospetto al prestito per i Paesi Ue in difficoltà e che – ancora oggi – sono contrari alla quota a fondo perduto del Recovery Fund!
Se ancora non fosse chiaro, fino a questo momento – con riferimento all’Italia – i 209 o i 220 miliardi di euro del Recovery Fund sono solo chiacchiere, cosa che scriviamo almeno da un anno! Eliminato il nostro retro-pensiero – e cioè la possibilità che ogni Paese Ue si auto-anticipi i fondi del Recovery prendendo i fondi a prestito dal mercato finanziario – bisogna aspettare che i Parlamenti dei Paesi dell’Unione europea approvino il Recovery Fund. Ma qui casca l’asino. Sia perché alcuni Paesi del Nord Europa non sono d’accordo sulla parte del Recovery a fondo perduto (in pratica, si rifiutano di pagare per aiutare altri Paesi europei in difficoltà, Italia in testa), sia perché in alcuni Paesi si deve votare. Tra questi c’è l’Olanda. Dove i sovranisti – che chiedono l’uscita dal loro Paese dall’Unione europea – rischiano di vincere le elezioni politiche proprio in forza della critica serrata al Recovery Fund e, in generale, all’Unione europea dell’euro. E a poco vale la vittoria ottenuta dall’attuale Governo olandese (sconti anche sostanziosi sul costo per la partecipazione all’Unione europea). I sovranisti olandesi stanno impostando la campagna elettorale dicendo che il Recovery Fund dovrà essere pagato anche dai cittadini olandesi con nuove tasse europee. E che è molto meglio uscire subito dall’Unione europea ed unirsi al Regno Unito.
Che significa questo? Che l’attuale Parlamento europeo non approverà mai il Recovery Fund, perché significherebbe regalare la vittoria alle elezioni politiche ai sovranisti che vogliono portare l’Olanda fuori dalla Ue. Ne consegue che il pronunciamento del Parlamento olandese avverrà – se avverrà – ad Aprile; e che fino ad Aprile sul Recovery Fund ci saranno solo chiacchiere, perché il Recovery deve essere approvato con l’unanimità dei Paesi Ue: un solo “No”, infatti, bloccherebbe tutto. Ma c’è di più. A parte altri Paesi del Nord Europa, contrari alla quota a fondo perduto del Recovery, se in Olanda vinceranno i sovranisti – cosa non improbabile – succederà un patatrac e nel Paese si aprirà il dibattito per uscire fuori dalla Ue. Va da sé che un Parlamento olandese a maggioranza sovranista non approverà il Recovery Fund. Insomma, la situazione, per questi fondi straordinari della Ue, è molto più complicata di quanto sembri.