- I grani duri della Sicilia e del Sud maturano naturalmente. Il grano canadese non matura: viene fatto seccare con il glifosato!
- Il meccanismo di azione del glifosato ‘Seccatutto’
- La ‘maturazione’ con il glifosato è innaturale e il prodotto finale contiene questo erbicida
- Le varietà di grano duro canadesi non sono migliori delle varietà di grano duro siciliane e del Sud Italia: semmai è vero il contrario!
- Non è vero che il glifosato viene eliminato dai terreni: al contrario, ne mette a rischio l’integrità
- Il grano trasportato sulle navi può contenere anche micotossine
I grani duri della Sicilia e del Sud maturano naturalmente. Il grano canadese non matura: viene fatto seccare con il glifosato!
Da anni ci fanno la testa tanta con la bontà del grano duro canadese. Dicono – lo dicono soprattutto i titolari dei grandi nomi dell’industria che produce pasta – che i grani duri italiani sono ‘deboli’, contengono, cioè, poco glutine, che è la sostanza proteica che conferisce alla pasta la tenuta durante la cottura. Da anni umiliano il grano duro italiano che, poi, è il grano duro prodotto nel Sud Italia e, in particolare, in Sicilia e in Puglia. Insomma, i produttori di grano siciliani e pugliesi non sono bravi, mentre i produttori di grano canadesi sono bravissimi. Ma le cose stanno veramente così? Piano piano si è scoperto che, dietro il successo commerciale del grano duro canadese, c’è un grande imbroglio agronomico. Grazie al quale il grano canadese contiene più glutine. Contiene, però, anche un veleno che fa male alla salute: il glifosato. Ma andiamo con ordine. Il grano è una specie vegetale originaria del Medio Oriente. Nell’area del Mediterraneo – e quindi nei nostri ambienti – si semina in Autunno e si raccoglie in Estate. In altre parti del mondo – per esempio, nel Canada e in alcuni Stati del Nord degli Stati Uniti – si semina in Primavera e si raccoglie a fine Estate-inizio Autunno.
Il meccanismo di azione del glifosato ‘Seccatutto’
Già possiamo notare la prima anomalia. La pianta del grano si è evoluta nelle zone a clima caldo: quanto meno, nelle zone dove l’Estate è calda, per arrivare a maturazione a Giugno inoltrato, quando il grano assume la consistenza vitrea e viene raccolto. Mentre nel Canada e nel Nord degli Stati Uniti viene raccolto in Autunno, spesso quando il freddo è già arrivato. O, addirittura, quando nevica! Da qui una domanda: cosa succede in Canada quando l’Autunno è freddo e piovoso (cosa che avviene spesso)? Succede che il grano ha difficoltà a maturare, cioè a passare dalla colorazione verde allo stato vitreo: magari inizia la maturazione, ma lo fa in modo disomogeneo. Non solo. All’arrivo del prime piogge – e in Canada in Autunno piove – si sviluppano erbe infestanti che rendono difficile la mietitrebbiatura. Cosa si sono inventati, allora, i grandi produttori di grano duro del Canada? Un artifizio agronomico che prende in giro, contemporaneamente, la natura e i consumatori. Ecco il trucco: 14-15 giorni prima di raccogliere il grano ‘sparano’ un trattamento con il glisofato, che è un diserbante conosciuto in tutto il mondo con l’epiteto di ‘Seccatutto’. Il trattamento con glifosato (o glyphosate) viene effettuato quando il grano è ancora verde. Questo punto è molto importante. Quando il grano è ancora verde la pianta è al massimo del proprio sforzo: diciamo, per semplificare, che la ‘macchina’ vegetale, in questa fase, è concentrata a far crescere la granella che, quando è ancora verde, contiene un’alta concentrazione di sostanze nutritive, glutine compresa.
La ‘maturazione’ con il glifosato è innaturale e il prodotto finale contiene questo erbicida
Se la coltivazione del grano viene effettuata in modo naturale – come avviene in Sicilia, in Puglia e, in generale, nel Mezzogiorno d’Italia – la spiga, quando da verde diventa gialla, acquisendo la consistenza vitrea, perde una parte delle sostanze nutritive, compreso il glutine. Siamo arrivati al punto nodale di questa grande invenzione agronomica. Abbiamo detto che in Canada, 14-15 giorni prima di raccogliere il grano, ‘sparano’ un trattamento di glifosato. Guarda caso, questo trattamento chimico viene effettuato quando la spiga è ancora verde e quindi, come già ricordato, quando contiene un’alta percentuale di sostanze nutritive, glutine in testa. Gli agricoltori canadesi, che passano per bravi – più bravi dei granicoltori siciliani e pugliesi, così ci dicono – spiegano che loro, con questo trattamento, inducono il grano a maturazione. Non è così. Con il glisofato non si ‘induce’, anticipandola’, la maturazione: molto più semplicemente, la pianta del grano viene fatta seccare. Punto. La spiga verde del grano duro canadese, trattata con questo erbicida, secca subito: processo, questo, che non ha nulla a che vedere con la maturazione naturale! Grazie a questo trattamento chimico il grano duro canadese conserva una più alta concentrazione di sostanze nutritive, con in testa il glutine. Ma, come abbiamo provato a illustrare, in questo processo non c’è nulla di naturale. Si tratta soltanto di una forzatura innaturale che dà un prodotto ricco di glutine, ma anche ricco di una sostanza che non fa certo bene alla salute!
