“La banca è un servizio pubblico essenziale che va garantito ai cittadini”

16 febbraio 2021
  • Il leader storico della FABI siciliana ha chiesto un parere legale sulla chiusura degli sportelli bancari 
  • Il parere espresso dall’avvocato Calogero Leanza: il servizio ai cittadini va assicurato
  • Non si può precludere ai cittadini l’accesso alle banche

Il leader storico della FABI siciliana ha chiesto un parere legale sulla chiusura degli sportelli bancari 

Una nota di Carmelo Raffa, leader storico della FABI siciliana – il sindacato dei lavoratori bancari con maggiori iscritti – fa chiarezza su un problema che in Sicilia è molto avvertito: la continua chiusura degli sportelli bancari che sta provocando grandi disagi ai cittadini, soprattutto nei Comuni rimasti privi di sportelli bancari. “Le Banche – dice Raffa – non possono lasciare senza sportelli bancari i Comuni. La FABI continuia la battaglia a difesa non solo dei lavoratori del credito, ma anche e principalmente a difesa di un diritto dei cittadini, che vengono privati di un servizio essenziale da parte degli amministratori delle aziende di credito: amministratori che continuano a chiudere sportelli bancari nei piccoli Comuni della Sicilia. Abbiamo acquisito alcuni pareri legali che confermano che, da parte delle Banche, viene disapplicata la normativa vigente per i servizi pubblici essenziali, lasciando tante persone anziane e deboli senza sportelli bancari nei propri territori. Tra i pareri legali acquisiti rendiamo noto quello fornitoci dall’Avv. Calogero Leanza che evidenzia chiaramente le pecche in materia del sistema creditizio del nostro Paese”.

Il parere espresso dall’avvocato Calogero Leanza: il servizio ai cittadini va assicurato

“Rendo il presente parere – scrive l’avvocato Calogero Leanza (nella foto sotto) – su richiesta del Coordinatore della FABI Sicilia (Federazione Autonoma Bancari Italiani) Carmelo Raffa. Il servizio bancario è strumentalmente connesso al soddisfacimento dei bisogni essenziali dell’uomo e, pertanto, lo stesso viene considerato dal legislatore nella disciplina di quelli che vengono definiti ‘servizi pubblici essenziali’ ai fini del contemperamento con il diritto di sciopero. Nello specifico la Legge 12 giugno 1990 n° 146 (rubricata, per l’appunto, “Norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati.”), nell’ affermare testualmente, all’articolo uno, che ‘… Ai fini della presente legge sono considerati servizi pubblici essenziali, indipendentemente dalla natura giuridica del rapporto di lavoro, anche se svolti in regime di concessione o mediante convenzione, quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione ed alla libertà di comunicazione….’ alla lettera c), del successivo articolo due, fa rientrare ‘…per quanto concerne l’assistenza e la previdenza sociale, nonché gli emolumenti retributivi o comunque quanto economicamente necessario al soddisfacimento delle necessità della vita attinenti a diritti della persona costituzionalmente garantiti: i servizi di erogazione dei relativi importi anche effettuati a mezzo del servizio bancario…’”.

Non si può precludere ai cittadini l’accesso alle banche

“La chiusura indiscriminata degli sportelli bancari nei piccoli Comuni, pertanto – sottolinea il legale – integra, a mio avviso, a fortiori una violazione della normativa vigente in materia di servizi pubblici essenziali, giacché ciò risulta essere lesivo – ben più di un semplice sciopero – dei diritti dei cittadini i quali vedono precluso l’accesso al credito ed al risparmio. Quanto detto viene ulteriormente avvalorato dal fatto che financo la normativa emergenziale di contenimento e contrasto al Covid-19 messa in atto dal Governo italiano ha escluso dalle chiusure imposte le Banche, qualificandole come attività necessarie ed indispensabili”.

Foto banche tratta da Il Sole 24 Ore

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