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Regno Unito: i malati mentali affetti da Covid non vengono rianimati?/ SERALE

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  • Le polemiche sollevate da Mencap, un’associazione di supporto della categoria dei disabili intellettivi
  • “Do not attempt cardiopulomonary resuscitation (Dnacpr)”
  • Trattamenti discriminatori e ostacoli nell’accesso alle cure

Le polemiche sollevate da Mencap, un’associazione di supporto della categoria dei disabili intellettivi

Do not resuscitate“, che si traduce in “Non rianimare”. Chi è che non dovrebbe essere rianimato? I malati mentali colpiti dal Covid-19. Possibile? A quanto pare, sì. Nel Regno Unito avrebbero deciso di procedere così. A denunciarlo è Mencap, un’associazione di supporto della categoria dei disabili intellettivi. Questo sarebbe avvenuto durante la seconda ondata. Mencap fa sapere di aver “ricevuto a Gennaio diverse segnalazioni riguardanti disabili intellettivi che non sarebbero stati rianimati nel caso in cui avessero contratto il Covid”, leggiamo in un articolo di TGCOM 24.

“Do not attempt cardiopulomonary resuscitation (Dnacpr)”

“A dichiarare ‘inappropriato’ l’ordine ‘Do not attempt cardiopulomonary resuscitation (Dnacpr) (Non tentare la rianimazione cardiopolomonare) – leggiamo sempre nell’articolo – era stata a Dicembre la governativa Care Quality commission, precisando che tale pratica aveva causato l’anno scorso diversi decessi potenzialmente evitabili. La Dnacpr viene di solito applicata su persone troppo fragili per ricevere benefici dalle terapie di rianimazione, ma Mencap dice che è stata esercitata su pazienti semplicemente perché avevano una disabilità mentale. E la Care Quality Commission pubblicherà a breve un report sulla vicenda”. Insomma, i malati mentali colpiti da Covid, nel Regno Unito, non se la passerebbero bene. Agghiacciante un altro passaggio dell’articolo: “Secondo il National Health Service nelle cinque settimane successive all’inizio del terzo lockdown, tra i decessi tra i disabili intellettivi, il 65% sono stati per Covid, mentre nella media della popolazione si arriva al 39%. Inoltre, secondo il Public Health England, i 18-34enne con disabilità intellettivi hanno una probabilità di morire di Covid 30 volte superiore ai loro coetanei”.

Trattamenti discriminatori e ostacoli nell’accesso alle cure

Ancora: “Le cure per questa categoria di persone risultano quindi discriminatori, secondo Mencap, e la chief executive dell’associazione Edel Harris denuncia: ‘Durante la pandemia molte persone con disabilità intellettiva hanno dovuto affrontare un trattamento discriminatorio nei loro confronti e ostacoli nell’accesso alle cure, con l’inappropriata pratica del Dnacpr e i tagli al loro supporto sociale. E’ inaccettabile che una categoria di persone così duramente colpita dal virus, e che anche prima del Covid moriva 20 anni prima della media della popolazione, sia messa nelle condizioni di chiedersi perché sia lasciata indietro nelle cure'”. Ma in questa storia chi sono i malati mentali?

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