Le varietà di grano duro canadesi non sono migliori delle varietà di grano duro siciliane e del Sud Italia: semmai è vero il contrario!
Il grano duro canadese, a differenza di quello italiano, presenta infatti un’alta concentrazione di glisofato, che non fa certo bene alla salute. Certo, piace alle industrie che producono la pasta, perché la pasta prodotta con l’aggiunta di grano duro canadese (o, in alcuni casi, prodotta con solo grano duro canadese) tiene meglio la cottura. Ma tutto si basa sulla disinformazione dei consumatori, che di questi imbrogli agronomici e industriali fino a poco tempo fa sapevano poco o nulla. Oggi ne sanno di più e infatti, come dice Margherita Tomasello, in Sicilia il consumo di pasta artigianale prodotta con grani locali è cresciuto del 25%. Detto questo, è necessario che i consumatori sappiano che il glifosato fa male al nostro organismo e fa male alla salute. Non subito, certo. Ma con il passare del tempo il nostro organismo non potrà che risentirne negativamente. A noi dicevano che i canadesi erano bravi nel miglioramento genetico del grano duro. Le loro cultivar, ci spiegavano, erano migliori delle nostre, perché contenevano più glutine. La nostra ricerca scientifica, le nostre facoltà di Agraria, non erano all’altezza di quelle canadesi. Tutte balle.
Non è vero che il glifosato viene eliminato dai terreni: al contrario, ne mette a rischio l’integrità
Sul glisofato circolano tante informazioni. Intanto non è vero che i terreni lo eliminano. Al contrario, il glifosato mette a rischio i terreni. E mette a rischio la salute umana. All’inizio si diceva che era cancerogeno. Ora vogliono farci credere che non è cancerogeno. In realtà, la cancerogenicità di questa sostanza è al centro di studi in corso e alcuni scienziati sostengono che può provocare insorgenze tumorali in alcuni animali. Fino a qualche tempo fa nell’Unione Europea c’erano Paesi che chiedevano di metterlo addirittura al bando o, quanto meno, di ridurre drasticamente la presenza di questa sostanza nei cibi, grano in testa. E oggi? Ci sono le navi cariche di grano duro estero – spesso grano duro canadese – che arrivano in Puglia e in Sicilia con il preciso scopo di rifornire le industrie e di far crollare il prezzo del grano duro del Sud Italia. Così i produttori di grano duro del Sud e della Sicilia, già in difficoltà, incontrino maggiori, magari falliscono e, magari, cedono i terreni agli speculatori!
Il grano trasportato sulle navi può contenere anche micotossine
Non dimentichiamo mai che il grano canadese arriva in Italia su grandi navi, spesso vecchie petroliere. E qualche volta (forse più di qualche volta) arriva con la presenza di micotossine DON e aflatossine, sostanze altamente cangerogene. Così ci ‘deliziano’ due volte: con il glifosato e con le micotossine. Cosa possiamo fare per difenderci? Un modo c’è. Il nostro consiglio, ovviamente, vale per i consumatori. Anzi, i consigli sono due. In primo luogo, non acquistare più la pasta prodotta dai grandi marchi. Opzione radicale, ma necessaria. In secondo luogo, cercare i piccoli produttori di pasta che ci sono in Sicilia e nel Sud e rifornirsi da loro. I consumatori del Nord Italia possono cercare queste piccole industria artigianali sulla rete. Si tratterebbe di ridurre il consumo della pasta nei primi cinque-sei mesi, forse per un anno. Questa opzione produrrebbe tre effetti. Primo: convincerebbe i produttori di grano duro siciliano a produrre pasta. Magari consorziandosi. Sarebbero indotti a farlo perché non avrebbero problemi a vendere la pasta. Secondo: costringerebbe le grandi industrie della pasta a cambiare registro. Si interromperebbe l’arrivo di grani duri canadesi ‘drogati’ dal glifosato (e spesso con aflatossine). Terzo: salveremmo i produttori di grano siciliano: la domanda di grano duro, infatti, schizzerebbe all’insù e il prezzo salirebbe, alla faccia dei ‘banditi’ che speculano sul grano duro del Sud, facendo crollare il prezzo di questo cereale. Qualcuno ci dirà: e la CUN, la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe controllare la compravendita del grano ed evitare le speculazioni al ribasso sui prezzi? Fino ad oggi è stata una presa in giro. E, a nostro avviso, lo è ancora. Se non altro perché non funziona, a parte una prima riunione. E, soprattutto, perché è aria fritta, visto che non c’è nemmeno la sede.
Qui di seguito i link di alcuni articoli:
Per esempio in questo articolo
Anche questo blog si è occupato del grano duro:
qui abbiamo parlato dei grani antichi della nostra Isola
qui vi abbiamo raccontato quello che potrebbe fare la Regione siciliana
P.S.
Ah, dimenticavamo: il grano tratto con glisofato non viene utilizzato nella semina. Sapete perché? Perché le piante crescono poco: diciamo che sono rachitiche.
Ora, se il glisofato fa male alla stessa pianta, perché non dovrebbe nuocere alla nostra salute?
Seconda cosa: non è vero che la pasta fatta con grano duro siciliano non tiene durante la cottura. Certo, non è la pasta ‘drogata’ con il glisofato. Per ovviare al problema basta scolarla prima. Tutto qui.
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